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domenica, 6 Luglio 2025
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Arrivano in Romagna 200.000 pasti per i cani e gatti colpiti dall’alluvione

Arrivano in Romagna 200.000 pasti  per i cani e gatti colpiti dall’alluvioneAl fine di continuare a dare supporto alle migliaia di persone che, colpite dall’alluvione, stanno cercando di ripartire, Almo Nature –  azienda Benefit eccellenza del pet food a livello globale e oggi posseduta al 100% dalla Fondazione Capellino, attraverso la quale devolve ogni anno i propri ricavi in favore della biodiversità o di progetti “reintegrativi” a tutela del Pianeta – ha scelto, come sempre cerca di fare, di scendere in campo a supporto degli animali, vittime anch’essi del disastro ambientale che ha colpito la Romagna nei giorni scorsi, mettendo a disposizione 200.000 pasti gratuiti per cani e gatti.

Tutti coloro che necessitano di un aiuto per prendersi cura dei propri compagni animali, da giovedì 1° giugno potranno ritirare gratuitamente i pasti per i propri cani e i propri gatti nelle seguenti modalità:

  • presso 28 punti vendita che hanno aderito all’iniziativa, collocati tra le provincie di Forlì-Cesena e Ravenna (Forlì, Cesena, Bagnacavallo, Faenza, Lugo, Ravenna, Madonna Dell’albero, Russi, San Pietro in Vincoli, Sant’Agata sul Santerno, Forlimpopoli, Argenta – FE)

– sul sito almonature.com è stata realizzata una pagina dedicata con l’elenco completo e tutti gli indirizzi

– ritiro presso punti vendita possibile negli orari di apertura

 

  • Per tutti coloro che, a causa dell’emergenza, non hanno la possibilità di recarsi presso i punti vendita sarà possibile rivolgersi ai volontari OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animali), e ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali) al fine di organizzare la consegna dei pasti Almo Nature direttamente presso la zona in cui si alloggia.

– sul sito almonature.com è stata realizzata una pagina dedicata con i contatti e i numeri di telefono a cui è possibile rivolgersi

“La situazione che si sta verificando nelle terre romagnole non poteva lasciarci indifferenti. Da quando abbiamo scelto di devolvere, attraverso la Fondazione Capellino, tutti i ricavi generati dalle vendite dei prodotti di Almo Nature alla salvaguardia della biodiversità e degli animali, abbiamo stretto un patto con le persone che ogni giorno scelgono di comprare i nostri prodotti – spiega Pier Giovanni Capellino, fondatore di Almo Nature e Presidente della Fondazione Capellino –. Ogni volta che si acquista un nostro alimento per cani e gatti si prende parte all’attivismo del modello ‘Reintegration Economy’, che guida il nostro operato e ci porta, dunque, a essere in prima linea anche nei territori colpiti duramente dall’alluvione. L’iniziativa ha coinvolto tutti i punti vendita che trattano Almo Nature, dai negozi indipendenti, alle grandi insegne, e tutti coloro che hanno scelto di aderire l’hanno fatto con entusiasmo e generosità, capendo e sposando a pieno la nostra causa. Mi dispiace che le grandi insegne non abbiano aderito, fatta eccezione per i Conad Pet Store che ringrazio, lasciando così ai soli piccoli negozi indipendenti – ai quali va la mia gratitudine – l’impegno di rinunciare a una parte delle vendite per offrire questi pasti solidali a chi ne ha più bisogno”.

La scelta di distribuire attraverso i punti vendita nasce inoltre dalla volontà di non sovrapporsi o sovraffollare i centri di distribuzione di beni di prima necessità previsti dai Comuni, andando così a sviluppare un’attività parallela che, qualora vedesse terminare i primi aiuti, vedrà Almo Nature mettere a disposizione altri 160.000 pasti.

L’elenco completo dei negozi che hanno aderito all’iniziativa e i contatti dei volontari di ENPA e OIPA è disponibile sulla pagina dedicata del sito almonature.com

 

Oramai conclusa la riasfaltatura della Pedemontana

Oramai conclusa la riasfaltatura della PedemontanaSono in fase di conclusione i lavori di riasfaltatura dei tratti più ammalorati della viabilità principale, messi a dura prova dalle piogge cadute copiose nell’ultimo mese.

“Con l’intervento di oggi – chiarisce il Sindaco di Sassuolo Gian Francesco Menani – termineremo l’intervento sulla Pedemontana, il più urgente perché si tratta di un’arteria dal transito molto elevato anche di mezzi pesanti. Dopodiché ci sposteremo in altre zone della città, sempre dando priorità alla viabilità principale prima di spostarci a quella secondaria. Nel frattempo – conclude il Sindaco – sono finalmente iniziati anche gli interventi di ripristino da parte di Hera, fermi negli ultimi tre anni a causa Covid. Si tratta di sistemare oltre 500 interventi su scavi fatti in questi anni per i servizi, da sistemare con nuovo asfalto”.

Domani a Sassuolo il “Concerto della Repubblica”

Domani a Sassuolo il “Concerto della Repubblica”Si svolgerà domani, venerdì 2 giugno, in occasione della Festa della Repubblica, a partire dalle ore 18 in piazzale Della Rosa, l’ormai tradizionale Concerto della Repubblica con il Corpo Bandistico La Beneficenza e la direzione del Maestro Marco Stefani. La banda cittadina, quest’anno, sarà affiancata dalla straordinaria partecipazione della Scuola Primaria “Bellini” e della Scuola dell’Infanzia “Walt Disney”.

 

Alluvione e frane: attivata la ricognizione dei danni per le imprese agricole e agroalimentari

Alluvione e frane: attivata la ricognizione dei danni per le imprese agricole e agroalimentariCampi coltivati e allevamenti tenuti in scacco da allagamenti, frane, strade interrotte e dissesti dalla collina alla pianura. Le quasi 21 mila aziende agricole coinvolte dall’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna stanno facendo i conti con le perdite e i danni subiti. Che coinvolgono anche gli oltre 41mila addetti, più della metà degli occupati nel settore in Emilia-Romagna. La Regione sta lavorando per una definizione delle stime e alle richieste sui primi provvedimenti da fare al Governo e alla Commissione Ue.

Per quanto riguarda l’agroalimentare complessivamente le unità locali delle aziende alimentari e delle bevande presenti nei comuni coinvolti sono oltre 2.800 e sfiorano il 40% del totale regionale, con prevalenza nei Comuni con allagamenti, ma una significativa presenza anche in quelli interessati da frane. Gli addetti sono più di 23mila, quasi il 39% del totale regionale del comparto.

Emerge che le coltivazioni ortofrutticole e vitivinicole colpite dall’alluvione rappresentano il 45% circa della superficie ortofrutticola regionale, pari a quasi 80mila ettari. Tra le colture arboree, la vite è quella maggiormente coinvolta con circa 27mila ettari, pari al 50% della superficie complessiva della regione, di cui oltre il 60% a Ravenna.  La produzione di pesche e nettarine colpita è pari a oltre il 90% di quella di tutta la regione. Grande impatto anche sul settore zootecnico, con il coinvolgimento di allevamenti di suini, ovini, faraone, tacchini, polli, bovini, cavalli.

 

Incontro a Forlì

Ieri, l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi ha incontrato a Forlì i rappresentanti delle associazioni agricole e agroalimentari della provincia di Forlì-Cesena riuniti nel Tavolo Verde, assieme ai sindaci dei Comuni interessati e in quell’occasione ha illustrato i primi provvedimenti da attivare.

Per quanto riguarda lo stanziamento di 100 milioni di euro per gli indennizzi a favore delle imprese agricole, nell’ambito del decreto legge Alluvioni annunciato dal Governo, la Regione chiede che le risorse complessive ricadano sullo strumento più veloce per garantire gli indennizzi alle imprese agricole e agroalimentari colpite, per permettere alle aziende di restare sul mercato nonostante i danni.  In concomitanza, un decreto urgente dovrà definire l’intensità dell’aiuto.

La Regione chiede inoltre un secondo Decreto legge nazionale Alluvioni per i risarcimenti.

“Abbiamo iniziato una fase di ricognizione più puntuale dei danni ed è già attivo il sistema di segnalazione per le imprese. – dice Mammi – Servono risorse adeguate e urgenti per rimettere in marcia l’economia del settore e risarcire le imprese agricole e agroalimentari per i danni produttivi. Poi contributi a fondo perduto fini al 100% per ricostruire le strutture e gli impianti in campo. Bisogna inoltre prevedere un adeguamento del quadro degli adempimenti amministrativi per consentire deroghe e proroghe aderenti all’emergenza, anche verso gli obblighi sulla Politica Agricola Comune che abbiamo con Bruxelles. E risorse per il ripristino e la ricostruzione delle infrastrutture idriche e irrigue gravemente danneggiate, la manutenzione del territorio, il contrasto al dissesto idrogeologico e le frane nelle zone collinari e montane. Noi da parte nostra modificheremo alcune misure di finanziamento dello Sviluppo Rurale per aiutare le imprese agricole e il territorio, ma servono nuovi aiuti nazionali ed europei”.

