L’8 marzo si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale dei diritti della donna, dedicata alla riflessione sulle conquiste politiche, sociali, economiche del genere femminile e al ricordo delle discriminazioni e delle violenze che le donne hanno subìto e che ancora subiscono in tante parti del mondo.
L’origine della festa della donna, infatti, è legata alla rivendicazione dei diritti della donna, primo fra tutto il diritto di voto.
Il partito socialista americano decise di organizzare per l’ultima domenica di febbraio del 1909 una manifestazione per il voto alla donne. Il 23 febbraio 1909, dunque, negli Stati Uniti, si ebbe la prima giornata della donna. In alcuni paesi europei, come la Germania, l’Austria, la Svizzera e la Danimarca, la giornata della donna si tenne per la prima volta domenica 19 marzo 1911. Le celebrazioni si interruppero allo scoppio della prima guerra mondiale fino all’8 marzo 1917 quando le donne di San Pietroburgo organizzarono una grande manifestazione per reclamare la fine della guerra. Il successo della manifestazione fece sì che, il 14 giugno 1921, la Seconda conferenza internazionale delle donne fissò all’8 marzo la Giornata internazionale delle donne in modo da avere un giorno comune per tutti i paesi.
In Italia la prima giornata della donna si festeggiò nel 1922.
Quest’anno, la Giornata internazionale delle donne ha come tema “Le donne in un mondo del lavoro in evoluzione: verso un pianeta 50-50 nel 2030” e mira a favorire l’accesso globale alla formazione di qualità e all’apprendimento continuo e a raggiungere l’uguaglianza di genere.
In questo ultimo decennio la presenza femminile nei Vigili del fuoco è più che centuplicata, le donne continuano a portare il loro fondamentale contributo in tutti i ruoli dell’organico del Corpo e partecipano attivamente alla sicurezza e alla salvaguardia della popolazione su tutto il territorio nazionale.
I Vigili del fuoco sono al fianco di tutte le donne, in Italia e nel mondo.
Non solo l’otto marzo.
In questo particolare periodo in cui tutti auspichiamo un ritorno alla normalità, una nuova edizione del Mercatino Regionale Francese, con i suoi profumi, sapori e colori d’oltralpe si terrà, dal 18 al 20 marzo, a Sassuolo in Piazza Garibaldi. Tante le prelibatezze enogastronomiche presenti, tutte rigorosamente di qualità e tradizione francese. Oltre ottanta i tipi di formaggi, i quali potranno essere abbinati ad un’ampia gamma di vini provenienti dalle più importanti regioni vinicole d’Oltralpe. Per i più golosi le “degustazioni dolci” potranno contare sui biscotti bretoni, con oltre venti varietà di ripieno, su un gran numero di cioccolatini dai gusti raffinati, fino ad arrivare ai dolci preferiti da Re ed Imperatori: i macarons. Una grande tavolozza di colori è rappresentata dallo stand delle spezie e, a completamento dell’offerta enogastronomica, non mancheranno baguettes e croissants appena sfornati nello spazio della Boulangerie. In questo piccolo angolo di Francia che si presenta nella tua città troverai anche l’artigianato, con un’ampia gamma di prodotti provenienti da diverse regioni: lavanda, saponi, profumi, tovaglie provenzali e tanto altro ancora… ti aspettiamo! L’evento si svolge nel rispetto delle normative per la prevenzione della diffusione del COVID 19.
Mercatino Regionale Francese dal 18 al 20 marzo 2022 a Sassuolo in Piazza Garibaldi
Orari
venerdì dalle 17.00 alle 20.00
sabato e domenica dalle 9.00 alle 20.00
MERCATINO REGIONALE FRANCESE
Il Mercatino Regionale Francese è un evento proposto da un gruppo di operatori commerciali francesi che hanno maturato un’esperienza internazionale in questo settore.
La tipicità del prodotto e la professionalità degli espositori ha permesso, in questi anni, uno sviluppo sia in termini di proposte, sia delle località che lo hanno ospitato, tanto da arrivare, nel 2021, in oltre 20 città dell’Italia centro-settentrionale. L’evento, ospitato nei centri storici con lo scopo di vivacizzarli, ha permesso anche di dare impulso al commercio locale. Visitare il mercatino vuol dire immergersi in una mescolanza di profumi e di colori che lo rende molto particolare e caratteristico.
I prodotti artigianali arrivano dalla Provenza e dalla Costa Azzurra: tovaglie, saponi, lavanda, essenze e borse in paglia. Da Parigi arrivano profumi, cosmetici e un’ampia gamma di accessori moda.
