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Biomasse, Defranceschi: “Continua l’imbroglio delle centrali: a Finale Emilia non ci sono i requisiti per la riconversione”

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Andrea-Defranceschi“La centrale a biomassa di Finale Emilia non s’ha da fare: abbiamo scoperto che l’impianto infatti non ha i requisiti per essere aperto. La riconversione dell’ex zuccherificio a centrale a biomassa, necessiterebbe di una lunga lista di precondizioni di cui nel caso di Finale Emilia non v’è traccia. Tra queste, l’accordo di filiera con le organizzazioni dei produttori, condizione ritenuta inderogabile per la sostenibilità dell’operazione, come previsto dall’Accordo di riconversione produttiva del 2007. Fra le altre cose, l’alimentazione della centrale deve avvenire esclusivamente con le materie di origine agricola reperite in aree poste entro un raggio di massimo 50 km dall’impianto – e non con rifiuti o sottoprodotti come invece è previsto: nel caso di Finale invece, non vi è nessuna filiera di produzione agro/energetica per l’alimentazione della centrale. Così come non vi è nessuna Organizzazione di produttori, non vi è nessun accordo di filiera né alcun contratto quadro.

Chi ha sottoscritto il presunto accordo (datato 6/03/2013), la proponente CoProB-Italia Zuccheri spa, non è soggetto titolato a farlo, ma suvvia: si prescinda pure dai presupposti cosiddetti “imprescindibili”?

Con una risoluzione chiedo alla Giunta di impegnarsi a rendere nulla ogni autorizzazione concessa per la costruzione della centrale elettrica a biomassa di Finale Emilia, non sussistendo i presupposti imprescindibili definiti dall’accordo di riconversione firmato tra le parti nel 2007, nel rispetto del ruolo della Regione Emilia-Romagna così come definito dal “Piano per la razionalizzazione e la riconversione della produzione bieticolo –saccarifera”.

Quella per bloccare le centrali a biomasse è un’altra di quelle battaglie che stiamo portando avanti congiuntamente e a ranghi serrati: il nostro deputato Vittorio Ferraresi ha presentato giusto due settimane fa un’interrogazione alla Commissione Agricoltura della Camera per interrompere il finanziamento della centrale, e chiedendo per l’appunto la revocare le autorizzazioni rilasciate a Domus Energia/CoProB.

Mentre le senatrici Elisa Bulgarelli e Michela Montevecchi hanno pronto un emendamento soppressivi al Dl del Fare: “Proporremo di abrogare i commi 4-bis e 4-ter del Decreto del Fare perché assieme costituiscono lo strumento per calpestare tutto e tutti e realizzare le riconversioni degli zuccherifici in barba ad ogni regola – ha spiegato Elisa Bulgarelli, che ha lavorato con la nostra amica e sua collega Montevecchi – Assieme a Michela abbiamo già più volte, inascoltate, interrogato il Governo sul progetto PowerCrop della Centrale di Russi (RA), e c’è anche la questione aperta a Finale Emilila (MO). Questi due commi invece darebbero ai progetti di riconversione lo status di ‘INTERESSE STRATEGICO NAZIONALE’ e consentirebbero la gestione straordinaria da parte di un COMMISSARIO plenipotenziario.

E’ evidente il tentativo di aggirare il pronunciamento con il quale la Corte Costituzionale aveva cassato il comma 2 dell’art. 29 del DL 5/2012, il così detto ‘semplificazioni’ (http://www.cortecostituzionale.it/actionSchedaPronuncia.do?anno=2013&numero=62).

Tecnicismi che possono annoiare o essere tenuti poco rilevanti, ma che si da’ il caso siano invece ritenuti indispensabile per dare senso all’avvio di un impianto che altrimenti non solo non ha motivo di esistere, ma che creerebbe un danno all’agricoltura e all’ambiente non indifferente.

Il modo in cui si tenta di aggirare legge e volontà popolare è inaccettabile, soprattutto considerando che spesso questi progetti mascherano da ‘energie rinnovabili’ attività in realtà molto impattanti dal punto di vista ambientale e paesaggistico, che pongono a rischio la salute dei cittadini”.

Andrea Defranceschi, capogruppo Movimento 5 Stelle Regione Emilia-Romagna