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Reggio Emilia: conferenza nazionale delle lauree sanitarie

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Una due giorni di dibattiti per confrontarsi sul presente e sulle prospettive future delle lauree nella Professioni sanitarie in Italia, organizzato dall’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia che in questo modo si propone come autorevole sede di confronto e riflessione sulla evoluzione di queste Professioni.

Un meeting di primavera porterà a Reggio Emilia, sede di quattro importanti corsi di laurea in questa essenziale area medico-assistenziale ( le laurea di primo livello in Infermieristica, in Fisioterapia e in Tecniche di Radiologia medica per immagini e radioterapia e della laurea di secondo livello in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche), i principali esponenti accademici italiani, dirigenti di aziende ospedaliero-universitarie ed esponenti politici nazionali e locali che agiscono sulla determinazione e sulla programmazione del fabbisogno formativo del sistema universitario e sanitario nazionale.

“Struttura, qualità e sviluppo della formazione nelle lauree delle Professioni sanitarie in Italia ed in Europa” è il tema attorno al quale venerdì 15 e sabato 16 maggio 2009 negli spazi del Complesso universitario ex Caserma Zucchi (via Allegri, 9) di Reggio Emilia discuteranno i rappresentanti, presidenti di associazioni, manager sanitari, coordinatori didattici dei corsi di laurea e vertici del mondo accademico che concorrono alla formazione delle 21 figure professionali sanitarie riconosciute oggi in Italia.
Numerosissimi gli interventi e i partecipanti tra cui spiccano l’Assessore alla Sanità della Regione Emilia Romagna arch. Giovanni Bissoni, il Rettore dell’Università “La Sapienza” di Roma prof. Luigi Frati, il Presidente del CUN – Consiglio Universitario Nazionale prof. Andrea Lenzi, il Direttore Generale Ministero della Salute dott. Giovanni Leonardi.

“La conferenza – ha dichiarato il prof. Adriano Ferrari, organizzatore di questa due giorni – rappresenta il ‘luogo’ ed il ‘momento’ dove progettare insieme il futuro delle Professioni sanitarie, ad esempio discutendo e confrontandoci su quale forma dare alla prosecuzione dell’iter formativo dopo la laurea di primo livello. Tutto ciò sarà possibile anche grazie alla presenza di rappresentanti di tutti gli Atenei italiani, senza dimenticare due rappresentanti dell’Università dell’Aquila che nonostante le difficoltà in cui si trovano non hanno voluto disertare questo importante appuntamento”.

Cinque le sessioni in cui sono divisi i lavori, che avranno inizio venerdì 15 maggio alle ore 14.30 con una prima seduta su “Attualità in tema di rapporti università-regioni-aziende sanitarie”, inaugurata dal Rettore dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia prof. Aldo Tomasi, a cui seguirà un approfondimento su “Esperienze, prospettive, progetti”, ovvero un confronto tra la situazione italiana e quella europea e una valutazione sui percorsi di studio formativi alle professioni sanitarie.
Di “Qualità della didattica” si parlerà, invece, sabato mattina 16 maggio 2009 a partire dalle ore 8.45, che sarà preceduta da un saluto del Sindaco di Reggio Emilia dott. Graziano Del Rio, e che proseguirà con una seduta dedicata a “Sviluppo della ricerca” nell’ambito delle professioni sanitarie. A chiudere i lavori sarà una sessione organizzativa su “Progetti di lavoro della conferenza”, che dovrà definire progetti e prospettive future nell’ambito della conferenza permanente sulle professioni sanitarie.

“Per il nostro Ateneo e per tutte le altre università italiane, oggi alle prese con una difficile situazione economico-finanziaria che rischia di minacciare la qualità dell’offerta didattica e con l’esigenza di riformare profondamente i corsi, recependo le indicazioni provenienti dalla 270/2004 – commenta il Rettore prof. Aldo Tomasi – questa conferenza costituisce un’occasione unica ed importante per riprogettare in maniera coordinata e non concorrenziale la quantità e qualità dei corsi di laurea di primo e secondo livello nell’ambito di quelle Professioni sanitarie tanto indispensabili alla costruzione ed efficienza del sistema sanitario nazionale. Un confronto a più voci è necessario perché l’università non può portare da sola la responsabilità di definire quanti e quali figure professionali occorrono e, soprattutto, non può accollarsi da sola l’onere della loro formazione e preparazione, in quanto in questo caso svolgiamo un servizio ed una attività a favore del pubblico, della collettività. Occorre che il sistema sanitario nazionale, regionale e locale abbia piena consapevolezza di questo e concorra con più convinzione all’onere che ne deriva”.