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Confcommercio-Confesercenti ER contrarie a progetto legge regionale agriturismo


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Il progetto di legge recentemente approvato dalla Giunta regionale per la disciplina dell’agriturismo non soddisfa Confcommercio e Confesercenti Emilia Romagna in quanto non delinea criteri e requisiti di qualità e tipicità necessari per lo sviluppo del settore e per dare un significativo valore aggiunto al turismo dell’Emilia Romagna.

Come si legge in una nota delle due Associazioni, il provvedimento così impostato porterà quasi certamente ad aumentare il numero delle strutture agrituristiche (attualmente sono ben 809 sul territorio regionale, ma ce ne sono altre 533 attualmente iscritte all’elenco regionale in attesa di entrare nel settore) che si aggiungeranno ai ristoranti e alberghi tradizionali senza una adeguata caratterizzazione e legame col territorio. Senza contare che, così come indicato nella relazione al progetto di legge, sono ben 80.000 le aziende che compongono l’imprenditoria agricola regionale!
In particolare nel testo approvato è stata modificata la composizione dei prodotti da utilizzare per la somministrazione dei pasti abbassando dal 40 al 35% la percentuale dei prodotti propri, rispetto alla legge attualmente in vigore.
Inoltre pur avendo abbassato il numero dei pasti giornalieri somministrabili viene prevista la possibilità di elevarli nuovamente in base al numero di camere autorizzate.

“Va segnalato che – specifica Davide Urban, Direttore Regionale di Confcommercio Emilia Romagna – nella composizione dei prodotti da utilizzare per la somministrazione di pasti e bevande non c’è più distinzione tra prodotti regionali a marchio tipico e prodotti di altre aziende agricole, che vengono accorpati in un’unica tipologia di prodotto. E’ inoltre necessario chiarire cosa comporterà l’estensione dell’attività agrituristica anche alle aziende agricole costituite in forma di società di capitali, prevista dal testo approvato”.
Aumenta poi in modo eccessivo la capacità ricettiva fino a quasi raddoppiare, passando da 8 a 15 camere (elevabili a 20 in determinati casi), mentre in altre attività imprenditoriali oltre le 7 camere si è soggetti alla normativa alberghiera. Viene introdotta una nuova forma di ospitalità, quella rurale-familiare, per la quale è possibile derogare al principio della connessione con l’attività agricola.
Per quanto riguarda il sistema di controllo, non ci sono garanzie sufficienti; infatti i controlli previsti hanno cadenza triennale.

“Ci aspettiamo modifiche importanti rispetto al testo attuale nel corso dell’iter del provvedimento – sostiene Stefano Bollettinari, Segretario regionale della Confesercenti. Sarebbe un importante segnale verso un agriturismo di sempre maggiore qualità che realizzerebbe non solo una più soddisfacente parità di trattamento tra le diverse attività economiche ma anche e soprattutto una valorizzazione degli agriturismi esistenti rispetto a una più che probabile proliferazione di tali attività”.