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Terrorismo islamico: perquisizioni della GdF nel nord Italia


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Oggi, dopo indagini durate oltre due anni, il Nucleo di Polizia Tributaria di Trento ha eseguito, con l’ausilio di numerosi reparti della Guardia di Finanza del Nord Italia, circa 60 perquisizioni nei confronti di aderenti al movimento politico religioso ‘Al Adl Wal Ihsan – Giustizia e carità”, dichiarato fuori legge in Marocco. Le attività sono state condotte da circa 250 finanzieri nelle province di Trento, Bolzano, Padova, Bologna, Modena, Brescia, Cremona, Milano, Torino, Cuneo, Vercelli, Novara, Genova ed Ascoli Piceno.


Contestualmente, i Carabinieri hanno eseguito quasi 80 interventi nelle province di Udine, Pordenone, Gorizia, Trieste, Belluno, Treviso, Venezia, Verona, Vicenza, Modena, Bologna, Brescia, Ascoli Piceno e Prato.

Le indagini, dirette a Trento dal pm Pasquale Profiti e a Udine dal pm Giorgio Milillo, della Direzione Distrettuale Antimafia di Trieste, sono state svolte in stretta sinergia e costante scambio informativo dalle Fiamme Gialle e dai militari dell’Arma.

Gli investigatori, inizialmente impegnati nel monitoraggio delle organizzazioni a vocazione eversiva operanti nel territorio di competenza, hanno ricostruito la struttura organizzativa del movimento, identificato centinaia di suoi aderenti, per la maggior parte di origine marocchina, tracciato la mappatura delle fonti di finanziamento e delle modalità di trasferimento all’estero dei fondi raccolti. Il progetto di costituire un califfato islamico, partendo dal Regno del Marocco, doveva scattare nel 2006, ma è stato successivamente rinviato dall’organizzazione.

E’ ancora presto per dire se c’erano concreti progetti eversivi in Italia e in Marocco e se la maggior parte degli aderenti fosse consapevole delle reali finalità perseguite dai vertici di Giustizia e Carità, alla costante ricerca di proseliti per allargare la propria base di consenso: in pubblico si evidenziano per iniziative caritatevoli e per la volontà di cambiare, in meglio, le condizioni di vita nel proprio Paese.

Dall’insieme degli elementi raccolti nel corso delle indagini si ritiene comunque che il movimento, nonostante non inneggi in modo chiaro ad azioni violente, sia comunque integralista e fondamentalista a vocazione islamica sovversiva, che prevede l’adozione della Sharia come fondamento costituzionale ed il riconoscimento del movimento come unico partito politico islamista.