Divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. Nella giornata di ieri, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Modena ha applicato tale misura coercitiva a carico di B.L., nata nel 1967. In circa cinque mesi, da marzo a luglio di quest’anno, la donna ha molestato l’ex fidanzato con decine di telefonate e messaggi SMS, pedinandolo, importunandolo sul posto di lavoro e molestando anche i genitori del malcapitato.
B.L., dopo numerosi tentativi di riavvicinamento avvenuti con l’uomo mediante l’utilizzo di messaggi di posta elettronica, telefonate e vari incontri, incapace di accettare la decisione presa dall’ex fidanzato di interrompere il rapporto sentimentale ha, comunque, continuato in maniera incessante a contattarlo telefonicamente mediante la propria utenza mobile.
Sin dai primi episodi di molestie, personale della III Sezione della Squadra Mobile ha avviato le indagini del caso appurando quanto riferito dal cittadino nei confronti del quale erano rivolte tali condotte persecutorie.
Il risultato delle indagini svolte ha dimostrato, infatti, la ripetitività delle condotte sopra esposte che l’indagata ha messo in atto in maniera sistematica (ingiurie, strattonamenti, intrusione presso il luogo di lavoro dove presta servizio l’ex fidanzato).
A seguito di tali accertamenti, il pubblico ministero della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Modena ha richiesto al giudice per le indagini preliminari l’applicazione della misura coercitiva del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, vietando, in particolare, a B.L. di avvicinarsi all’abitazione dell’uomo o ai luoghi in cui lo stesso dovesse dimorare, di avvicinarsi al luogo dove questi svolge la propria attività lavorativa, nonché di mettersi in contatto mediante qualsiasi strumento o mezzo (telefonia fissa e mobile o strumenti telematici) con il malcapitato.