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Università: dichiarazioni dell’assessore regionale Manzini e dell’On.Ghizzoni


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“La Regione è al fianco degli atenei in questa battaglia”. Così ha dichiarato l’assessore regionale all’Università, Paola Manzini, intervenendo questa mattina alla riunione straordinaria congiunta dei
senati accademici degli atenei dell’Emilia-Romagna.


“Quella di oggi è una iniziativa importante, perché riunisce le quattro università della nostra regione e perché il tono utilizzato dai rettori è
propositivo e non solo di denuncia del testo del decreto 112 – ha detto l’assessore Manzini – Nelle parole dei rettori ho sentito la disponibilità a fare la propria parte, in un’ottica di riorganizzazione. Anche se, quando si parla di riforme, è molto difficile partire dal taglio drastico delle risorse”.
“Non possiamo neanche negare – ha continuato Manzini – che la trasformazione in fondazioni delle università apra un processo di vera e propria privatizzazione dei nostri atenei, e questo non è il primo atto di indebolimento che le università devono sopportare. Nei documenti che circolano sul tema del federalismo non c’è traccia del sistema degli natenei, ma credo che le università non debbano chiudersi nei confini delle regioni, ma devono guardare al Paese e se possibile al mondo. La Regione – ha concluso – è al fianco degli atenei in questa battaglia per conquistare
maggiori investimenti da utilizzare nella ricerca e nella didattica, consapevole che il sapere rappresenta la risorsa principale per il futuro
del Paese”.

“Università, la sola preoccupazione del governo è tagliare”. E’ quanto sostiene l’on. Manuela Ghizzoni del PD che questa mattina ha
partecipato a Bologna all’incontro con i Rettori delle quattro Università dell’Emilia-Romagna.
“Intervenire sul sistema scolastico e universitario con la sola preoccupazione di tagliare tradisce una prevenzione ideologica nei confronti del sistema pubblico di istruzione e formazione”. E’ quanto sostiene l’on. Manuela Ghizzoni, capogruppo PD nella commissione Istruzione e Cultura della
Camera che questa mattina ha partecipato a Bologna a un incontro con i Rettori dei quattro Atenei dell’Emilia-Romagna. Al centro dell’incontro i provvedimenti del governo e i tagli all’università contenuti nella manovra finanziaria di Tremonti.
“Quello che emerge dalla mobilitazione avviata dagli Atenei – spiega la parlamentare del PD – è la richiesta di un ripensamento dei provvedimenti
annunciati e la predisposizione di un piano che finalmente ponga al centro della politica universitaria autonomia, responsabilità e valutazione. Una richiesta che ci vede pienamente concordi ma che va in direzione diametralmente opposta a quanto previsto dalla manovra del governo”.
Il provvedimento del governo prevede un limite al turn over delle assunzioni del personale pari al 20% delle cessazioni dal servizio verificatesi l’anno
precedente. Questo vuol dire che per assumere un giovane ricercatore occorrerà attendere che siano andati in pensione almeno 5 professori. “In
questo modo – spiega l’on. Ghizzoni – si preclude l’accesso dei giovani insegnanti e ricercatori e allo stesso tempo non si mette in campo alcuna
strategia per per innovare la qualità della didattica e della ricerca. Se gli Atenei assumeranno giovani lo potranno fare solo grazie ai 140 milioni stanziati dal governo Prodi nella finanziaria 2007”.
La manovra prevede anche una riduzione del Fondo di Funzionamento Ordinario, di oltre un miliardo e mezzo nel quinquennio 2009-2013.
“Un taglio – precisa la parlamentare – che comprometterà l’intera operatività sia della didattica che della ricerca dell’università (l’85 per
cento della ricerca in Italia viene fatta all’interno delle università).

Quello che resta sarà assorbito completamente dalle spese di personale che sono incomprimibili e obbligatorie.
Il provvedimenro del governo non si limita a tagliare, prevede la possibilità per le Università di trasformarsi in Fondazioni di diritto privato.
“In sostanza una forma spuria di parziale privatizzazione dell’Università italiana” spiega la Ghizzoni.
“Noi abbiamo contrastato questa ipotesi perché una riforma di questo rilievo non può essere approvata con un solo voto di fiducia, ma va discussa e approfondita in tutti i suoi aspetti. Anche perché nulla dice sul diritto allo studio e sulle pari opportunità culturali e formative anche per le aree del Paese economicamente svantaggiate. Manca inoltre un serio
approfondimento sul rapporto tra natura privata delle università-fondazioni e natura pubblica del bene che esse amministrano: la conoscenza.
“Per queste ragioni – conclude la parlamentare del PD – ai Rettori va tutta la nostra solidarietà per la battaglia di civiltà, che è anche del Partito
Democratico, contro una visione angusta della cultura e una politica che, mortificando la ricerca, impoverisce il Paese”.