I prodotti legati all’enogastronomia francese rappresentano il cuore del mercatino. Oltre 80 i tipi di formaggio presenti, dal Mont d’Or, con la tipica confezione di legno, al Rocamadour del Midi Pyrénéés, dal Camembert della Normandia, al Brie della Ile de France. Anche i vini sono presentati in oltre 30 varianti, dallo Champagne al Bordeaux fino al Sidro. I salumi hanno particolari tipi di produzione che abbinano spezie ed erbe aromatiche. L’offerta dei biscotti Bretoni può contare su oltre 20 varietà diverse di ripieno: dal cocco al sesamo, dal cioccolato al limone. Una grande tavolozza di colori è rappresentata dallo stand delle spezie, le quali provengono, nella maggior parte dei casi, dalle ex colonie francesi. Da non perdere è lo spazio dedicato alle crepes e alla gastronomia, tutte specialità da degustare calde. A conclusione dello spazio enogastronomico non poteva mancare la baguette, calda, appena sfornata. I forni della Boulangerie preparano anche croissant e pasticceria da forno che fa bella mostra su uno stand di oltre 12 metri.
La Regione Emilia-Romagna fornisce un aiuto immediato per procurare in loco beni di prima necessità, medicinali, sostegno umanitario, sanitario e psicologico alla popolazione ucraina, in particolare a coloro i quali stanno fuggendo per mettersi in salvo o a chi non ha più un alloggio.
Lo ha deciso oggi la Giunta Regionale, mettendo a disposizione uno stanziamento iniziale di 50mila euro, dai fondi per la cooperazione internazionale, per rispondere con estrema urgenza ai bisogni di profughi e sfollati ucraini in transito nelle città di Lviv (Leopoli) e Chernivtsi, diretti in Polonia e Romania o destinati a raggiungere i familiari nel resto dell’Unione Europea.
“La Regione Emilia-Romagna da tempo ha avviato un rapporto di cooperazione internazionale con l’Ucraina- sottolineano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e la vicepresidente Elly Schlein- dove con i nostri fondi e la collaborazione di associazioni e ong operanti sul posto abbiamo sostenuto progetti a Chernivtsi, Leopoli e Kharkiv”.
“Purtroppo- proseguono- le informazioni che ci arrivano da chi è impegnato sul territorio sono drammatiche: ci siamo perciò impegnati per mettere subito a disposizione 50mila euro, che serviranno a fornire assistenza sia a chi rimane in Ucraina ma non ha più una posto sicuro dove alloggiare, sia a chi cerca la salvezza attraverso la fuga nei paesi confinanti”.
Chi può partecipare al bando
A partire da domani e fino alle ore 18 del 16 marzo ong, onlus, organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, cooperative sociali ed enti locali potranno presentare un progetto che intervenga sugli ambiti di intervento prioritario individuati dalla Giunta. I fondi stanziati saranno comunque disponibili a partire dalla data di oggi, varo dell’esecutivo regionale, a copertura quindi di spese nel frattempo sostenute per l’attuazione del progetto, se sarà il prescelto.
I dettagli saranno presto disponibili sul sito https://fondieuropei.regione.emilia-romagna.it/coop-internazionale
Le caratteristiche che dovrà avere il progetto di sostegno
Il progetto dovrà prevedere la fornitura in loco di prodotti alimentari e non alimentari di prima emergenza ed essenziali per la popolazione in fuga, la prestazione di servizi medici di emergenza, la fornitura di medicinali, materiale e attrezzature sanitarie.
Sarà possibile poi organizzare servizi di sostegno psicosociale per persone vulnerabili, rifugiate e sfollati interni e sostenere le famiglie che intendano restare all’interno dei confini ucraini con servizi di accoglienza, mensa, anche attraverso la messa a disposizione di strutture ricettive o alloggi per gli sfollati.
Infine, andrà fornito il supporto logistico ai trasporti delle persone dall’ Ucraina alla Polonia e dall’Ucraina a Romania in condizioni di sicurezza.
Tali attività andranno realizzate in collaborazione e con il sostegno di associazioni di solidarietà, ong, enti locali impegnati nella fornitura di assistenza umanitaria e sanitaria a favore di profughi e sfollati.
Occorrerà poi prestare una forte attenzione agli equilibri sociali ed economici delle comunità locali. Il progetto potrà durare fino a 12 mesi ma è prevedibile che si concretizzi e si concluda prima della scadenza prevista.
La necessità di un intervento coordinato con la rete di associazioni e organizzazioni non governative che lavorano in Ucraina e che hanno una sede operativa nel paese era emersa durante il Tavolo Paese Ucraina, convocato presso la Regione Emilia-Romagna lo scorso 2 marzo.
