Con la conclusione dei lavori di recupero dell’aera nord, l’Amministrazione comunale ha riconsegnato oggi ai reggiani il Parco del Popolo (Giardini pubblici). Il sindaco Graziano Delrio, l’assessore all’Ambiente Pinuccia Montanari e l’assessore alla Città storica Mimmo Spadoni insieme ai tecnici comunali, hanno illustrato quanto realizzato con l’ultimo intervento, nel corso di una simbolica passeggiata che segna la restituzione alla città del polmone verde più importante dell’esagono, testimone della storia di Reggio e della vita quotidiana di una comunità.
“Consegnamo ai tanti fruitori dei Giardini – ha detto il sindaco Delrio – l’ultimo lotto completamente riqualificato del parco, quello a Nord. Il contributo di progettisti e tecnici del Comune è stato anche in questo caso molto importante per quanto riguarda la qualità ambientale, la manutenzione e pulizia delle piante, varie delle quali storiche e di grande pregio. Un ambiente bello e accogliente è anche più sicuro e questo è un altro indubbio valore di questo intervento. I Giardini, adiacenti alla piazza Martiri del 7 Luglio, sono così pienamente integrati nella riqualificazione complessiva della parte Nord della città storica, come luogo di relazione, incontro e contatto urbano con la natura, qui rappresentata da una notevole varietà di essenze”.
Il Parco del Popolo, 60.000 metri quadrati, nacque 133 anni fa ed è il più antico parco di Reggio Emilia. È uno dei luoghi più suggestivi e significativi per la memoria della città, un grande polmone verde in una zona ad alta densità culturale e ricreativa, dove hanno sede i teatri Valli e Ariosto, l’Università, i Musei civici, la Galleria Parmeggiani e lo Spazio Gerra.
Come l’adiacente viale Allegri e l’area dell’Università, il parco è coperto dal servizio Wi-Fi, che consente la connessione senza fili e gratuita a Internet.
Il progetto di recupero
Obiettivo dell’Amministrazione comunale è stato il ripristino dell’immagine del parco consolidata negli anni Venti e dell’originale organicità d’insieme attraverso una serie di interventi: recupero della dimensione e della forma dei viali pedonali, ridisegno del perimetro originale delle aiuole, ristrutturazione della ‘Fontana Elefantino’, sistemazione di aiuole con la messa a dimora di alcuni alberi e arbusti da fiore, valorizzazione degli alberi esistenti e sostituzione di quelli deperiti, sistemazione delle scalinate in pietra, sistemazione degli ingressi al parco da via Nobili, viale Allegri e viale Isonzo, recupero dell’anello del vecchio galoppatoio, aumento dell’illuminazione, realizzazione dei nuovi impianti di irrigazione, videosorveglianza e rete fognaria, recupero e ristrutturazione degli arredi esistenti.
In particolare, nell’ultimo stralcio di lavori, appena concluso nell’area nord, è stata riscostruita la scalinata di ingresso su viale Isonzo, sostituiti alberi deperiti con altri e piantati dei nuovi, scegliendo essenze con fioriture, ampliato l’impianto di irrigazione, ristrutturati una parte degli arredi e ricostruiti i percorsi interni e le forme delle aiuole delimitate da cordoli in ferro.
Il costo complessivo di quest’ultimo intervento è stato di 200mila euro.
La storia e gli spazi
Tra alberi di pregio, piante rare e ampie zone di verde, si scorgono nel parco statue e reperti archeologici di varie epoche. Originariamente chiamato ‘giardini per il pubblico passeggio’, nel periodo fascista ha preso il nome di Parco del Littorio. Nel 1945, dopo la Liberazione, l’Amministrazione comunale ha deciso di intitolarlo ‘Parco del Popolo’. Il parco è stato progettato nel 1876 dall’ingegner Balzaretto. Fino al 1850 su quel sito sorgeva la ‘Cittadella’, fortezza difensiva costruita nel 1339 dai Gonzaga, allora signori di Reggio. Nel 1927, con l’edificazione del ‘Monumento ai caduti della Ia guerra mondiale’, inizia una fase di ristrutturazione: vengono inseriti nuovi vialetti, aiuole, sedute e arredi, ma anche il ‘Monumento dei Concordii’ di epoca romana e le statue raffiguranti le ‘Quattro Stagioni’, provenienti dal Palazzo Ducale di Rivalta.
Nel 1953 si aggiungono i busti di Ludovico Ariosto e Matteo Maria Boiardo.
Oggi il Parco del Popolo è il risultato di vari interventi. All’interno sono ancora presenti i platani dell’impianto originale.
Le caratteristiche delle diverse parti costituenti il parco sono riconducibili a 5 distinte zone, che si sono formate nel tempo e, di fatto, conservate sino ad oggi:
La prima, che va dall’area antistante la ‘piazza d’Armi’ sino all’anello ex pista di equitazione, si sviluppa per tutta la profondità del teatro, area nella quale risulta, ben inserita, la fontana dedicata all’abate Ferrari Bonini.
La seconda zona, il grosso anello derivato dalla vecchia pista di equitazione, o meglio, i tratti di esso che rimangono. Nato prima del parco, il galoppatoio ha di fatto condizionato la morfologia e il disegno del parco stesso.
La terza, l’area centrale del parco, inscritta all’interno nell’anello del galoppatoio e proprio per questo fortemente condizionata nel disegno di impianto, sviluppato per cerchi concentrici, è l’elemento principale del parco e luogo privilegiato di tutta l’area. Interessante notare come lo spazio in essa contenuto, se si configura in un primo momento proprio a causa di questo disegno forzoso come destinato a rappresentare una sorta di ‘giardino all’italiana’, nel tempo assuma sempre più le caratteristiche di un parco naturalistico vero e proprio.
La quarta, il ‘giardino romantico’, l’area verde all’estremità nord, ultima ad essere costituita al posto del precedente bastione murario, è anch’essa un’area che nel tempo non ha subito alcuna modifica mantenendo sino ad oggi le caratteristiche principali e l’impianto viario di progetto.
La quinta, il perimetro del parco, o meglio, i suoi confini con la città. Un aspetto rilevante dell’impianto del parco è come esso, contrariamente alla maggior parte dei parchi urbani esistenti, non risulti separato dalla città, ma al contrario cerchi in molte sue parti di integrarsi con essa e di porsi quale elemento connettivo e di relazione tra i diversi pezzi di città che gli si affacciano intorno.