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Fumo: sigaretta al parco inquina piu’ dello smog, test a Milano


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(Adnkronos Salute) – Basta accendersi una sigaretta al parco e i livelli di smog s’impennano, arrivando a toccare picchi di gran lunga superiori a quelli delle giornate più inquinate. Ad aprire il dibattito sull’opportunità di pensare a spazi verdi no-smoking nelle metropoli sono gli studenti ‘007’ reclutati dal progetto ‘La Scuola della salute’, promosso dal ministero dell’Istruzione, università e ricerca in collaborazione con la Fondazione Irccs Istituto nazionale tumori (Int) di Milano e l’associazione Chiamamilano. I risultati del test, condotto da un pool di ragazzi del liceo al Parco Sempione nel cuore del capoluogo lombardo, sono stati presentati oggi nella sede di Chiamamilano. “Una persona che in un parco si trova vicino a un fumatore – avvertono gli autori dell’esperimento – respira una quantità di polveri sottili più che tripla rispetto a quella che respirerebbe in una delle giornate più inquinate”. Ma a volare alle stelle per colpa di una ‘bionda’ al parco, aumentando anche di oltre 40 volte, è soprattutto il carbonio organico: un indicatore dei livelli di idrocarburi policliclici aromatici, la frazione più tossica del particolato fine. La tesi, confermata più volte dagli esperti dell’Int con numerosi esperimenti eseguiti in diretta in Istituto, è che “il fumo passivo è un fattore di rischio elevato non solo nei luoghi chiusi, ma anche in quelli aperti come i parchi”. E ora arriva una nuova prova, grazie alle rilevazioni condotte sotto la guida degli specialisti dell’Irccs di via Venezian dagli alunni dei licei Agnesi di Milano, Machiavelli di Pioltello e Zucchi di Monza. Per misurare sul campo i danni da fumo, infatti, la Scuola della salute ha organizzato un vero e proprio laboratorio di ricerca che vede protagonisti i ragazzi. Per misurare l’effetto inquinante della sigaretta al parco, si è scelta una posizione centrale all’interno del Parco Sempione, a una distanza di circa 200 metri dalla strada per ridurre al minimo le possibili interferenze degli scarichi dei motori.

I test sono stati effettuati tra le 14 e le 17 di una giornata-tipo parzialmente soleggiata, senza vento o con brezza lieve e una temperatura di 23 gradi centigradi. Per le rilevazioni sono stati utilizzati 3 diversi tipi di analizzatori, in grado di rilevare sia le frazioni Pm10, Pm2,5 e Pm1, sia il black carbon e il carbonio organico. Tutti gli apparecchi sono stati esposti all’aria del parco per oltre un’ora, in modo da poter ‘depurare’ i risultati delle successive misurazioni dall’effetto dell’inquinamento di fondo (il cosiddetto background urbano). Dopo aver registrato i livelli di background, quindi, alcune sigarette sono state accese e posizionate a una distanza variabile tra 50 centimetri e 2 metri dagli analizzatori, per un periodo complessivo di 30 minuti.Gli studenti-scienziati hanno così osservato che l’accensione delle sigarette provocava un aumento immediato degli inquinanti. Grafici alla mano, vicino al ‘fumatore virtuale’ le polveri fini Pm10 hanno raggiunto punte di quasi 250 microgrammi per metro cubo d’aria. Mentre il carbonio organico è schizzato fino a quasi 450 microgrammi/metro cubo: circa 40 volte in più rispetto alla media rilevata lontano dalla sigaretta (meno di 10 microgrammi/metro cubo).