La Regione metterà subito a disposizione le risorse in avanzo dal Psr di transizione – circa 20 milioni di euro – più le prime risorse immediatamente a disposizione nel nuovo Sviluppo Rurale 2023- 2027, e ha richiesto alle altre Regioni italiane di riservare una percentuale dello Sviluppo rurale nazionale per i danni all’agricoltura della Romagna, come già è stato fatto in altri casi di terremoti e catastrofi avvenuti nel Paese. Un’altra leva è rappresentata dal fondo di crisi europeo da attivare sugli aiuti diretti agli agricoltori (Primo pilastro della Pac) per le aziende ricomprese nelle delimitazioni. In questo caso si tratterebbe di un contributo una tantum.

Infine, il fondo catastrofale europeo interviene con misure di ripristino e investimenti infrastrutturali nel territorio su strade, dissesti, frane.

La Regione sta lavorando insieme ai Centri di Assistenza Agricola (Caa) per una ricognizione dei danni delle imprese agricole, utile a contestualizzare le richieste a valere sui fondi nazionali ed europei.
Per chi vuole invece fare una segnalazione autonoma è disponibile online un modulo per ogni segnalazione di danni alle produzioni agricole e/o alle strutture aziendali e infrastrutture interaziendali.
Va compilato il questionario raggiungibile al link:

Segnalazione sommaria di danni subiti dalle imprese agricole nel 2023 (regione.emilia-romagna.it)

 

Legambiente Emilia-Romagna esce dal Patto per il Lavoro e il Clima della Regione Emilia-Romagna

Dopo un’esperienza durata due anni e mezzo, Legambiente Emilia-Romagna ha deciso di uscire dal gruppo di organizzazioni firmatarie del Patto per il Lavoro e il Clima promosso dalla Regione Emilia-Romagna. La scelta, maturata a seguito del confronto tra i livelli dell’associazione, è legata soprattutto alla mancanza di coerenza tra gli obiettivi indicati nel Patto e le azioni realizzate in questi anni dalla Regione.

Nonostante, infatti, gli impegni assunti con la firma del Patto e l’apparente condivisione di finalità dell’azione politica tra i firmatari, non sono però mancate scelte, sia nell’ambito della pianificazione regionale sia nell’autorizzazione a singoli progetti, decisamente in contrasto con tali finalità.

“Avevamo sperato che l’impegno assunto dalla Regione rispetto alle principali questioni ambientali del nostro tempo, che era stato riconosciuto anche dal cambiamento del nome del Patto rispetto al passato, quando non c’era riferimento al ‘Clima’, si concretizzasse in modo decisamente più forte rispetto a quanto è in realtà avvenuto”, dichiara Legambiente. “È evidentemente mancata la capacità di trovare un punto d’incontro tra l’obiettivo di mantenere un sistema economico forte e la necessità di attuare la transizione ecologica nei tempi dettati dalla crisi ambientale in cui ci troviamo.”

L’episodio più emblematico in questo senso, secondo l’associazione ecologista, è stata l’accoglienza che è stata data al nuovo rigassificatore di Ravenna, un impianto che ben poco ha a che fare con la transizione energetica che invece imporrebbe l’abbandono dei combustibili fossili in tempi rapidi: invece di cogliere l’opportunità della crisi russo-ucraina, la Regione (affiancata in questo dai Governi nazionali che si sono succeduti dal 2021 in poi) ha scelto di appoggiare la strategia della diversificazione dei Paesi di approvvigionamento del gas, una strategia che, per i tempi che sono stati indicati nei provvedimenti autorizzativi dei nuovi impianti, vincolerà il Paese per decenni alle risorse fossili.

Allo stesso tempo, è mancato un chiaro indirizzo a supporto degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili: in particolare per quello che riguarda gli impianti eolici, dalla Regione e dai firmatari del Patto è mancata un’azione chiara e coerente finalizzata al miglior inserimento di tali impianti nei contesti territoriali dell’Emilia-Romagna.

“Come è stato evidenziato anche dalle attività di Legambiente a livello nazionale, la transizione energetica incontra numerosi ostacoli su tutti i territori. Nel contesto emiliano-romagnolo è mancata una comunanza d’intenti tra i soggetti che avevano sottoscritto un impegno a favore della transizione energetica: anche nel caso nell’ultima delibera regionale in materia, dedicata alle aree idonee per l’installazione di impianti fotovoltaici, l’impegno dei consiglieri regionali promotori di emendamenti migliorativi rispetto alla proposta iniziale si è scontrato con l’opposizione di chi, pur aderendo al Patto, non sta riconoscendo l’urgenza di ridurre le emissioni climalteranti che tanti danni stanno provocando e provocheranno al nostro territorio.”

L’energia non è però l’unico ambito sul quale l’azione del Patto è stata carente, secondo Legambiente.

“Abbiamo avuto modo di confrontarci con l’Amministrazione regionale e gli altri portatori d’interesse su alcuni strumenti di pianificazione cruciali per lo sviluppo del territorio regionale, come il Piano Integrato dei Trasporti (PRIT) e il Piano Rifiuti (PRRB)”, ricorda l’associazione. “Nel caso del PRIT abbiamo presentato una protesta formale alla luce dell’incoerenza del Piano e delle sue previsioni infrastrutturali rispetto agli altri piani che si occupano di aspetti ambientali: in quell’occasione non c’è stato modo di ottenere alcuna modifica al testo che era stato portato alla discussione dell’Assemblea legislativa.”

“In merito al Piano Rifiuti avevamo invece presentato osservazioni relative alle previsioni di evoluzione dei quantitativi di rifiuti prodotti: le previsioni contenute nel Piano non erano in linea con l’ipotesi di applicare le migliori pratiche a disposizione per ottenere una riduzione significativa dei rifiuti stessi, un requisito necessario per poter ipotizzare di chiudere un impianto di incenerimento” continua Legambiente. “In questo caso si è voluto mantenere un obiettivo decisamente meno ambizioso, sulla scorta di indicazioni di livello nazionale: questo obiettivo non è però in linea con i risultati ottenuti nei territori che hanno adottato il sistema di tariffazione puntuale, che hanno ottenuto performance molto migliori di quanto prevede oggi il Piano.”

Tema ulteriore rispetto al quale Legambiente ha manifestato preoccupazione nel tempo è il consumo di suolo. Nonostante le finalità enunciate in fase di approvazione della legge urbanistica regionale 24/2017, tra il 2020 e il 2021 l’Emilia-Romagna è stata la terza Regione italiana per consumo di suolo, più 658 ettari cementificati in un solo anno, pari al 10,4% di tutto il consumo di suolo nazionale, come ricordato recentemente da Paolo Pileri.

“Come era stato preventivato da esperti e organizzazioni ambientaliste, la legge urbanistica non ha consentito di interrompere il consumo di suolo in Emilia-Romagna: secondo i dati ISPRA, i processi di copertura e impermeabilizzazione del suolo proseguono a ritmi elevati e i casi di grandi espansioni delle superfici urbanizzate non si sono fermati. Resta particolarmente critico il tema dei poli logistici, la cui realizzazione sul territorio continua a sfuggire alle logiche della pianificazione, a partire dalla mancanza di connessione con le infrastrutture ferroviarie. Ha costituito un segnale particolarmente negativo in questo senso l’approvazione di proroghe ai termini di attuazione delle previsioni urbanistiche previgenti alla nuova legge che, negli anni passati, hanno consentito di prolungare la validità dei vecchi PRG e PSC: questo ha portato alla prosecuzione di interventi urbanistici previsti da anni che, tra l’altro, non verranno nemmeno computati nell’ammontare del consumo di suolo consentito dalla nuova legge.”

Anche gli eventi estremi verificatisi nel mese di maggio in Romagna sono stati motivo di riflessione per Legambiente Emilia-Romagna.

“Abbiamo assistito con sgomento a quanto accaduto sul territorio e crediamo sia necessario procedere quanto prima non solo alla ricostruzione, ma anche a una trasformazione del sistema di gestione delle precipitazioni e di quello fluviale”, rimarca l’associazione. “Come ha sottolineato giustamente il segretario dell’Autorità Distrettuale di Bacino del Po, non occorre ripristinare la situazione preesistente, ma è necessario riprogettare e ampliare gli spazi a disposizione dei fiumi in modo da ridurre il rischio: questo significa rivedere le logiche che hanno guidato la pianificazione territoriale in passato, e quindi restituire spazio ai fiumi anche delocalizzando insediamenti oggi collocati in aree prossime ai corsi d’acqua.”

“Non abbiamo apprezzato il riferimento sprezzante di amministratori pubblici alle organizzazioni ambientaliste additate come responsabili di ostacoli alla realizzazione di opere per la sicurezza del territorio”, aggiunge Legambiente. “Addossare le responsabilità del mancato adattamento delle infrastrutture al cambiamento climatico a chi proprio di cambiamento climatico si occupa tutti i giorni è una palese contraddizione e il segno che la protezione dell’ambiente continua ad essere trattata come un elemento secondario, il contrario di ciò che il Patto per il Lavoro e il Clima avrebbe dovuto realizzare.”

