E’ stata battezzata ‘Capitale circolante’ e mira ad attuare un’iniezione di liquidità per almeno 2.000 imprese dell’Emilia Romagna che hanno problemi di fatture insolute, ma sono solide e ben patrimonializzate. E’ l’accordo siglato oggi a Bologna tra Confindustria Emilia Romagna e le banche Carisbo e Cariromagna.
L’intesa, cui collaborano anche Fidindustria Emilia Romagna ed Eurofidi che forniranno garanzie in misura del 50%, prevede una messa in campo di nuovi finanziamenti per un importo che puo’ arrivare fino a 200 milioni di euro complessivi, con crediti singoli alle imprese fino a 250 mila euro, e comunque non oltre il 25% dei fidi ordinati gia’ attivati dall’aziende con uno dei due istituti di credito firmatari dell’intesa.
L’iniziativa, si rivolge a 2.000 imprese selezionate tra quelle che sono iscritte alla Confindustria regionale e sono gia’ clienti Carisbo o Cariromagna.
In sostanza, gli insoluti ricevuti dalle aziende saranno addebitati dalle banche su un conto dedicato, una sorta di conto ‘B’.
L’azienda avrà tre mesi di tempo per incassare il credito e ridurre il fido, ripristinando lo spazio per eventuali ulteriori fabbisogni di liquidità con la stessa finalità. Alla fine dei tre mesi, gli importi dei crediti non saldati saranno trasferiti sul conto ordinario. L’operazione, che debutta in Emilia Romagna, potra’ essere replicata anche in Campania e nelle regioni dei distretti industriali come il Veneto e il Piemonte.
“Abbiamo pensato ad una risposta che fosse semplice, concreta e realizzabile sul breve termine – ha commentato in conferenza stampa il direttore generale regionale di Intesa Sanpaolo e direttore generale di Carisbo Giuseppe Feliziani – creando una linea di credito a parte che consenta di non indebitare la cassa delle aziende”.
L’accordo, che si inserisce nel solco dell’intesa anti-crisi siglata con la Regione Emilia Romagna (e che fissa lo spread tra l’1,25 e l’1,50%) soddisfa anche il presidente di Confidustria Emilia Romagna (6.000 associati in regione) Anna Maria Artoni che ha parlato di un’operazione utile all’obiettivo comune di “tenere acceso il motore delle imprese, evitando le chiusure e mantenendo l’occupazione”.
“Il problema del capitale circolante, legato agli insoluti, cioe’ ai clienti che non pagano, e’ uno dei primi che le nostre aziende ci segnalano – ha riferito, infatti, Artoni – e questa è una risposta concreta per dare un pò di respiro agli imprenditori”.
Tra le criticità, prosegue il numero uno di Confindustria Emilia Romagna, ci sono anche “l’incapacita’ di ottenere o mantenere gli affidamenti in essere, fattore su cui interviene la risposta dei consorzi fidi, e il problema dei comportamenti non omogenei da parte delle banche tra cui alcune hanno mantenuto una linea di coerenza, altre invece hanno avuto più paura”. Su questo ultimo punto, ha osservato Artoni, “insiste non a caso l’accordo con la Regione Emilia Romagna”, mirato, tra l’altro, anche al mantenimento dell’accesso al credito.
Risposte come queste “semplici e immediate – ha concluso il direttore generale di Cariromagna Franco Dall’Armellina – sono cio’ di cui le imprese hanno bisogno, considerato anche il fortissimo rallentamento di domanda di credito per i finanziamenti che abbiamo registrato”.
Dall’Armellina ha parlato, infatti, di “un 30- 40% di finanziamenti già deliberati ma che non sono stati erogati perchè i progetti di investimento hanno subito un rallentamento”.