Proseguono le iniziative di “Abitare popolare” che, a partire dal convegno “Le politiche abitative: tra pianificazione territoriale e aspetti gestionali” svoltosi lunedì 20 aprile nell’Aula magna dell’Università di viale Allegri, offre la possibilità per riflettere sul tema della casa.
Domani, giovedì 23 aprile, a partire dalle ore 16, nella sala conferenze dell’Ex-tribunale (via Emilia San Pietro 12), si terrà “Abitare le differenze”, il secondo convegno previsto dall’iniziativa. Nell’occasione, sarà presentato il progetto di autocostruzione associata che verrà realizzato nei prossimi mesi a Reggio Emilia.
ore 16.15 – saluto dell’assessore ai Lavori pubblici e Progetto Casa del Comune di Reggio Emilia Carla Colzi e introduzione lavori
ore 16.30 – relazione di Federica Anghinolfi, responsabile Servizi sociali dell’Unione bassa reggiana
ore 17 – intervento di Gianmarco Marzocchini, direttore Caritas della diocesi di Reggio Emilia e Guastalla
ore 17.30 – intervento di Felice Romeo di Sotto il tetto Srl su L’autocostruzione associata: una pratica di integrazione sociale:
L’autocostruzione associata permette a uomini e donne di diverse nazionalità di costruirsi in forma associata un’abitazione con le proprie mani. L’impegno degli autocostruttori a prestare la propria opera manuale in cantiere per un numero prestabilito di ore, guidati da architetti e tecnici esperti nella gestione di questo strumento, consente un forte contenimento dei costi di edificazione (fino al 60%). La finalità è dunque duplice: da un lato soddisfare a costi accessibili il bisogno abitativo di nuclei familiari a basso reddito e dall’altro promuovere nuovi percorsi di integrazione sociale.
Sempre domani, giovedì 23 aprile, alle ore 19, nelle Casette elemosinarie di via Fontanelli (numeri 12 e 14), si terrà l’inaugurazione della mostra “Aperto al pubblico! Trasloco popolare”. La mostra, promossa dall’assessorato comunale Lavori pubblici e Progetto casa e realizzata in collaborazione con il Teatro dei quartieri nell’ambito di ‘Fotografia Europea’, resterà aperta fino a domenica 24 maggio.
“Aperto al pubblico! Trasloco popolare”, la mostra
Le casette, di origine cinquecentesca e attualmente oggetto di un delicato intervento di recupero da parte dell’amministrazione comunale, saranno aperte per la prima volta per ospitare i ricordi delle case popolari degli anni ’50. Le case cittadine infatti accoglieranno scatoloni, mobili, suppellettili e idee provenienti dal Compagnoni, storico quartiere popolare della città di Reggio Emilia. Il Teatro dei Quartieri ha aiutato gli abitanti di Compagnoni nel trasloco, perché volevano portare con sé ogni cosa: i muri, i paesaggi dalle finestre, le chiacchiere nei cortili. In aiuto sono arrivati spontaneamente altri autori, frequentatori del quartiere, che hanno messo a disposizione le loro macchine fotografiche, hanno aperto le loro camere video che sono state riempite di cassette e cassette di materiali. Il trasloco è durato tutta l’estate 2008 come un viaggio incalzato dalle macerie, tormentato dal desiderio di portar in salvo quanto era possibile, alla fine tutti se ne sono andati con gli occhi pieni di immagini e le orecchie di parole e con un senso di urgenza che ancora non aveva forma. Era comunque stato fatto l’impossibile: era stato portato via tutto ciò che era intrasportabile. Il quartiere, diventato bidimensionale per esigenze di trasporto, ha recuperato tridimensionalità trasformando i suoi muri in carte da parati e tappezzerie, gli immobili sono diventati mobili, i pavimenti tappeti, i paesaggi tovaglie, solo gli abitanti sono rimasti ritratti in adesivi e magneti da appiccicare ovunque. Le case popolari ora sono fogli da disegno su cui ridipingere i muri, ridisegnare arredi e cortili. Ci sono storie raccontate con i giocattoli, altarini o con un libro di messaggi come tatuaggi sui muri, nelle immagini e nell’immaginario ciò che era grande è diventato piccolo e i particolari si sono ingigantiti. Il paesaggio esterno è ancora una forma di illuminazione per gli interni, le sedie sono state intrecciate per l’eternità e il televisore è sempre acceso su volti e parole. Il quartiere è per sempre riproducibile, pronto per arredare tutta la città. Tutte queste offerte scontatissime e altro ancora, stampate sul solito foglio pubblicitario, saranno infilate nelle cassette della posta del quartiere. Compagnoni, per gli autori in collettivo, è la tovaglia indispensabile per ritrovarsi ad apparecchiare un discorso sul significato della casa e della cosa pubblica come patria indivisibile, inalienabile, mentre l’avanzare dello spazio privato è sempre più sinonimo di privazione, divieto, ostacolo. Il futuro delle città, come spazio attraversabile e vivibile, si sta decidendo adesso e quello che insegna, con orgoglio, il quartiere Compagnoni è la consapevolezza che lo spazio pubblico è l’unica terra promessa. Attraverso la sua breve storia, Compagnoni è un tappeto volante che guida verso un futuro vertiginoso e irresistibile, perché è l’unico futuro possibile.
Gli artisti in collettivo sono: gli abitanti delle case popolari, Fabrizio Cicconi, Lorenzo Franzi, Lorenza Franzoni, Pietro Iori, Simon Lo, Romina Marani, Silvano Morini, Nicola Nannavecchia, Manuela Pecorari con l’aiuto di Sergio Subazzoli, Alessandro Scillitani, Federica Troisi, ZOOlibri.
Le foto di Romina Marani sono tratte da Un altro ponte verso l’Europa, recupero urbano e case popolari in provincia di Reggio Emilia, ricerca voluta dal Sunia provinciale di Reggio Emilia, lo Spi e la Cgil di Correggio.
Orari di apertura: 24- 25- 26- 28- 29 aprile, dalle ore 17 alle 20; 30 aprile e 1-2-3 maggio, dalle ore 10 alle 23; 8-24 maggio, dal venerdì alla domenica, dalle 17 alle 20.
Per informazioni: 0522/585224.