Oltre 8 milioni di euro per sostenere le diverse forme associative dei Comuni dell’Emilia Romagna. Lo ha deciso la Giunta regionale che ha stabilito anche criteri e modalità per la concessione dei contributi.
Le risorse sono destinate alle Unioni di Comuni, alle nuove Comunità montane e al circondario di Imola (per le gestioni associate di funzioni
comunali), ma anche ad Associazioni di Comuni che si trasformano in Unioni entro il 2009 e a quei Comuni che potrebbero derivare da fusione o
incorporazione.
A queste risorse vanno aggiunti i 4,8 milioni di euro gia stanziati nel marzo scorso – che portano le risorse complessive per il 2009 a circa 13
milioni – destinati esclusivamente alle nuove Comunità montane ed alle Unioni che stanno procedendo alla riorganizzazione istituzionale e dei servizi erogati sul territorio montano emiliano-romagnolo. Inoltre, direttamente dallo Stato arriveranno, nelle prossime settimane, alle nuove Comunità montane ed alle Unioni subentranti alle Comunità soppresse circa 2,4 milioni di euro per sostenere il loro funzionamento.
“Queste risorse – sottolinea Gian Carlo Muzzarelli, assessore regionale alla programmazione territoriale e cooperazione con gli Enti locali –
vanno a sostenere il cantiere dell’autoriforma regionale, avviata con la legge 10 del 2008.
Siamo così in grado di garantire più efficacia e
qualità al governo del territorio in alcuni settori fondamentali come l’erogazione dei servizi, mettendo al centro lo straordinario lavoro dei
sindaci e delle Autonomie. La parola chiave è: semplificare. Per superare le sovrapposizioni di funzioni e servizi e e dare risposte più
vicine ai cittadini”.
A sostegno del riordino e del funzionamento delle nuove Comunità montane, del nuovo Circondario di Imola e delle Unioni subentranti a Comunità montane soppresse, previsti 5,2 milioni di euro a cui si aggiungono altri 2,7 milioni di risorse statali regionalizzate.
Ulteriori 100 mila euro sono destinati a sostenere studi di fattibilità per la costituzione di nuove forme associative, per la trasformazione di
Associazioni in Unioni, per fusione di Comuni e per il miglioramento delle gestioni associate ma anche a favore delle forme associative o dei Comuni che intendano costituirle.
In Emilia-Romagna la riforma degli enti locali associativi – anticipando le disposizioni della legge finanziaria 2008 – è stata avviata con il
“Patto interistituzionale per l’autoriforma dell’amministrazione, la razionalizzazione delle funzioni, il riordino istituzionale” sottoscritto nel 2007 dai presidenti della Regione e di Upi, Anci e Uncem regionali. Oltre al dimezzamento del numero delle Comunità montane – attraverso la trasformazione di alcune di esse in Unioni di Comuni ovvero attraverso l’inclusione dei Comuni membri in Unioni già esistenti o nel Nuovo Circondario Imolese -, la riorganizzazione ha portato alla riduzione a due del numero dei rappresentanti di ciascun Consiglio comunale, alla
costituzione di Giunte composte esclusivamente dai Sindaci dei Comuni membri ma soprattutto al non riconoscimento di indennità per la carica di assessore di Comunità montana.
“L’attribuzione alle Unioni di Comuni comprendenti Comuni montani delle funzioni esercitate in precedenza dalle Comunità montane – ha aggiunto Muzzarelli – ha risposto innanzi tutto all’esigenza di mantenere, comunque, in montagna la gestione di quei servizi che posseggono un valore decisamente strategico ai fini della tenuta e del consolidamento del tessuto sociale ed economico delle zone montane della regione”. Per il
2009, le domande vanno presentate entro il prossimo 15 giugno mentre per il prossimo anno le richieste andranno presentate entro il 28 febbraio 2010.
REQUISITI PER ACCEDERE AI CONTRIBUTI
Per accedere ai contributi – così come previsto dalla legge regionale 10/2008 – occorre che: lo Statuto preveda che la giunta sia composta
esclusivamente da sindaci e che la durata dell’unione non sia inferiore a 5 anni; il conferimento integrale da parte di tutti i Comuni della forma associativa di almeno tre funzioni tra quelle previste dalla normativa regionale e che non vi sia sovrapposizione tra forme associative titolate a presentare domanda (salva l’eccezione, prevista dalla legge, dell’Unione Alto Appennino reggiano e della Comunità montana Appennino reggiano, la prima all’interno della seconda) e fra
queste e ulteriori forme associative per le stesse funzioni, fatte salve quelle obbligatorie per legge (ad esempio l’Asp). Inoltre le unioni inoltre devono essere composte da almeno tre comuni con popolazione non inferiore a 15 mila abitanti oppure da almeno quattro Comuni: questo
requisito non si applica alle Unioni derivanti dalla soppressione di preesistenti comunità montane. Il programma prevede, tuttavia, per le Unioni già esistenti composte da soli due Comuni misure di salvaguardia ed il mantenimento dei contributi a condizione che, entro il 2010, vengano raggiunti i requisiti dimensionali minimi attraverso progetti di riorganizzazione ed ampliamento dei rispetti bivi ambiti territoriali.