In quella occasione le associazioni ucraine e italiane avevano confermato la gravità della situazione, denunciando l’escalation della guerra soprattutto nell’est dell’Ucraina dove la distruzione di case, scuole e presidi sanitari sta costringendo alla fuga intere famiglie, donne e bambini soprattutto (gli uomini tra i 18 e i 60 anni non possono infatti lasciare il paese).
Da qui l’auspicio di un intervento regionale che non ha tardato a concretizzarsi.
Più uguali e più libere, grazie a una occupazione stabile e di qualità. Nella Giornata internazionale della Donna il tema dell’accesso al lavoro resta una delle questioni fondamentali su cui intervenire, anche per recuperare i ritardi e le discriminazioni che la pandemia di questi due anni ha ulteriormente accentuato.
Ne è convinta l’assessora regionale alle Pari opportunità, Barbara Lori, che in occasione dell’8 Marzo traccia il bilancio sul “Fondo regionale per l’imprenditoria femminile” e rinnova l’impegno della Regione che, all’interno della nuova programmazione europea, prevede azioni di sostegno all’imprenditoria femminile nell’ambito FESR, mentre in quello FSE vi sono ulteriori azioni di formazione e accompagnamento al lavoro.
“La prima edizione del Fondo regionale si è chiusa con un bilancio positivo che dimostra la vitalità del tessuto economico regionale e la voglia di intraprendere e di mettersi in gioco di molte donne– commenta Lori-. Con una dotazione di 1,7 milioni di euro per sostenere con contributi a fondo perduto attività imprenditoriali a conduzione femminile, o con la maggioranza dei soci donne, è un fondo inedito che abbiamo fortemente voluto e siamo fieri che sia una delle misure previste nella nuova programmazione del Fondo europeo Fesr”.
“Ma non ci fermiamo- aggiunge Lori- e in occasione dell’8 Marzo voglio ribadire l’impegno della Regione per sostenere le donne in un mercato del lavoro che ancora troppo spesso le penalizza”
In occasione dell’8 Marzo, l’assessora alle Pari opportunità ha incontrato le realtà aderenti al ‘Protocollo Regionale Donne e Lavoro’ per un confronto sulle nuove opportunità offerte dai programmi europei: “Valutare le misure in preparazione – conclude – con le dirette interessate è importante per declinare in maniera efficace le priorità delle donne nella vita economica”.
I risultati del primo bando
Nel 2021 il Fondo ha permesso di finanziare 107 domande così ripartite a livello provinciale: Piacenza 17, Parma 12, Reggio Emilia 5, Modena 12, Bologna 14, Forlì-Cesena 11, Ravenna 19, Rimini 7, Ferrara 10.
Molto diversificata la partecipazione. Non solo attività commerciali, o del settore della ristorazione e della ricettività, ma anche piccole imprese artigianali, laboratori di ricerca scientifica e di analisi chimiche. Tra i settori rappresentati anche quelli della moda e del design, ma anche di consulenza imprenditoriale e gestionale. Alcuni progetti erano legati all’apertura di nuove attività (e quindi acquisto di arredi, attrezzature, materiale, ma anche promozione), altri al consolidamento di attività già avviate (ampliamento dei locali, innovazione tecnologica e comunicativa, ristrutturazioni).
La campagna di comunicazione e il podcast
Un impegno quello della Regione che passa anche dalla comunicazione. “Non c’è spazio per l’indifferenza di genere. La Regione è dalla tua parte”. Il tema della campagna regionale che parte proprio l’8 Marzo con inserzioni sulle principali testate giornalistiche, passaggi radio e sui social per informare le donne e sensibilizzare tutta la comunità regionale su temi quali la conciliazione dei tempi di vita, l’accesso al lavoro, la formazione, lo sviluppo delle competenze, i percorsi di carriera e appunto il sostegno all’imprenditoria femminile.
Tra le iniziative anche un podcast – https://www.spreaker.com/user/14186332/il-pavimento-di-cristallo – curato dell’Agenzia informazione e comunicazione con le storie (e il punto di vista) di quattro donne emiliano-romagnole: Orietta Berti, la scrittrice Silvia Avallone, la cuoca Alessandra Spisni e l’allenatrice della nazionale di calcio femminile, Milena Bertolini.
La carriera di Orietta Berti comincia a Cavriago, nel reggiano, oltre 55 anni fa, quando fare la cantante era considerato un passatempo.
Anche la Ct della nazionale femminile di calcio, Milena Bertolini, è reggiana e quando ha iniziato a giocare era l’unica bambina in campo: per essere accettata si vestiva da maschio e si faceva chiamare Mario.