Legambiente ribadisce infine il proprio sostegno alle politiche ambientali e di sviluppo sostenibile promosse sul territorio dell’Emilia-Romagna: “Continueremo a svolgere il nostro lavoro di analisi e di stimolo affinché la Regione, gli enti pubblici e il settore privato compiano rapidamente la transizione verso un modello socioeconomico a basso impatto ambientale. La nostra disponibilità al confronto resta immutata, serve però chiarezza da parte dei decisori politici ed economici: la crisi climatica richiede risposte immediate e non contraddittorie.”

 

Dionisi all’ultima conferenza pre-partita di questa stagione

Dionisi all’ultima conferenza pre-partita di questa stagioneSi è conclusa da poco l’ultima conferenza stampa pre-partita di Alessio Dionisi per questa stagione di serie A. Domani (venerdì) al Mapei Stadium arriva la Fiorentina di Italiano.

Un’ultima partita per i neroverdi di certo non semplice considerando il valore, l’organico e la motivazione dei toscani che a brevissimo saranno chiamati ad una finale europea.

Proprio di motivazione ha voluto parlare il Mister definendola come elemento fondamentale per raggiungere o mantenere dei traguardi.

Alle domande dei giornalisti sulle possibili scelte per la sfida con i viola, Dionisi ha risposto di aspettarsi qualche soluzione differente come l’eventualità di Pegolo al posto di Consigli trai pali, ma non un undici troppo differente dalle ultime gare.

Un Sassuolo che tutto sommato è riuscito a fare bene considerando tutte le differenze in alcuni ruoli tra la sua prima e la seconda stagione.

Un allenatore motivatissimo e preparato quello che si è presentato per l’ultima volta per questa stagione in sala stampa al Mapei Center che non ha ancora sciolto la questione rinnovo ma che a questo punto come lui stesso ha precisato, è questione di una settimana.

(Claudio Corrado)

L’Opera Pia Castiglioni si colora con una nuova opera in ceramica

L’Opera Pia Castiglioni si colora con una nuova opera in ceramicaIl legame tra vecchie e nuove generazioni è una delle ricchezze più importanti di una comunità. È stato inaugurato presso l’Opera Pia Castiglioni il nuovo manufatto realizzato nell’ambito di “Antichi Mestieri”, laboratorio ceramico giunto quest’anno alla 13esima edizione.

Il progetto didattico è nato da un’intuizione di Ferruccio Giuliani, imprenditore della ceramica e presidente dell’Associazione Terrae Novae che per primo ha avviato la collaborazione tra gli studenti della scuola secondaria di primo grado Fiori e gli ospiti della Casa Residenza e Centro Diurno Opera Pia Castiglioni per la creazione di un arredo in ceramica da collocare all’interno della struttura. Un percorso che si pone l’obiettivo di avvicinare diverse generazioni, permettendo la trasmissione di un bagaglio di esperienza come veicolo di conoscenza delle radici del territorio.

Il manufatto inaugurato quest’anno è la conclusione di quello abbozzato e non concluso nell’anno 2020 a causa della chiusura delle scuole dettata dalla pandemia. L’evento è stato impreziosito dai canti degli studenti e degli ospiti dell’Opera Pia, che hanno intonato anche “Romagna mia”, in onore delle vittime dell’alluvione e di tutti i romagnoli.

Dichiara il Sindaco Maria Costi: “È stato emozionante partecipare all’inaugurazione di questa opera, che oltre a rafforzare il legame tra diverse generazioni simboleggia un valore, quello della ceramica, per cui siamo conosciuti in tutto il mondo”.

Il ringraziamento dell’Amministrazione comunale va a tutti coloro i quali hanno collaborato: ai volontari dell’Albero della Vita, al professore della scuola media Fiori referente del progetto Massimo Frisullo, allo storico amico di Ferruccio Giuliani, Agostino Salsedo, che ha supervisionato colori e piastrelle, a Dario Brugioni della ditta Forme 2000 che ha permesso di cuocere le mattonelle, a Mario Grimaldi di Ediling Fiorano e Daniele Giusti di Soluzione Edile che hanno piastrellato il manufatto sulla parete, a Giorgio Tommasini che ha aiutato nel tinteggio delle pareti, a Onelia Varini dell’Officina della Memoria e a Luigi Giuliani, fratello del compianto Ferruccio.

 

 

In vendita gli oggetti rimasti dall’asta pubblica dei giorni scorsi a Sassuolo

In vendita gli oggetti rimasti dall’asta pubblica dei giorni scorsi a SassuoloQuattro lotti composti da telefoni cellulari, una bicicletta a pedalata assistita ed un cuscino massaggiante non sono stati aggiudicati nel corso dell’asta di beneficenza svoltasi sabato scorso.

Si tratta di un totale di 16 telefoni cellulari che, da oggi, saranno rimessi in vendita presso l’ufficio economato al prezzo di 10€ l’uno.

La bicicletta sarà venduta al prezzo fissato come base d’asta di €100, il cuscino massaggiante €50.

Non si tratterà più di un’asta: chiunque sia interessato potrà recarsi presso l’ufficio economato (via Fenuzzi, 5) tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle ore 12,30 fino al prossimo 15 giugno, acquistando direttamente l’oggetto scelto.

Non si tratterà più di un’asta ma resterà in vigore la formula del “visto e piaciuto”: l’oggetto venduto, con regolare ricevuta a firma dell’economo, verrà consegnato nello stato di fatto e di diritto in cui si trova, senza alcuna garanzia sullo stato d’uso o la funzionalità. L’intero ricavato della vendita, come avvenuto per l’asta, sarà devoluto ad Ass.S.De.

Si tratta, in totale, di 16 cellulari appartenenti ai lotti 19 e 21. La bicicletta facente parte del lotto 14 ed il cuscino massaggiante facente parte del lotto 18.

 

Lotto 14: bicicletta modello tipo Graziella marca F2 smart pedalata assistita colore nero

Lotto 18: cuscino marca Imetec Sensuij colore grigio massaggio con calore

Lotto 19(foto): cellulare Easytech colore nero con sportellino; cellulare Wiko colore nero; cellulare Iphone colore grigio con vetro danneggiato; cellulare Samsung colore bianco schermo rotto in pessimo stato; cellulare Samsung colore nero schermo danneggiato; cellulare Iphone colore nero con bordi grigi schermo danneggiato; cellulare Honor colore blu; cellulare Samsung con schermo rotto

Lotto 21: cellulare Samsung colore grigio con sportellino; cellulare Samsung colore bianco; cellulare Iphone colore argento/lilla con schermo e telaio molto danneggiati; cellulare Alcatel Onetouch colore nero; cellulare Iphone colore bianco con vetro danneggiato; cellulare Xiaomi colore nero schermo e fotocamera posteriore danneggiati; cellulare Samsung colore nero; cellulare Samsung colore nero schermo danneggiato e copertura dietro staccata.

 

A Maranello Festa dei bambini e delle associazioni

A Maranello Festa dei bambini e delle associazioni
Immagine di una passata edizione (Archivio Comune di Maranello)

Domenica 4 giugno il Parco Ferrari di Maranello ospita la “Festa dei bambini e delle associazioni”, tradizionale appuntamento rivolto ai bambini e alle famiglie. Il tema scelto quest’anno è “Il suono e il silenzio” e sarà al centro delle attività e dei laboratori proposti durante il pomeriggio, a cura del Servizio Istruzione del Comune di Maranello in collaborazione con i servizi educativi e scolastici comunali, il GET, il Centro Giovani, il Centro per le Famiglie e le associazioni di volontariato del territorio.

Alle bambine e ai bambini che svolgeranno almeno cinque laboratori sarà regalato un simpatico gadget. Alle 18.15 è in programma lo spettacolo “All’improvviso una fiaba” a cura dell’Associazione Quinta Parete, a seguire apericena a base di aperitivi senz’alcool, gnocco fritto, tigelle farcite e torte. In caso di maltempo la festa sarà annullata.

Maggio 2023: temperature inferiori alla media e precipitazioni straordinarie

Maggio 2023: temperature inferiori alla media e precipitazioni straordinarie
Foto – Autore: Andrea Samaritani – Copyright: Meridiana Immagini

L’Osservatorio Geofisico dell’Università di Modena e Reggio Emilia registra dati interessanti per il mese di maggio 2023. La temperatura media è stata di 18.5°C, un valore inferiore alla media degli ultimi trent’anni che è di 19.2°C, con una anomalia negativa di -0.7°C. Pur essendo un maggio più freddo rispetto alla media, è importante sottolineare che non si tratta di un dato particolarmente anomalo, considerando che già nel 2021 si era registrata una temperatura media inferiore per lo stesso mese, di 18.3°C. Nel 2019, peraltro, si era avuto un maggio molto più freddo, con una temperatura media di 16.2°C.

