Home Lavoro Riforma contratti: Rsu modenesi dicono no ad accordo separato di Confindustria

Riforma contratti: Rsu modenesi dicono no ad accordo separato di Confindustria


# ora in onda #
...............




Continua la mobilitazione dei delegati sindacali nei luoghi di lavoro per dire no all’accordo separato sulla riforma del modello contrattuale in
vista dell’incontro con Confindustria venerdì prossimo 10 ottobre.


Dopo la prima tornata di ordini del giorno già inviati tra il 2 e il 3 ottobre a Cgil, Cisl e Uil modenesi dalle Rappresentanze Sindacali Unitarie
(RSU) e dalle RSU Cgil di diverse aziende modenesi, fra cui – Cooperativa Bilanciai di Campogalliano, Caprari Modena, Martini di Concordia, Carrozzeria Barbi di Mirandola, Mantovanibenne di Mirandola, System di
Fiorano Modenese, Digitek di Concordia s/Secchia, Meccanica GN di Carpi,
Steton di Carpi, Evobus Italia (Sorbara), STB Spa (Nonantola), Idraulica Sighinolfi (Nonantola), Annovi&Reverberi Modena, PFB Modena – altri ordini del giorno si aggiungono in queste ore.
Quelli delle RSU Rossi Motoriduttori Modena, Conserve Italia Ravarino, G.B. Ricambi Modena, Motovario Fiorano Modenese, TetraPaK Packaging, UTIT Modena, C.B. Ferrari Modena, Annovi & Reverberi Bomporto, T.ERRE Ravarino,
CB Levigatrici Soliera, Saeco di Iola Montese, CFM Nilfisk di Zocca, Klarius Srl di Finale Emilia.

I delegati sindacali di fabbrica sono contrari all’eventualità di un accordo separato voluto dalla Confindustria e chiedono di lavorare per
trovare un accordo unitario, di riprendere il confronto sulla piattaforma presentata da Cgil, Cisle e Uil per affermare l’universalità del modello contrattuale e l’estensione del tavolo a tutte le associazioni datoriali, Governo compreso.
Chiedono il rilancio vero e l’estensione della contrattazione sia nazionale che di secondo livello, senza impedimenti burocratici, la salvaguardia reale del potere d’acquisto dei salari, il ruolo del Governo nella politica
fiscale per una riduzione del prelievo su salari e stipendi.
Infine, ribadiscono che l’ultima parola spetta ai lavoratori destinatari dell’accordo stesso e che qualsiasi accordo siglato, per definirsi tale,
debba essere sottoposto al vincolo del voto certificato dei lavoratori interessati.