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Coldiretti: arriva l’estate estrema dopo le piogge record


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L’arrivo dell’estate è stato preceduto da una primavera che si classifica tra le piu’ piovose degli ultimi due secoli con precipitazioni che se a maggio con 141,7 mm caduti si sono posizionate al quinto posto dal 1830, nella prima metà di giugno hanno raggiunto un valore di 124,3 millimetri che è ben oltre il doppio del valore medio mensile 1971-2000 di 51,1 millimetri . E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione del cambiamento di stagione del 21 giugno, sulla base delle rilevazioni degli esperti dell’Osservatorio Geofisico del Dipartimento di Ingegneria dei Materiali e dell’Ambiente dell’Universita’ degli studi di Modena e Reggio Emilia.


Dopo che la primavera del 2007 si era classificata come la piu’ calda degli ultimi due secoli, l’andamento del 2008 mette in evidenza come il cambiamento climatico in atto favorisca una forte variabilità. Una alternanza che, secondo i climatologi, con ondate di calore e piogge, riguarderà l’estate in arrivo in ritardo sulla penisola con maggiore frequenza di eventi estremi.

Il lago di Garda a Peschiera e il lago di Iseo a Sarnico si trovano – riferisce la Coldiretti – ad una altezza idrometrica di soli dieci centimetri al di sotto del massimo storico del periodo che è distante di 40 centimetri per il lago Maggiore a Sesto Calende, mentre quello di Como a Malgrate è sui valori medi. Un effetto della maggiore piovosità soprattutto al Nord che – sottolinea la Coldiretti – è confermata dalle manifestazioni temporalesche che si sono verificate mandando in tilt le coltivazioni con la caduta di precipitazioni abbondanti che hanno pregiudicato i raccolti soprattutto nella pianura padana, ma anche in altre zone della Penisola. Danni si registrano su produzioni di pregio come ciliegie di Vignola, prugne e susine ma anche su prodotti come le pesche, le pere, le mele, i meloni e i cocomeri, cui l’eccessiva pioggia rischia di provocare malattie che possono annullare il 30 per cento delle produzioni. Molti ettari di frumento sono a terra e pesante è anche la situazione dei foraggi, dove l’acqua ha fatto marcire il primo taglio. I produttori, oltre alle perdite economiche causate dalla mancata produzione, si ritroveranno a dover sostenere maggiori costi per scongiurare il rischio di malattie alle coltivazioni rimaste in campo, per acquistare mangimi negli allevamenti e per ripristinare i terreni dove il raccolto è andato distrutto.

Se aumento dell’intensità delle precipitazioni, sfasamenti stagionali e modificazione della distribuzione della pioggia sono i principali cambiamenti climatici osservati, si registra anche – sottolinea la Coldiretti – una più elevata frequenza di eventi estremi, che determinano un sensibile aumento dei rischi erosivi che sono una delle cause principali di degradazione della fertilità del suolo. Determinano infatti – spiega la Coldiretti – una riduzione dell’infiltrazione, della capacità di immagazzinamento dell’acqua e una perdita di elementi nutritivi che si traduce in un habitat meno favorevole alla crescita delle piante ed alla sostenibilità delle attività agricole nel tempo. Si tratta di processi – conclude la Coldiretti – che rappresentano una nuova sfida per l’impresa agricola che deve interpretare il cambiamento e i suoi effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio, dove sette comuni italiani su dieci sono interessati dagli oltre 21mila chilometri quadrati di territorio nazionale considerato a rischio per frane e alluvioni.