La vera straordinarietà di quest’anno risiede nelle precipitazioni che hanno raggiunto quota 220.4 mm, con un eccesso di pioggia del 240% rispetto alla media degli ultimi trent’anni per il mese di maggio, che è di 64.9 mm. Questo rende il maggio 2023 il secondo maggio più piovoso della storia, va ricordato che appena 4 anni fa, nel 2019 si era registrata una quantità ancora maggiore di pioggia, con 241.8 mm. È interessante notare che tra i dieci mesi di maggio più piovosi, tre di essi sono collocati negli ultimi quindici anni, con il 2019 e il 2023 ai primi due posti e il 2008 al 7° posto. Gli altri episodi simili risalgono principalmente al XIX secolo, fatta eccezione per il 1939, un anno famoso per le grandi alluvioni in Emilia Romagna, che si posiziona al quarto posto con 174.1 mm di precipitazioni.

Inoltre, è degno di nota il cambiamento delle tendenze pluviometriche nei mesi di maggio e giugno. Nel periodo 1971-2000, la media delle piogge a maggio era di 52.9 mm, mentre a giugno di 51.1 mm. Nel periodo 1991-2020, la media delle piogge a maggio è salita a 64.9 mm, mentre a giugno è di 60.9 mm.

Maggio 2023 ha anche segnato un record con il giorno più piovoso mai registrato in questo mese, il 2 maggio precisamente, con un accumulo giornaliero di 69.1 mm. Dal 1830 ad oggi, solo 21 giorni presi in qualsiasi mese dell’anno hanno superato questa quantità di pioggia. Va inoltre notato che l’ultima volta che si è registrata una quantità così elevata di pioggia in un solo giorno è stata nel 2010, il 5 agosto, con 73.8 mm.

Per quanto riguarda le temperature estreme, la temperatura minima più bassa è stata di 12.0°C il giorno 10, mentre la massima più alta è stata di 27.8°C il giorno 23, valori che non presentano particolari anomalie. La velocità massima del vento è stata di 50 km/h il giorno 13. Durante il mese, sono state registrate 190.6 ore di eliofania (presenza di sole), con una radiazione solare totale di 535 MJ/m2.

Riguardo alle altre stazioni meteo dell’Osservatorio, i dati sono sostanzialmente in linea, con le normali differenze dovute alle diverse condizioni di misura e posizione dei siti di osservazione. A Modena Campus, la temperatura media di maggio 2023 è stata di 17.7°C, mentre le precipitazioni sono state di 230.6 mm. A Reggio Emilia, la temperatura media è stata di 17.3°C, con precipitazioni leggermente inferiori, pari a 172.6 mm. Questa differenza di pioggia è dovuta  alla configurazione meteo dominante che ha interessato principalmente l’est dell’Emilia e la Romagna.

“In conclusione, – spiega Luca Lombroso dell’Osservatorio Geofisico di Unimore – il maggio 2023 si è contraddistinto per temperature inferiori alla media, ma soprattutto per precipitazioni straordinarie. È singolare notare come due eventi estremi di pioggia a maggio si siano verificati nel giro degli ultimi quattro anni, nel 2019 e, appunto, nel 2023, evidenziando una concentrazione recente di episodi meteorologici intensi in questo periodo dell’anno. Sebbene sia arduo attribuire direttamente queste anomalie al riscaldamento globale, gli indizi in tal senso stanno aumentando e ci invitano a porci seri interrogativi sulla relazione tra queste variazioni meteorologiche e i cambiamenti climatici in corso”.

Previsioni

Nel territorio modenese e reggiano per la festa della Repubblica, 2 giugno, ci sarà un timido assaggio estivo in termini di temperature massime, che saranno piacevoli e in linea con la stagione, ma a tratti con temporali improvvisi. Venerdì 2 giugno si prevedono massime intorno ai 27-28°C in pianura e tra i 22 e i 25°C in Appennino, a seconda delle quote.

Tuttavia, è importante notare che questo periodo di caldo sarà accompagnato da temporali improvvisi, localizzati, ma occasionalmente forti. Venerdì i temporali sembrano interessare principalmente le montagne dell’Appennino, con locali sconfinamenti in pedemontana, mentre sabato potrebbero coinvolgere anche la pianura. A causa di questi temporali, si prevede un calo delle temperature intorno ai 25-26*C sabato e domenica.

La situazione meteorologica descritta è dovuta alla mancanza di una sufficiente stabilizzazione delle masse d’aria in quota. Nonostante la presenza di un timido promontorio di alta pressione al suolo, ci saranno infiltrazioni di aria instabile alle quote superiori, che favoriranno la formazione di cumulonembi e temporali.

Azzardando la tendenza mensile, gli scenari “substagionali” dei modelli meteorologici indicano un mese di giugno piuttosto instabile e relativamente fresco rispetto agli anni precedenti caratterizzati da temperature più elevate. Tuttavia, è importante sottolineare che questa tendenza è sperimentale e solo indicativa e non fornisce dettagli precisi sul tempo giorno per giorno.

L’Osservatorio Geofisico dell’Università del DIEF UNIMORE continua a monitorare attentamente le condizioni meteorologiche e si impegna a fornire ulteriori informazioni e aggiornamenti. I dati in tempo reale su www.ossgeo.unimore.it

Nuova raccolta differenziata a Maranello: da lunedì 5 giugno cominciano le frazioni

Nuova raccolta differenziata a Maranello: da lunedì 5 giugno cominciano le frazioniDa lunedì 5 giugno saranno servite dal porta a porta di plastica e carta anche San Venanzio, Gorzano, Torre Maina e la parte occidentale di Pozza. Martedì 6 giugno sera prima esposizione di plastica e lattine. Per i ritardatari, ritiro dei kit presso la stazione ecologica Hera di Pozza.

Porta a porta in (quasi) tutte le frazioni

San Venanzio, Gorzano, Torre Maina e la parte occidentale di Pozza, saranno raggiunte lunedì 5 giugno dai nuovi servizi di raccolta differenziata già partiti nelle scorse settimana nel Capoluogo, che prevedono per le zone ad alta densità abitativa un sistema misto, con raccolta settimanale porta a porta di carta e plastica, mentre per le zone industriali e il forese il porta a porta integrale di tutti i rifiuti. Nella mappa allegata è possibile visualizzare il dettaglio della zona interessata dai nuovi servizi da lunedì 5, comprensiva quindi anche delle aree già partite.

Il successivo lunedì 12 toccherà invece alla zona di Pozza a oriente di via Vandelli e alla parte nord orientale del comune (via Lazio e sue traverse, via Fonda, ecc.). Quel giorno scatterà anche il porta a porta integrale nel forese e aree industriali.

 

Pronti, via! Martedì 6 giugno esposizione del sacco giallo di plastica/lattine

Operativamente, per partire, sarà sufficiente seguire il calendario delle raccolte di carta e plastica indicate nel calendario (zona residenziale verde) consegnato alle utenze con il kit della nuova raccolta differenziata. Nell’area che partirà la settimana prossima la raccolta di plastica e lattine è prevista ogni mercoledì mattina, mentre a carta e cartone tocca il giovedì. Dunque, il sacco giallo contenente plastica/lattine dovrà essere esposto fuori dal proprio civico, su pubblica via, la sera precedente, martedì 6 giugno. La sera seguente, mercoledì 7 giugno, dovrà invece essere esposto il sacco azzurro contenente carta/cartone, per il ritiro del giorno successivo. Venerdì 9 giugno il ritiro riguarderà il cartone delle attività produttive e commerciali. Anche in questo caso l’esposizione dovrà essere fatta la sera antecedente.

 

Contenitori carta e plastica attivi ancora per qualche giorno, ma fruire da subito del nuovo servizio

In tutta la zona in cui è stato avviata la raccolta porta a porta di plastica/lattine e carta/cartone, rimarranno ancora presenti i contenitori stradali dei due materiali per alcuni giorni. E’ però importante che i residenti inizino già da subito a fruire del nuovo servizio di raccolta domiciliare, per accelerare il più possibile la transizione verso la nuova modalità di raccolta.

 

Nuovi servizi di raccolta: le due modalità previste

Come comunicato con le lettere inviate a tutte le utenze nel mese di aprile, l’evoluzione della raccolta rifiuti in città, prevede due modalità.

Nelle zone ad alta densità abitativa è previsto un sistema misto, con raccolta settimanale porta a porta di carta e plastica e il mantenimento dei cassonetti stradali per le altre tipologie di rifiuto (indifferenziato, vetro, organico e sfalci verdi). Fra questi, quelli destinati all’indifferenziato residuo saranno accessibili solo attraverso la tessera denominata Carta Smeraldo.

Le zone industriali e il forese saranno servite invece dal porta a porta per tutte le principali tipologie di rifiuti. Anche per le utenze servite dal porta a porta integrale, comunque, saranno sempre disponibili i contenitori stradali posti nelle zone ad alta densità residenziale.

 

Contenuto e ritiro dei kit per la nuova raccolta differenziata

Per fruire dei nuovi servizi di raccolta i cittadini devono essere in possesso dell’appositi kit, che dopo la chiusura della casa Smeraldo lo scorso 28 maggio, sono ritirabili (dal titolare del contratto Tari o sua/o delegata/o) solo presso la Stazione Ecologica di Pozza, in via Firenze, 19. I giorni in cui è possibile effettuare il ritiro sono martedì, giovedì e sabato, dalle 08:00 alle 12:30.

