Home Nazionale Maroni: ”500 militari contro la criminalità organizzata”

Maroni: ”500 militari contro la criminalità organizzata”


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Altri cinquecento militari ”da destinare nelle aree dove c’è un’evidente emergenza criminale, per un più efficace controllo del territorio”. Dopo la strage di extracomunitari avvenuta giovedì scorso nel casertano, il Governo decide di fronteggiare così l’emergenza criminalità.

Ad annunciarlo, al termine del Consiglio dei ministri riunito oggi a Palazzo Chigi, è il ministro dell’Interno Roberto Maroni.

Cinquecento soldati in più che – sottolinea il ministro della Difesa La Russa – non saranno scelti fra i tremila che già pattugliano le città italiane e rimarranno nelle aree ”per tre mesi e senza una proroga automatica”.Maroni ha sottolineato la necessità di rendere più sicuro il territorio e, commentando l’arresto, avvenuto ieri, di uno dei presunti killer di Castelvolturno che beneficiava dei domiciliari, ha invocato un intervento ”per evitare che la magistratura possa concedere gli arresti domiciliari a chi è accusato di associazione mafiosa”Il ministro ha anche annunciato una stretta sull’immigrazione, resa necessaria dall’aumento del 60% rispetto all’anno scorso del numero dei clandestini (14.200 da gennaio a settembre 2007 e 23.600 nello stesso periodo del 2008”.

”Si procederà subito alla realizzazione di dieci nuovi centri di individuazione e permanenza, gli ex ‘cpt’, con i relativi finanziamenti previsti per il 2008, il 2009 e il 2010”.
Diventeranno poi più severe le norme che riguardano le richeste di asilo in Italia e i ricongiungimenti familiari. Nel primo caso, sarà il ”ministro competente a stabilire un luogo di residenza nell’attesa che la domanda venga valutata”, il che comporterà ”un controllo maggiore di coloro che vengono in Italia e richiedono asilo”.

Per quanto riguarda i ricongiungimenti familiari, il governo ha deciso di rendere più difficile la procedura imponendo agli immigrati il costo del test Dna che accerti l’appartenenza allo stesso nucleo d’origine.

‘Se l’autorità consolare non è in grado di accertare l’identità di chi chiede asilo, nel caso di parentela – ha spiegato Maroni – il console deve richiedere a chi chiede di entrare il test del dna, con spesa a carico del richiedente”. Ma non è tutto. I ricongiungimenti saranno limitati al ”coniuge, i figli maggiorenni e i genitori” e il decorso del termine non porterà al silenzio-assenso e quindi la concessione automatica”.

Fonte: Adnkronos