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Crisi in Emilia Romagna: 2009 difficile, ripresa solo nel 2010


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Il pil regionale, che si prevede in caduta libera nel 2009 (-2,2%, dato mai riscontrato dal dopoguerra), dovrebbe tornare a salire, seppur moderatamente, nel 2010 (+0,8%). Anche in Emilia Romagna dunque i primi spiragli di luce nel buio profondo della crisi economica in atto si vedranno dunque solo tra almeno un anno.

Secondo il rapporto congiunturale Unioncamere-Confidustria-Carisbo che fotografa il 4° trimestre 2008 nel settore manifatturiero, a soffrire maggiormente nel corso di tutto il 2009 saranno gli investimenti fissi lordi, per i quali si prevede una flessione del 7,3%, in aggiunta al calo dell’1,3% già registrato nel 2008.

La spesa delle famiglie, dopo la stagnazione del 2008, dovrebbe diminuire dello 0,6%.

Negativo anche il futuro dell’export, per il quale si ipotizza un calo dell’8,2%, dopo quello dello 0,7% registrato nel 2008.

In flessione (del 7,1%) tutte le attività industriali (estrattive, manifatturiere ed energetiche): anche le industrie delle costruzioni dovrebbero accusare una diminuzione del valore aggiunto del 4,1%.

Quando arriverà la ripresa, nel 2010, la spesa per le famiglie – recita il rapporto Unioncamere-Prometeia – dovrebbe recuperare sul calo accusato nel 2008: non altrettanto si prevede per gli investimenti fissi lordi, che dovrebbero subire una nuova diminuzione (-1,1%), anche se molto più contenuta.
L’export tornerebbe crescere, sia pure leggermente (+0,7%), tuttavia più che nel resto d’Italia.

In generale, il 2010 viene visto come l’anno di una lenta ripresa: l’Emilia Romagna, sempre nelle previsioni, riuscirà comunque a crescere più del Paese, confermandosi tra le regioni italiane più dinamiche.

Intanto, in assenza di segnali eclatanti come fallimenti o licenziamenti, si pensa a come arginare la crisi in atto: il presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, darà il via la prossima settimana a una cabina di regia regionale per portare avanti l’accordo che verrà siglato domani a Roma con il Governo sugli ammortizzatori sociali.

Dal canto suo la Cgil, per bocca del segretario generale dell’Emilia Romagna Danilo Barbi, invita a trovare un accordo urgente con le parti sociali per concentrare gli investimenti pubblici ed evitare licenziamenti, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione.
Intanto sia il sindacato che Confindustria Emilia Romagna chiedono l’allungamento dei tempi di utilizzo della cassa integrazione, ordinaria (3 milioni le ore autorizzate nel 2008) e straordinaria.