I kit comprendono i seguenti materiali.

Nel caso del sistema misto: Carta Smeraldo, pattumella sottolavello per i rifiuti organici (e dei relativi sacchetti in plastica compostabile e biodegradabile), dotazione di sacchi gialli e azzurri per la raccolta, rispettivamente, di plastica/metalli e carta. Nel caso del porta a porta integrale, alle attrezzature sopra elencate si aggiungeranno i bidoncini individuali per l’indifferenziato, il vetro e l’organico. Di entrambi i kit fanno parte anche diversi materiali informativi, incluso il calendario per l’esposizione delle varie tipologie di rifiuto, specifico per ogni zona.

Per ogni informazione sui nuovi servizi ambientali di Maranello sono sempre disponibili l’app Il Rifiutologo o il sito www.gruppohera.it.

 

 

Distretto ceramico: approvato il bilancio di rendiconto spese per oltre 19 milioni di euro, di cui 15 al sociale

Distretto ceramico: approvato il bilancio di rendiconto spese per oltre 19 milioni di euro, di cui 15 al sociale
(immagine d’archivio)

Circa 19 milioni e 400mila euro di spese, di cui l’80 per cento dedicato al sociale, dove le risorse messe in campo sono aumentate per il sostegno alla disabilità e alle famiglie in difficoltà, così come nei servizi per i minori e in quelli per gli anziani.

Sono questi i numeri del bilancio di rendiconto della gestione per l’anno 2022 dell’Unione dei Comuni del Distretto ceramico, approvato recentemente dal Consiglio d’Unione. Inoltre, i residui provenienti da esercizi finanziari precedenti all’ultimo quinquennio si assestano sullo 0,25 per cento: una percentuale che testimonia la pulizia contabile dei bilanci, elemento sottolineato anche nel corso della presentazione.

È stato poi evidenziato come la liquidità di cassa superi i due milioni e 300mila euro, quindi in aumento rispetto all’anno precedente, a dimostrazione di un’attenta gestione delle risorse interne e di tempi medi di pagamento ai fornitori molto competitivi. Quest’ultimo valore in particolare è infatti considerato fortemente virtuoso e concorrenziale con le tempistiche di pagamento del settore privato.

Più nel dettaglio, tre milioni e 600mila euro sono stati destinati all’infanzia e ai minori, altrettanti sono stati impegnati per interventi relativi alla disabilità e circa 700mila euro per gli anziani, mentre per le politiche di diritto alla casa, gli aiuti alle famiglie in difficoltà e la tutela di persone a rischio di esclusione sociale sono stati impegnati oltre tre milioni di euro.

Riguardo alla gestione dei Servizi informativi associati (Sia), nel corso del 2022 sono stati consolidati gli strumenti informatici che nei prossimi mesi porteranno al potenziamento dei servizi digitali a disposizione dei cittadini anche da casa: investimenti, questi, finanziati attraverso il Pnrr grazie ai progetti candidati in precedenza dall’Unione per ottenere fondi dedicati.

Con le risorse intercettate – oltre due milioni e mezzo di euro – i Comuni del Distretto ceramico quest’anno potranno sviluppare la transizione digitale prevista migliorando l’accessibilità, la funzionalità e la sicurezza delle piattaforme di dialogo tra gli enti locali e la cittadinanza. Il Sia continua inoltre a presidiare le reti tecnologiche, a coordinarne la manutenzione e a garantirne il funzionamento, occupandosi anche della tutela dei dati e della gestione dei flussi documentali a supporto dei vari procedimenti amministrativi.

Previsioni meteo Emilia Romagna, venerdì 2 giugno 2023

Previsioni meteo Emilia Romagna, venerdì 2 giugno 2023Sereno o poco nuvoloso al mattino. Sviluppo di nubi cumuliformi nel pomeriggio con rovesci o brevi temporali sparsi sui rilievi e localmente anche sulle pianure; esaurimento dei fenomeni nelle ore serali. Temperature pressoché stazionarie con minime tra 15 e 17 gradi e massime tra i 24/25 gradi della costa ed i 26/27 gradi delle pianure interne. Venti deboli variabili con temporanei rinforzi nelle aree interessate dall’attività temporalesca. Mare quasi calmo.

(Arpae)

Alluvione, il presidente Bonaccini a Conselice. A seguire la visita a Molinella e Budrio

Sopralluogo ieri pomeriggio del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, in alcuni dei luoghi più colpiti dall’ondata di maltempo di queste settimane.

Prima tappa a Conselice. Insieme a Bonaccini, la sindaca, Paola Pula, il presidente della Provincia, Michele De Pascale, gli assessori regionali Irene Priolo e Andrea Corsini, e il Prefetto di Ravenna, Castrese De Rosa.

In Comune è stato fatto il punto sulle operazioni di smaltimento dell’acqua e di assistenza alla popolazione, oltre alle procedure di messa in sicurezza sanitaria contro il diffondersi di malattie. Il centro abitato è ormai libero dall’acqua, tanto che da ieri è stato autorizzato alle famiglie di tornare nelle proprie abitazioni per le operazioni di pulizia e sgombero.

Attualmente sono poco più di un centinaio le persone accolte negli hub di Conselice e Argenta, oltre a quelle ospitate da amici e parenti.

Restano alluvionati ancora alcuni comparti produttivi. Pesanti le ripercussioni: sono 80 le aziende allagate, alle quali si aggiungono circa 200 ferme a causa dei provvedimenti di evacuazione.

“Questo territorio sta pagando uno dei prezzi più alti di questa drammatica alluvione – ha sottolineato Bonaccini – e voglio ringraziare per il loro lavoro la sindaca Pula, le forze dell’ordine, i vigili del fuoco e i tantissimi operatori e volontari che tuttora, in queste ore, stanno lavorando senza sosta per risolvere una situazione difficilissima. Su Conselice e gli altri territori del ravennate dove c’è ancora una notevole quantità di acqua, continuiamo a operare col massimo impegno insieme alla Protezione Civile e all’Ausl per ritornare al più presto la normalità. I cittadini di Conselice sappiano che faremo tutto ciò che serve per garantire il risarcimento dei danni subiti, qui come in tutte le aree colpite”.

Alluvione, il presidente Bonaccini a Conselice. A seguire la visita a Molinella e BudrioA seguire, Bonaccini si è recato a Budrio e Molinella, comuni del bolognese entrambi interessati dalla Rotta dell’Idice al Ponte della Motta, una delle situazioni più critiche causate dall’ondata di maltempo del 15-17 maggio. Insieme ai sindaci Dario Mantovani e Debora Badiali, Bonaccini ha condiviso l’urgenza di ripristinare al più presto la viabilità compromessa dal crollo dell’infrastruttura, collegamento nevralgico tra le due città. Una soluzione alternativa che Città Metropolitana e Regione Emilia-Romagna stanno definendo in tempi brevi perché venga sottoposta al vaglio del Governo: la necessità è che vengano rispettate le esigenze del traffico, in particolare di quello pesante, senza appesantire la rete di arterie secondarie della zona. Inoltre, sempre insieme ai primi cittadini si sta già effettuando una ricognizione degli argini danneggiati per mettere in campo interventi strutturali in vista del prossimo autunno e inverno. Bonaccini ha anche visitato la zona di Selva Malvezzi, dove pompe e idrovore sono al lavoro per drenare l’acqua ancora presente.

In mattinata la vicepresidente Priolo si era recata al Coordinamento comunale di Borgo Tossignano, nell’imolese, dove ha incontrato i sindaci di Fontanelice, Castel del Rio e Casalfiumanese, oltre che di Borgo Tossignano stesso, alla presenza anche del sindaco di Imola, Marco Panieri.

Insieme hanno analizzato le principali criticità in termini di dissesto del territorio causate dal maltempo dei giorni scorsi, al fine di individuare le priorità di intervento.

Al termine dell’incontro Priolo ha visitato Spazzate Sassatelli, la frazione di Imola allagata dalle acque del Sillaro.

Sassuolo: vede i Carabinieri e fugge con la cocaina. Inseguito e arrestato

Sassuolo: vede i Carabinieri e fugge con la cocaina. Inseguito e arrestato

Questa mattina, poco dopo le 13, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Sassuolo hanno inseguito una persona nelle vie del centro cittadino, dopo che era fuggita alla vista dei militari.

Durante le operazioni, proseguite anche mediante l’intervento a piedi di uno dei componenti della pattuglia, è stata ingaggiata una colluttazione a seguito della quale la parte resistente è stata arrestata in flagranza di reato.

Nel corso della perquisizione, è stata recuperata una dose di cocaina, motivo per il quale – anche a seguito di altri riscontri – la persona fuggita, 43enne, ritenuta pericolosa per i suoi precedenti, è stata deferita alla Procura della Repubblica di Modena per spaccio di sostanze stupefacenti. L’autista dell’equipaggio dell’Arma, nelle fasi concitate dell’attività, ha riportato lesioni per diversi giorni di prognosi.

