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Quinta edizione di “Doc in Tour”, rassegna di documentari nelle sale dell’Emilia-Romagna


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Ventidue documentari selezionati; trentuno sale coinvolte in ventotto località dell’Emilia-Romagna; centosessantaquattro passaggi di documentari in due mesi di rassegna; cinquemila gli spettatori che nel corso della scorsa edizione hanno assistito alle proiezioni. Sono alcuni numeri di Doc in Tour – Documentari in Emilia-Romagna, la cui quinta edizione prenderà il via l’1 aprile e si protrarrà fino al 31 maggio 2011.

Un crescente successo di pubblico registrato nelle scorse edizioni ha caratterizzato una rassegna che, anche quest’anno, proporrà documentari selezionati tra opere di autori o case di produzione emiliano-romagnoli, o con temi che riguardano la regione. Le sale cinematografiche regionali che ospitano Doc in Tour sono del circuito Fice, che riunisce i cinema d’essai, e gestite dai Comuni.

L’iniziativa è unica in Italia per il rapporto che ha saputo instaurare tra i film documentari (spesso non distribuiti oppure relegati in festival o canali tv tematici) e il pubblico delle sale cinematografiche.

Quattro i promotori dell’iniziativa (Regione Emilia-Romagna, Fice Emilia-Romagna (Federazione italiana cinema d’essai), Cineteca di Bologna – Progetto Fronte del Pubblico e D.E-R, associazione dei documentaristi emiliano-romagnoli) che è stata presentata oggi nella sede della Regione, nel corso di una conferenza stampa cui hanno partecipato, tra gli altri, l’assessore regionale alla Cultura Massimo Mezzetti, Alberto Tagliafichi (presidente Fice Emilia-Romagna), Claudio Reginelli (segretario Agis Emilia-Romagna), Angelita Fiore (D.E-R) e i curatori della rassegna Anna Di Martino e Davide Zanza.

“Siamo orgogliosi – ha detto Mezzetti – di aver scelto di sostenere una rassegna come Doc in Tour, verso la quale registriamo una confortante e crescente attenzione da parte del pubblico, per proposte che promuovono e valorizzano produzioni legate al territorio regionale. Non si tratta solo di un mezzo importante per la diffusione di un genere, quello documentaristico, che è un grande strumento di indagine delle nostre dinamiche sociali, ma anche di in sistema per la giusta valorizzazione delle sale d’essai e di tutti quei piccoli cinema che da sempre, in questa regione, offrono una programmazione di grande qualità”.

Il festival nasce dalla consapevolezza che il documentario è un importante strumento di indagine delle dinamiche sociali e in generale del nostro tempo. Punto di incontro fra creatività e informazione, il documentario è un mezzo di comunicazione innovativo e attuale: racconta e descrive aspetti peculiari della realtà che ci circonda offrendo spunti per una riflessione più profonda.

Il progetto si pone dunque l’obiettivo diffondere nel territorio la cultura del documentario, considerato anche come strumento per analizzare la propria storia e la realtà locale, e intende valorizzare il lavoro dei documentaristi che operano in Emilia-Romagna, nonché l’impegno sul piano produttivo della Regione, che partecipa in qualità di soggetto finanziatore alla realizzazione di alcune opere. La manifestazione consente poi, grazie al rilevante circuito di sale d’essai che caratterizza la realtà regionale, di distribuire lavori che difficilmente arriverebbero in sala.

I film in programma

I 22 documentari di quest’anno offrono spunti di riflessione su differenti tematiche: da immigrazione e integrazione (Il tempo delle arance) alla cronaca di Paesi e conflitti lontani (The land of jerry cans), fino al racconto della condizione femminile nelle diverse culture (1514. Le nuvole non si fermano; Didi–Bahini (Sorelle); Radio Sahar). Quindi si va dall’ambiente (Il suolo minacciato; Viaggetto sull’Appennino. A piedi da Piacenza a Rimini) al ritratto di autori, artisti e personaggi famosi (Maurizio Galimberti. The instant dada artist; Il pioniere del wireless: Guglielmo Marconi 1874-1937), dal racconto della storia d’Italia e della provincia (Caserme rosse. Il lager di Bologna; Memory. Fughe dalla democrazia; Note a margine. Appunti per un film sul sette luglio, Isola delle rose. La libertà fa paura; Buio in sala) alla costruzione di interessanti spaccati della nostra società tra cronaca e inchiesta (Ci provo; E’ stato morto un ragazzo. Federico Aldrovandi che una notte incontrò la polizia; La mia casa è la tua. Volti e momenti dal mondo dell’accogliere; Occupiamo l’Emilia; La prigione invisibile; Raunch Girl; Il valzer dello Zecchino. Viaggio in Italia a tre tempi; Sorelle d’Italia).