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Piano territoriale regionale dell’Emilia-Romagna


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sociale«Il piano territoriale è uno nuovo strumento di governance che contiene strategie indirizzi e obiettivi per l’Emilia-Romagna del futuro. È la cornice di riferimento per le scelte delle famiglie, dei lavoratori e delle imprese: un invito a progettare e immaginare il futuro». Lo ha affermato l’assessore regionale alla programmazione e sviluppo territoriale Gian Carlo Muzzarelli nel corso dei lavori dell’Assemblea legislativa Emilia-Romagna durante la comunicazione della Giunta sulla fase conclusiva dell’iter del Piano territoriale regionale (il Ptr).

Il Ptr è il principale strumento di programmazione territoriale della Regione con cui questa traccia la rotta – a quasi 20 anni di distanza dal primo Ptr, che fu approvato nel 1990 – di quello che dovrà essere il “sistema Emilia-Romagna” del futuro. Il 10 luglio 2007 con le linee di indirizzo del Ptr si è aperta una ampia fase di consultazione dei territori e delle comunità provinciali dell’Emilia Romagna. Terminata questa fase, il Ptr adottato dalla Giunta potrà essere osservato dalle autonomie locali e dalle associazioni, nei prossimi 60 giorni, e alla fine passerà in Assemblea legislativa per l’approvazione.

«La famiglia – ha sottolineato l’assessore Muzzarelli – è la prima comunità alla quale dobbiamo e vogliamo prestare attenzione e sostegno. Essa deve essere aiutata a svolgere il proprio insostituibile ruolo di educazione e assistenza della persona e contribuire a diffondere valori civili e sociali. Sostenere le famiglie significa sostenere le persone, promuovere valori comuni e fare società».

Tra gli obiettivi della Regione c’è «la costituzione della Città Metropolitana di Bologna, punto di forza della Regione-Sistema. La Regione – ha aggiunto Muzzarelli – sosterrà le eccellenze, la creatività e l’innovazione in ogni città e ogni territorio per far crescere tutto il sistema regionale».

Per quanto riguarda l’economia, l’assessore ha ricordato che le imprese emiliano romagnole hanno bisogno di legalità, di una amministrazione pubblica efficiente e soprattutto di ricerca e trasferimento tecnologico eche è anche necessario sostenere la piena occupazione e i redditi dei lavoratori.

Inoltre, ha proseguito Muzzarelli «l’immigrazione mette in tensione la coesione sociale e l’identità delle comunità locali, il welfare e le politiche abitative e urbanistiche, ma dall’altro lato copre i vuoti del mercato del lavoro e riequilibra l’invecchiamento della popolazione. Lepolitiche di integrazione pertanto, ancor prima che una scelta, sono una necessità. Non ci proponiamo di cambiare i principi del patto sociale che hanno dato identità e forza alla società regionale: proponiamo diallargare il patto sociale a chi vuole investire il proprio capitale umano in questa regione e renderla ancora più ricca, aperta e vivace». Per lacrisi ambientale, la proposta della Giunta chiede di assumere con coraggio la sfida della dello sviluppo sostenibile: l’Emilia-Romagna può candidarsi ad essere il laboratorio nazionale della green economy».

Il Piano, per rispondere contemporaneamente a queste sfide, propone infine l’obiettivo di ripensare le città che rappresentano il motore dello sviluppo, della socialità, della cultura e dell’identità dell’Emilia-Romagna.