L’arrestato è stato poi rimesso in libertà ai sensi dell’art. 121 C.P.P.

Alluvione: alle famiglie un primo contributo da 5.000 euro per l’immediato sostegno, con un acconto di 3.000 euro

Alluvione: alle famiglie un primo contributo da 5.000 euro per l’immediato sostegno, con un acconto di 3.000 euroDalla pulizia e rimozione di acqua, fango e detriti, agli interventi su elementi strutturali e impiantistici. Dall’arredamento agli elettrodomestici, ma anche – per la prima volta in una situazione di calamità – all’acquisto dell’abbigliamento, di stoviglie e utensili, ed eventuale materiale didattico per i figli.

Una procedura sperimentale, immediata, che consentirà di accelerare e alleggerire l’attività istruttoria per le misure di immediato sostegno ai nuclei familiari interessati dall’alluvione. Con un primo contributo, un acconto di 3.000 euro, per poi arrivare fino a 5.000 euro come saldo successivo. A questo, si aggiunge un ulteriore contributo forfetario di 750 euro a titolo di concorso alle spese connesse alla predisposizione della perizia asseverata, per definire nel dettaglio le entità dei danni: sono stati attivati già tutti gli ordini professionali per garantire le perizie nel più breve tempo possibile.

È la modalità innovativa scelta dal Dipartimento nazionale di Protezione civile, dettagliata con un’apposita ordinanza siglata dal capo Dipartimento, Fabrizio Curcio, e pubblicata oggi; l’intesa è stata firmata da Stefano Bonaccini, presidente della Regione e commissario per l’emergenza. I contenuti dell’ordinanza erano stati anticipati due giorni fa ai sindaci dei Comuni colpiti (oltre 100) da Irene Priolo, vicepresidente della Regione con delega alla Protezione civile, insieme a Roberto Giarola, dirigente del coordinamento giuridico del Dipartimento nazionale.

“Abbiamo deciso di alleggerire e semplificare il più possibile la modalità di richiesta di risarcimento per dare delle risposte immediate- sottolineano il presidente Bonaccini e la vicepresidente Priolo-. I cittadini potranno così sostenere spese per l’acquisto di beni di prima necessità come, ad esempio, elettrodomestici e stoviglie, ma anche per l’immediato ripristino delle abitazioni come la pulizia, la tinteggiatura o la riparazione degli impianti elettrici. Per la prima volta, inoltre, ci si fa carico anche dell’acquisto dell’abbigliamento, e del materiale didattico per bambini e ragazzi. Proviamo a guardare a tutto tondo- concludono presidente e vicepresidente- le esigenze dei cittadini, e ad accorciare le tempistiche, vista l’eccezionalità dell’evento”.

Si attivano dunque, per la prima volta insieme, e contemporaneamente, un primo contributo di immediato sostegno e la compilazione della perizia asseverata necessaria per impostare futuri provvedimenti che regolamentino i contributi per il ripristino complessivo dei danni. Ora i Comuni pubblicheranno online, sui propri siti, i moduli per le richieste.

I destinatari

Prima di tutto, i destinatari. La scelta è di concorrere alle prime spese necessarie al ripristino della funzionalità degli immobili ad uso abitativo. Pertanto, possono presentare domanda i nuclei familiari che avevano alla data dell’evento dimora principale, abituale e continuativa in un’unità abitativa risultata allagata, o direttamente interessata da movimenti franosi o smottamenti che l’hanno resa non utilizzabile.

Il contributo può essere riconosciuto per il ripristino dei danni anche alle parti comuni di un edificio residenziale in cui è presente, alla data dell’evento calamitoso, almeno un’abitazione principale, abituale e continuativa, qualora i danni non consentano la fruibilità dell’edificio.

Cosa fare per richiedere il contributo

I beneficiari del contributo presenteranno al Comune una domanda per ricevere l’acconto (3000 euro) e una successiva rendicontazione per attestare le spesa dell’acconto accreditato e ricevere l’eventuale saldo (2000 euro).

Il Comune, alla ricezione della domanda dei cittadini, verifica i dati dichiarati e trasmette al presidente della Regione, commissario per l’emergenza, e al Dipartimento nazionale della Protezione civile i dati minimi (nome, cognome, telefono, mail e codice IBAN) per procedere ai pagamenti, che non graveranno per gli aspetti amministrativo-contabili sugli enti locali.

I tempi

Il commissario per l’emergenza acquisirà dai Comuni interessati l’esito delle istruttorie alle domande di acconto il 30 giugno 2023 e, in seguito, al quindicesimo e al trentesimo giorno di ciascun mese fino a 15 giorni dopo il termine ultimo per la presentazione della domanda di acconto, che è fissato al 30 agosto 2023.

Il commissario per l’emergenza acquisirà dai Comuni interessati l’esito delle istruttorie delle domande di saldo il 15 luglio 2023 e, in seguito, al quindicesimo e al trentesimo giorno di ciascun mese fino a 15 giorni dopo il termine ultimo per la presentazione delle domande di saldo, che è fissato al 31 ottobre 2023.

Aggiornamenti in merito alle chiusure programmate s A14, A13 e Tangenziale di Bologna

Aggiornamenti in merito alle chiusure programmate s A14, A13 e Tangenziale di BolognaSulla A14 Bologna-Taranto è stata annullata la chiusura della stazione di Bologna Fiera, prevista dalle 22:00 di questa sera, mercoledì 31 maggio, alle 6:00 di giovedì 1 giugno.

Restano confermate, come da programma, le chiusure notturne sulla A14 Bologna-Taranto e sulla A13 Bologna-Padova, dalle 22:00 di questa sera, mercoledì 31 maggio, alle 6:00 di giovedì 1 giugno, per consentire attività di ispezione delle opere d’arte, di seguito indicate:

 

sulla A14 Bologna-Taranto:

-per chi percorre la A14 e proviene da Ancona, sarà chiuso lo svincolo di immissione sulla A13 Bologna-Padova. In alternativa si consiglia di uscire sulla A14 alla stazione di Bologna San Lazzaro, percorrere la Tangenziale ed entrare sulla A13 alla stazione di Bologna Arcoveggio;

 

sulla A13 Bologna-Padova:

-per chi percorre la A13 e proviene da Padova, sarà chiuso lo svincolo di immissione sulla A14 Bologna-Taranto, verso Ancona.

In alternativa si consiglia di uscire sulla A13 alla stazione di Bologna Arcoveggio, percorrere la Tangenziale ed entrare sulla A14 alla stazione di Bologna San Lazzaro;

sarà chiuso lo svincolo che dall’uscita della stazione di Bologna Arcoveggio immette sulla Tangenziale, verso Casalecchio di Reno/A1 Milano-Napoli.

In alternativa si consiglia di proseguire sulla Tangenziale di Bologna, verso San Lazzaro di Savena/A14 Bologna-Taranto, uscire allo svincolo 7bis “SS64 Ferrarese” e rientrare dallo stesso in direzione Casalecchio/A1.

Sulla Tangenziale di Bologna, è stata annullata l’ultima chiusura in programma, prevista dalle 22:00 di questa sera, mercoledì 31 maggio, alle 6:00 di giovedì 1 giugno, degli svincoli: 8 bis Viale Europa, 9 San Donato, 11 San Vitale e 13 SS9 Via Emilia.

Maranello Nuoto rientra dai tricolori categoria con 3 titoli, 2 argenti e 2 bronzi

Maranello Nuoto rientra dai tricolori categoria con 3 titoli, 2 argenti e 2 bronziCampionato Italiano Surflifesaving Assoluto – Riccione (ITA) – 27/28 Maggio 2023

Riccione – La seconda parte dei campionati italiani assoluti del salvamento si sono conclusi in data 27-28 maggio con le prove oceaniche sulla spiaggia del bagno 7.

Le giovanissime Nicole Sfondrini, Anna Soli, Arianna Merli e Laura Medici hanno portato Maranello Nuoto al 4° posto nella finale A della staffetta torpedo. Nella stessa finale declinata al maschile, 8^ posizione per  Andrea Dallari, Andrea Cavedoni, Marco Martinelli e Lorenzo Guerzoni. La staffetta salvataggio tavola centra il 5° posto con il duo Martinelli-Cavedoni, fuori di un soffio dalla finale femminile Merli e Sfondrini.

Campionato Italiano Surflifesaving di Categoria – Riccione (ITA) – 29/31 Maggio 2023

Da lunedì a mercoledì la location balneare ha ospitato il campionato italiano di categoria. Partenza molto positiva di Maranello sin dalla prima giornata con le prove sprint 90mt. Doppio oro con il titolo Ragazze che va a Margherita Schneider e trova sul podio per il bronzo Francesca Ingrami in una finale che presentava 4 atlete in giallo, e il titolo junior che se lo aggiudica Laura Medici.

Seconda giornata che decolla con le staffette torpedo: Oro Junior con Arianna Merli, Anna Sola, Laura Medici e Nicole Morabito e argento con le Ragazze con il quartetto formato da Giorgia Biondi, Sara Soli, Sofia e Francesca Ingrami  che poi  risale sul podio per il 2° posto conquistato nella gara del frangente.

