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Le difficoltà del sistema alberghiero bolognese


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E’ allarme rosso per gli albergatori di Federalberghi Bologna che illustrano una serie di dati molto preoccupanti per il futuro turistico e alberghiero bolognese, lanciando tre precisi appelli alle istituzioni della città.

“Le prospettive non sono affatto buone – dichiara il Vicepresidente Ascom Celso De Scrilli, numero uno di Federalberghi Bologna, illustrando i risultati dei primi mesi del 2008. L’occupazione media a camera risulta stazionaria rispetto al 2007, con valori sempre molto bassi, però emerge un ulteriore valore negativo per quanto riguarda i ricavi che si attestano al – 8 %. Per portare un esempio – cita De Scrilli – il fatturato di un albergo negli ultimi tre anni è diminuito del 25 %, con costi che sono invece esplosi, rispetto agli anni precedenti (nell’ultimo triennio: energia elettrica + 40%, costo del lavoro + 8,1%, materie prime + 20%).
Gli albergatori, già oggi, con una occupazione media camere intorno al 50% (che rappresenta il punto di “break even” secondo gli esperti di economia turistica) si troveranno a breve ad affrontare un ulteriore aumento dell’offerta non compensato da un adeguato aumento della domanda; infatti, a quelle esistenti si andranno a sommare altre 2000 camere per le aperture di un’altra decina di alberghi e la progettazione di altrettante strutture alberghiere sia a Bologna che in Provincia.
Ci chiediamo quali siano i motivi economici in base ai quali il Comune di Bologna continua a prevedere nel proprio piano regolatore delle aree a destinazione ricettiva senza una seria programmazione turistica in grado di aumentare il flusso di visitatori”.

Gli albergatori di Federalberghi hanno deciso, pertanto, di illustrare alla stampa tre richieste formali che invieranno in questi giorni al Comune e alla Provincia di Bologna:
• La moratoria sulle aperture di nuove strutture alberghiere che, inesorabilmente, vanno a minare i risultati economici degli alberghi esistenti.
• L’abolizione del vincolo di destinazione d’uso alberghiero per permettere la modifica degli immobili in strutture destinate a civile abitazione o ad altre attività.
• La convocazione di un Tavolo di coordinamento ristretto (Comune, Provincia, Camera di Commercio e Associazioni albergatori) per decidere in maniera unitaria la vocazione e le politiche turistiche della città. Infatti, viste le esigue risorse, occorre concentrarsi su obiettivi condivisi che abbiano una durata pluriennale per non disperdere le forze in progetti privi di un reale ritorno economico in termini di presenze e fatturato sulla città.
E’ opinione di Federalberghi che una città come Bologna che non ha forti vocazioni industriali ma che possiede un importante tessuto commerciale debba puntare sul turismo che è l’unico settore che continua a crescere, a livello mondiale, soprattutto per quanto riguarda il turismo artistico e culturale che registra tuttora una crescita costante dal 2 al 4 % annuo.

“E’ fondamentale, perciò, una adeguata pianificazione delle strategie turistiche del territorio bolognese – sottolinea Annalisa Piccinelli, Presidente dei Giovani Albergatori – per garantire un futuro del nostro settore”.
“Non bisogna dimenticare inoltre – sostiene il Direttore Ascom Bologna Giancarlo Tonelli – che il turismo crea una ricaduta economica anche su tutto il settore del commercio e della ristorazione che, in una situazione di crisi dei consumi delle famiglie bolognesi, non va affatto sottovalutata.
“Gli obiettivi riguardanti gli interventi turistici – sottolinea Paola Vannini Vicepresidente Federalberghi Bologna e Presidente di Bologna Incoming – devono essere chiari, orientati a caratterizzare la destinazione Bologna, condivisi e partecipati da tutti i componenti al Tavolo di Coordinamento”.
Le iniziative dovranno essere coerenti con il programma: grandi eventi culturali e sportivi, mostre artistiche importanti ed azioni promozionali devono integrarsi e coordinarsi per una completa azione di rilancio turistico.

(Federalberghi Bologna)