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Fondi CEE, no all’esclusione del settore bieticolo-saccarifero regionale

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Confagricoltura dell’Emilia-Romagna condivide la posizione assunta dall’assessore all’Agricoltura, Tiberio Rabboni, circa l’esigenza di ricomprendere negli interventi di sostegno, provenienti da fondi CEE e predisposti dal ministero delle Politiche agricole, le produzioni bieticolo-saccarifere e di tutto il comprensorio del Parmigiano Reggiano.

La proposta ministeriale, sulla quale si è aperto un confronto, riguarda la ripartizione dei fondi europei destinati, come previsto dall’art. 68 del Regolamento (CE) 79/2009, al sostegno fino al 2014 di alcuni settori specifici agricoli, delle produzione di qualità e del miglioramento dell’ambiente e della commercializzazione. Questa proposta – che destina 147 milioni di euro e che ha mantenuto fede all’impegno assunto dal ministero di contenere il prelievo dagli agricoltori nella soglia del 3,6% – interessa unicamente i comparti dei bovini da carne, degli avicoli, del latte alimentare di alta qualità, della tabacchicoltura e del grano duro coltivato nel sud Italia e nelle aree svantaggiate, ma esclude produzioni particolarmente importanti per il territorio regionale come quella bieticolo-saccarifera e del Parmigiano Reggiano.

“Nello specifico, infatti, il comparto bieticolo-saccarifero emiliano-romagnolo ha già visto, a seguito di forti interventi di ristrutturazione, un taglio di produzione pari al 67,4% – spiega Guglielmo Garagnani, presidente di Confagricoltura dell’Emilia-Romagna -. E’ chiaro, quindi, che senza adeguate politiche di supporto volte a garantire un prezzo remunerativo alle barbabietole e allo zucchero, si rischia di veder scomparire definitivamente questa coltura dal territorio”. Lo stesso discorso vale per la produzione dell’intero comprensorio del Parmigiano Reggiano, che necessita di interventi volti a sostenerne la qualità ed a rilanciarne la presenza sul mercato con adeguate politiche a supporto della commercializzazione.

E’ contestualmente importante ed inderogabile – rimarca il presidente – che la gestione delle problematiche produttive disciplinate dall’art.68 avvenga senza mettere ulteriormente le mani nelle tasche degli agricoltori e senza aggravare la già insostenibile burocrazia che attanaglia le imprese. “Ciò – sottolinea Garagnani – può avvenire mediante una diversa ripartizione delle risorse già stanziate dall’art.68 fra le produzioni oggetto di intervento, in modo da recuperare nelle proposte ministeriali anche il settore bieticolo-saccarifero e quello del comprensorio del Parmigiano Reggiano”.