Finale A nel salvataggio tavola femminile per Medici e Merli e poi nella giornata conclusiva ben 5 atlete qualificate a bandierine, arriva il podio di Margherita Schneider che ottiene un bronzo.

Nelle classifiche del trofeo a squadre Maranello sfiora il podio della categoria Ragazzi e si classifica all’8° della categoria Junior.

Gruppo Hera: il 6 giugno possibili disagi per le chiamate al call center a causa dello sciopero delle telecomunicazioni

Gruppo Hera: il 6 giugno possibili disagi per le chiamate al call center a causa dello sciopero delle telecomunicazioniIn seguito allo sciopero nazionale nel settore delle telecomunicazioni, proclamato da alcune Confederazioni sindacali per l’intera giornata del 6 giugno, il Gruppo Hera informa che in quella data potrebbero verificarsi disagi sul servizio clienti del call center commerciale (800.999.500 per le famiglie e 800.999.700 per i clienti business).

Allo sciopero potrebbero aderire i lavoratori della controllata Acantho, la digital company del Gruppo, che hanno il contratto nazionale di lavoro delle telecomunicazioni.

Si precisa che tale sciopero non impatta in alcun modo sui numeri e sul pronto intervento dei servizi di distribuzione del gas, dell’acqua, dell’energia elettrica, del teleriscaldamento e dell’illuminazione pubblica.

Si ricorda, infine, che i clienti potranno svolgere tutte le principali pratiche commerciali presso la capillare rete di sportelli sul territorio e, 24 ore su 24, attraverso i servizi Hera OnLine all’indirizzo www.servizionline.gruppohera.it e l’App My Hera, scaricabile gratuitamente per smartphone e tablet.

CGIL IRES ER: presentato il V rapporto sulla Contrattazione Territoriale Sociale

CGIL IRES ER: presentato il V rapporto sulla Contrattazione Territoriale SocialeÈ stato presentato questa mattina al cinema Lumière di Bologna il quinto rapporto sulla contrattazione territoriale e sociale un momento importante per fare il punto dei risultati raggiunti dai sindacati confederali nel loro confronto e interlocuzione  con gli enti del territorio. Dopo aver ricordato la tragedia che ha colpito la Romagna nelle scorse settimane, Marina Balestrieri  responsabile  Politiche della contrattazione e negoziazione territoriale confederale della segreteria Cgil Emilia Romagna ha  aperto i lavori sottolineando “ l’importanza di essere tornati a sederci nei tavoli della contrattazione con gli enti territoriali dopo la flessione registrata nel periodo cruciale della pandemia”.

In sintesi, il rapporto curato da Federica Benni ricercatrice di Ires Emilia Romagna dimostra che “I due anni – 2021 e 2022 – presi in considerazione in questa nuova edizione del rapporto sulla contrattazione territoriale confederale in Emilia-Romagna sono stati caratterizzati da forti anomalie. Era stato così anche per gli anni 2018-2020, presi in esame nello scorso rapporto, e in particolare per l’ultimo di quel triennio, nel quale prese avvio la pandemia poi destinata a condizionare a lungo la vita sociale e l’intera economia italiana e mondiale.

Ma le anomalie nonsono terminate, purtroppo, con il 2020. I due anni successivi, pur contrassegnati da una significativa ripresa sul versante economico, soprattutto in alcuni settori, hanno dovuto fare i conti da un lato con la lunga coda dell’emergenza sanitaria causata dal Covid-19 e con tutte le conseguenze di carattere sociale, non solo sanitario, ad essa connesse; dall’altro con l’esplodere, sul finire del 2021, di una straordinaria fiammata inflattiva, inizialmente concentrata sui beni energetici ma rapidamente estesasi a tutta l’economia, tale da mettere in grave difficoltà la parte più fragile della popolazione, compresa una parte importante del mondo del lavoro. A tutto questo si è aggiunta, da febbraio 2022, l’invasione russa dell’Ucraina e il conseguente deflagrare di un grave conflitto bellico in Europa, che – oltre a destare grandissima preoccupazione per il futuro geopolitico del nostro continente e in qualche misura dell’intero pianeta – ha agito inevitabilmente da moltiplicatore di tutte le problematiche già presenti, a partire da quelle relative agli approvvigionamenti energetici.

Anche in questa occasione, quindi, ogni analisi e valutazione sull’andamento della contrattazione sociale e territoriale non può avvenire a prescindere da un’attenta considerazione del contesto nella quale essa si è sviluppata.

Ed è proprio a partire dal contesto che non può stupire un primo elemento che emerge con estrema chiarezza dall’analisi e cioè la forte differenziazione tra i due anni considerati: 2021 e 2022. Una differenziazione che riguarda sia il numero dei testi sottoscritti, sia i loro contenuti.

Sul primo aspetto, quello più strettamente quantitativo, mentre il 2021 aveva segnato un importante recupero rispetto alla caduta dell’anno precedente, con il 2022 si è andati ben oltre, tornando ai massimi livelli degli anni pre-covid.

Sul secondo aspetto, quello relativo ai contenuti, è del tutto comprensibile come nel 2021, nel permanere dell’emergenza sanitaria, ci si concentri soprattutto sulle politiche sociali, sanitarie e assistenziali e in particolare sulle prestazioni e i servizi che raggiungono il cittadino beneficiario al suo domicilio, sugli interventi di contrasto alla povertà, sul sostegno alla non-autosufficienza. Così come nell’anno successivo, di fronte alle difficoltà create dal repentino innalzamento dei costi energetici, trova piena giustificazione la maggiore attenzione dedicata all’utilizzo delle risorse dei comuni e quindi ai loro bilanci di previsione, nonché alle tariffe dei servizi e alle imposte locali.

È apprezzabile anche il fatto che nell’ambito di queste tematiche tenda a crescere l’attenzione per gli interventi di contrasto all’evasione fiscale e tributaria.

Si può affermare che, soprattutto nell’ultimo anno, tornano maggiormente centrali tutte le tematiche legate al welfare e alla contrattazione dei bilanci preventivi, cioè le tematiche in qualche modo storicamente fondanti della contrattazione sociale e territoriale, mentre rimangono sicuramente più sullo sfondo i temi delle politiche territoriali e di sviluppo, che prima della cesura della pandemia erano andate invece crescendo di rilevanza nell’ambito della contrattazione territoriale. Fenomeno sicuramente legato all’affermarsi di altre urgenze, prevalentemente economiche ed assistenziali, a cui dare risposta, ma verosimilmente anche alla maggiore difficoltà ad ottenere su questo versante risultati tangibili e verificabili, anche a fronte di ampi e importanti documenti condivisi negli ultimi anni.

Certo è sintomatico e meritevole di ulteriori approfondimenti il fatto che, a fronte della ingente mole di risorse del PNRR acquisite dai singoli enti pubblici negli ultimi mesi (comuni, province, città metropolitana e regione hanno acquisito quasi la metà dei circa 7 miliardi di euro fin qui destinati al territorio regionale) siano rarissimi i testi negoziali che si occupano di questo.

Significativo è anche il fatto che, invertendo la tendenza alla crescita della contrattazione di livello sovracomunale rilevata nel periodo pandemico 2020-2021, nel 2022 torni largamente a prevalere (quattro casi su cinque) la dimensione comunale come quella nella quale vengono sottoscritte la quasi totalità delle intese e dei verbali.

Anche questo è un aspetto che merita di essere ulteriormente indagato, perché può avere più cause: certo una maggiore congruenza del livello comunale con la scelta dei temi prioritari sopra richiamati, ma anche probabilmente la difficoltà crescente a rapportarsi con soggetti sovracomunali che sembrano molto spesso attraversare fasi complesse e problematiche nella gestione associata di servizi e politiche territoriali.

In questa edizione del nostro rapporto sulla contrattazione territoriale – conclude la ricercatrice Ires – abbiamo scelto infine di privilegiare, accanto alla parte statistico-quantitativa, l’approfondimento di alcune intese non in quanto rappresentative dello spettro tematico e territoriale dell’insieme dei documenti sottoscritti, ma in quanto significative per qualche particolare aspetto di tipo qualitativo: o per l’originalità degli argomenti affrontati, oppure per la profondità con la quale lo si è fatto, oppure per l’attenzione data ai vari passaggi del percorso negoziale, oppure ancora per la rilevanza dei risultati ottenuti in capo ai beneficiari prescelti.

Ne emerge un quadro sicuramente variegato e complesso, ricco di spunti di grande interesse, che possono suggerire in vario modo percorsi di discussione e di miglioramento per tutti coloro che a vario titolo si occupano della contrattazione territoriale.

In definitiva crediamo corretto affermare che le forti particolarità che hanno caratterizzato i due anni in esame rendono particolarmente difficile oggi individuare con chiarezza quali potranno essere per il futuro le linee evolutive della contrattazione sociale e territoriale.

Proprio per questo sarà importante proseguire il suo monitoraggio, con l’ovvio auspicio di vederla collocata in un contesto maggiormente stabilizzato e meno emergenziale rispetto a quello osservato negli ultimi anni”.

