Home Politica Tre interrogazioni ed una risoluzione del Consigliere regionale Bignami (PDL)

Tre interrogazioni ed una risoluzione del Consigliere regionale Bignami (PDL)


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“Nella zona demaniale lungo le sponde del fiume Setta, nel Comune di Grizzana Morandi (Bo), a ridosso del centro sportivo di Pian di Setta, è presente da diversi anni un’area in cui giacciono numerosi detriti di provenienza varia, i quali, vista la mole dei medesimi, paiono configurare una discarica, presuntivamente abusiva, di materiale di risulta dell’attività di demolizione e costruzione visibile a tutti”. Lo rileva il consigliere Galeazzo Bignami (Pdl) in una interrogazione alla Giunta per sapere se la Regione è a conoscenza della situazione, come la valuta e quali iniziative intende assumere o siano state assunte dalle autorità competenti per porre rimedio a questa situazione. Il consigliere, inoltre, chiede di sapere per quali ragioni, ad oggi, non sono state assunte iniziative utili alla risoluzione della questione, visto che tale discarica abusiva si trova in area soggetta a tutela ambientale.

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“Tre delle nove Province della Regione Emilia-Romagna e nello specifico Bologna, Ferrara e Rimini hanno deciso di applicare la tassa sui passi carrai ritenendo di non poter fare fronte alle spese di manutenzione delle strade della rete provinciale”. Lo scrive sempre Galeazzo Bignami (Pdl) in una interrogazione alla Giunta per chiedere alla Regione se ritiene inopportuno, in un momento di crisi economica e di difficoltà, che le tre Province aggiungano ulteriori aggravi fiscali alla popolazione anziché decidere un ridimensionamento delle proprie spese. Il consigliere chiede anche se la Regione ritiene eccessiva la scelta adottata da queste tre Province considerando che le altre sei non hanno ritenuto indispensabile un analogo provvedimento e a quanto ammonta la spesa sostenuta dalla Provincia di Bologna per gli anni 2008, 2009 e 2010 per la manutenzione ordinaria e per quella straordinaria delle strade di propria competenza e quanto l’ammontare previsto per l’anno 2011.

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“Coloro che esercitano la professione medica sul territorio regionale sono i soggetti che, lavorando quotidianamente a contatto con gli utenti del Servizio Sanitario Regionale, più di ogni altro, sono in grado di rilevare sul campo, da un lato, le eventuali carenze dell’organizzazione sanitaria regionale, dall’altro, la molteplicità e varietà dei bisogni assistenziali, essendo così in grado di proporre, con competenza, le possibili soluzioni per soddisfarli”. Lo afferma Bignami in una risoluzione presentata all’Assemblea legislativa. Il consigliere, nel documento, impegna la Giunta, nell’ambito del processo di partecipazione e nell’esercizio delle sue facoltà di consultazione e confronto preventivo con le varie categorie di soggetti della società civile interessati, a richiedere un parere preventivo di merito, non vincolante, al Consiglio dell’Ordine dei Medici del Capoluogo della Regione, sugli atti propri e sulle proposte all’Assemblea legislativa di atti legislativi o amministrativi ritenuti rilevanti per l’impatto sugli investimenti nella sanità, o più in generale per l’incidenza sull’organizzazione dell’attività sanitaria in Regione e sull’esercizio della professione medica.

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La situazione occupazione all’interno di Ervet, società “in house” della Regione Emilia-Romagna che opera come agenzia di sviluppo territoriale, è oggetto di un’altra interrogazione di Galeazzo Bignami (pdl).

Il consigliere fa presente che la società, si avvale di diversi collaboratori con contratti a progetto (Co.co.pro) “senza che negli anni si sia valutata concretamente l’opportunità di una stabilizzazione delle professionalità interne all’Ente” e chiede quindi dalla Giunta regionale se si intenda dare corso ad un processo di stabilizzazione del personale Ervet e, in caso affermativo, con quali modalità.

Considerata la situazione di “precarietà cronica” in cui versano molti collaboratori di Ervet “che operano in regime di co.co.pro da oltre un decennio”, Bignami chiede inoltre all’esecutivo regionale una valutazione rispetto al rischio di dispersione della professionalità attualmente impiegate, le quali – sottolinea – “potrebbero, a fronte di migliori e più stabili proposte lavorative, abbandonare l’ente, con conseguente dequalificazione del personale”.