Gli interventi dei sindacalisti che hanno curato tavoli di contrattazione particolarmente emblematici hanno messo in luce la necessità di interloquire con controparti che siano sensibili al tema del coinvolgimento delle parti sociali nelle decisioni che riguardano la vita di tutti i cittadini.

L’assessore regionale al Bilancio Paolo Calvano ha osservato che non è un caso che le regioni che crescono di più sono quelle dove si registra il più ampio ricorso alla contrattazione tra parti sociali:  “Le libertà e i diritti civili delle persone favoriscono lo sviluppo e la contrattazione – ha detto Calvano –   sappiamo che il benessere delle persone e la loro qualità della vita è innegabilmente legata alla capacità di crescita dell’Emilia-Romagna e i dati presentati da Ires ce lo confermano dando un segnale esterno molto forte:  laddove c’è contrattazione c’è più crescita. Certo,  il confronto è faticoso,  richiede più momenti di incontro ma alla fine una sintesi si trova come abbiamo fatto sulle politiche di bilancio e come  stiamo facendo sulle politiche del personale dell’ ente Emilia-Romagna.  Recentemente abbiamo fatto un accordo sugli appalti e la legalità con il responsabile delle politiche territoriali Paride Amanti: è stato un lavoro complicato,  abbiamo provato a capire dove sta il punto di caduta ma spero che sia preso ad esempio anche da altre parti come perimetro su cui lavorare. L’assessore ha poi citato la sanità pubblica come la frontiera sulla quale si giocherà la tenuta del patto sociale:  “ Le risorse stanziate dal Governo non bastano neanche a coprire l’aumento dell’inflazione e il loro disegno punta alla privatizzazione della sanità, non a caso ci hanno convocato a Roma per parlare di assicurazioni”.

Infine Daniela Barbaresi della segreteria Cgil nazionale, ricordando le vittime dei disastri idrogeologici, ha posto l’attenzione sul fatto che “il nostro territorio è particolarmente fragile, richiede manutenzione, attenzione,  scelte diverse ma anche la necessità di trovarci attrezzati quando queste cose accadono.  Non possiamo tutte le volte che succede una tragedia di questo tipo ricominciare da capo con nuove delibere, nuove normative mentre c’è gente fuori casa e disperata. Due  anni fa la Cgil su questo tema ha fatto una battaglia presentando una rivendicazione con dei punti per una  proposta di legge sulle emergenze, proprio perché il nostro territorio è fatto in questo modo abbiamo bisogno di una legge che dica cosa fare nella gestione dell’emergenza per  dare una risposta nel giro di poco tempo e cosa fare sulla prevenzione, la manutenzione del territorio e quali leve devi attivare nella ricostruzione e nel rilancio e sviluppo di quel territorio.

Dobbiamo  fare un lavoro forte e solido cercando anche un’alleanza con le istituzioni partendo dalle regioni più attente, sensibili e lungimiranti di questo Paese. Viviamo  momenti non ordinari,  come se fossimo destinati a vivere con  tragedie e difficoltà ogni anno nuove che neanche immaginavamo di poter vivere: pandemia, guerra, fenomeni climatici estremi, si tratta di fasi non ordinarie che ci mettono costantemente alla prova e fanno sì che ci dobbiamo attrezzare con strumenti di contrattazione sindacale nuovi, inediti anche se difficili da mettere in campo partendo dalla consapevolezza delle difficoltà in cui ci troviamo ad agire. Il  fatto però – conclude la segretaria- di poter dire, dopo tutto quello che abbiamo vissuto, che comunque abbiamo ripreso un nuovo slancio all’azione di contrattazione sociale territoriale non era scontato”.

Alluvione, scende sotto quota mille il numero di persone accolte nelle strutture di protezione civile o in albergo

Alluvione, scende sotto quota mille il numero di persone accolte nelle strutture di protezione civile o in albergo
Copyright: Regione Emilia-Romagna A.I.C.G. – Autore: Roberto Brancolini

Per la prima volta dall’inizio dell’emergenza maltempo, in Emilia-Romagna scende sotto quota mille il numero di persone costrette a lasciare le proprie abitazioni e accolte in strutture messe a disposizione dai Comuni o in alberghi. Per la precisione, nell’intera area interessata dall’alluvione e dalle frane sono in tutto 944, ossia 142 in meno rispetto a ieri, compresi 94 minori. La quota maggiore, 468 persone, si trova nella provincia di Ravenna; seguono i territori di Forlì-Cesena con 263, Bologna con 212 e Rimini con una sola persona in carico.

Viabilità

Sono 757 le strade comunali e provinciali chiuse alla circolazione, di cui 315 in modo parziale e 442 totalmente. Nel bolognese le arterie interessate sono 198 (90 parzialmente e 108 totalmente); 333 nel forlivese-cesenate (106 parzialmente e 227 totalmente); 187 nel ravennate (113 parzialmente e 74 totalmente); 39 nel riminese (6 parzialmente e 33 totalmente).

Frane

Non si ferma l’attività di monitoraggio da parte delle squadre di rilevatori che permette di definire il quadro più aggiornato della situazione frane, in decisa crescita. Al momento si contano 888 frane principali, 130 in più rispetto a quelle rilevate fino a ieri: 351 in provincia di Forlì-Cesena; 248 in provincia di Ravenna; 120 in provincia di Bologna; 14 in provincia di Reggio Emilia, 143 in quella di Rimini e 12 in quella di Modena. A queste si uniscono migliaia di micro-frane che costellano l’intero Appennino interessato dall’emergenza.

Meteo

Per la giornata di domani, giovedì 1^ giugno, è confermata l’allerta gialla per criticità idrauliche su bassa collina, pianura e costa romagnole, oltre che sulla pianura bolognese.

Permangono infatti criticità localizzate per la difficoltà di smaltimento delle acque esondate dai corsi d’acqua che gravano sul reticolo secondario e di bonifica. Saranno possibili brevi rovesci o temporali ad evoluzione diurna, più probabili in Appennino. Sulla collina e sulla costa romagnola, e sulla collina bolognese, resta l’allerta gialla per criticità idrogeologica, a causa delle condizioni favorevoli all’evoluzione dei dissesti innescatisi nelle ultime settimane.

Volontari

Sono 1.724 i volontari di Protezione civile impegnati al momento per affrontare le conseguenze dell’emergenza: 682 provengono dalle organizzazioni nazionali di volontariato, 284 dall’Emilia-Romagna e 758 dalle colonne mobili di altre Regioni.  A questi vanno aggiunti i 71 volontari attivati nell’ambito del meccanismo europeo di mobilitazione (Dipartimento nazionale di Protezione civile) e operativi nel ravennate: 25 provenienti dalla Slovacchia, 32 dalla Slovenia e 14 dal Belgio.

Considerando anche le 105 unità tra personale tecnico, amministrativo e di polizia locale provenienti dalle amministrazioni di Bari, Firenze, Genova, Milano, Roma, Venezia e dislocate attraverso l’Associazione nazionale Comuni italiani a supporto dei comuni alluvionati, gli operatori sul campo arrivano a 1.900.

Numero Verde

5.196 le chiamate arrivate ad oggi al numero verde 800024662, messo a disposizione dalla Regione, 7 giorni su 7 dalle ore 8 alle 20. La maggior parte delle telefonate riguardano la richiesta di informazioni su come fornire aiuto alla popolazione colpita dall’alluvione.

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“Non si ferma l’adesione alla campagna di raccolta fondi avviata dalla Regione a sostegno delle persone e delle comunità colpite dall’alluvione: sono migliaia e migliaia le donazioni arrivate, a cui oggi si aggiunge quella di Tetra Laval, che contribuirà con 500 mila euro. Ringrazio anche loro, così come i grandi Gruppi industriali, le piccole e medie aziende, le singole attività, i tantissimi singoli cittadini che stanno versando ogni tipo di cifra: a tutti davvero un grazie di cuore”.

Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, alla notizia della donazione da parte di Tetra Laval, il gruppo di cui fanno parte.

E’ in allestimento il sito web dove ci sarà il resoconto puntuale dell’andamento della raccolta fondi regionale, ‘Un aiuto per l’Emilia-Romagna’, la cifra via via arrivata e l’uso di tali risorse, come avvenuto in ogni campagna analoga realizzata dalla Regione (ricostruzione post sisma, Covid, profughi Ucraini).

Raccolta fondi regionale “Un aiuto per l’Emilia-Romagna”

Prosegue la raccolta fondi “Un aiuto per l’Emilia-Romagna”, lanciata dalla Regione per sostenere le comunità colpite. Alle ore 10 di oggi le donazioni hanno superato i 33 milioni di euro.

Chiunque può versare un contributo utilizzando queste coordinate bancarie:

Iban: IT69G0200802435000104428964

Causale: “ALLUVIONE EMILIA-ROMAGNA”

Per donare dall’estero, codice Bic Swift: UNCRITM1OM0

Il conto corrente è intestato all’Agenzia per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile dell’Emilia-Romagna.

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