Nel 2000 a Bologna la cuoca Alessandra Spisni si rende conto che il mestiere della sfoglina non esiste e così decide di fondare la ‘Vecchia scuola bolognese’ che oggi insegna il mestiere ad allievi di tutto il mondo.
Silvia Avallone arriva in Emilia-Romagna per studiare filosofia all’università, vuole restare a Bologna ma deve trovare subito un lavoro; sceglie quindi la ‘strada più folle’ e scrive un romanzo che le farà vincere il Premio Campiello spalancandole le porte di una brillante carriera letteraria.
Orietta Berti, Milena Bertolini, Alessandra Spisni, Silvia Avallone. Sono queste le protagoniste della nuova puntata del podcast Ti Racconto l’Emilia-Romagna – a cura dell’Agenzia Informazione e Comunicazione della Giunta regionale -, realizzato in occasione dell’8 marzo, Giornata internazionale della donna.
Quattro donne straordinarie dell’Emilia-Romagna che, grazie alla passione, all’impegno e a scelte coraggiose, sono riuscite a raggiungere i traguardi prefissi dimostrando come il tetto di cristallo si possa ribaltare e diventare un pavimento.
Con il pensiero al conflitto in Ucraina che, sottolinea la scrittrice che ha scelto di vivere a Bologna, “ci sta ribadendo il ruolo delle donne nella storia, la loro gigantesca resistenza”.
La puntata on line sul portale della Regione Emilia-Romagna (www.regione.emilia-romagna.it), e sulle piattaforme Spreaker e Spotify: https://www.spreaker.com/user/14186332/il-pavimento-di-cristallo
Il 2022 vedrà il Corpo delle Guardie Giurate Ecologiche Volontarie (GEV) impegnato nell’implementazione delle proprie attività a tutela di ambiente, verde e animali; in collaborazione con l’Assessorato all’Ambiente del Comune di Formigine, la Polizia Locale e altre istituzioni di volontariato del territorio.
Cuore del programma operativo sarà l’attività di sensibilizzazione della cittadinanza – necessaria per favorire la prevenzione del fenomeno dilagante dello scorretto conferimento dei rifiuti – verso il progetto “Formigine Extrapulita” e il principio del “ridurre, riutilizzare, riciclare”, specialmente in riferimento al nuovo regolamento per la gestione dei rifiuti che entrerà in vigore entro la fine del 2023.
Per quanto riguarda l’attività nell’anno trascorso, sono 2.647 le ore di servizio per i 12 volontari coordinati da Mario Rossi. Attività che hanno portato nel solo 2021 ad accertare 113 violazioni amministrative, con 96 segnalazioni inoltrate.
Al centro delle operazioni, come sempre una speciale attenzione verso le tematiche ambientali, grazie a servizi di vigilanza – ma anche educazione e informazione alla cittadinanza – concentrati prevalentemente nelle aree dell’Oasi del Colombarone e della sponda sinistra del torrente Tiepido, oltre che nelle aree verdi cittadine.
Intensificati anche i controlli in materia di vigilanza venatoria, con 12 violazioni accertate, e di abbandono di rifiuti, con un particolare focus sui cosiddetti “microabbandoni” di prodotti da fumo e mascherine monouso.
In aggiunta alle funzioni ordinarie, fondamentale è stato l’apporto delle GEV nella gestione dell’emergenza pandemica grazie ai servizi integrati con la Polizia Locale di assistenza e informazione alla cittadinanza in occasione di eventi, manifestazioni, fiere e mercati.
Per quanto è di competenza da parte della Regione, resta invariata la pressione fiscale per gli emiliano-romagnoli.
Il punto fermo è stato messo dalla Giunta regionale che ha approvato un Progetto di legge che adegua l’articolazione delle aliquote dell’addizionale regionale all’Irpef con i nuovi scaglioni di reddito introdotti dal Governo.
Misura necessaria per garantire l’allineamento alla normativa statale, fatta in modo tale da mantenere inalterato il gettito complessivo prodotto dall’addizionale. Infatti, sotto il profilo finanziario, per il bilancio regionale non deriveranno maggiori oneri. Tradotto, non ci saranno, comunque, minori entrate per la Regione.
Il progetto di legge regionale, approvato dalla Giunta guidata dal presidente Stefano Bonaccini, va ora all’esame dell’Assemblea legislativa, dove inizia l’iter nelle commissioni che porterà al voto finale in Aula nelle prossime settimane.
“La riforma nazionale delle aliquote Irpef non aumenta in alcun modo la pressione fiscale per cittadini e imprese: così è anche per le tasse regionali, che rimangono invariate. La proposta della Giunta- ha detto l’assessore regionale al Bilancio, Paolo Calvano- punta a mantenere il criterio di gradualità delle aliquote in relazione alle fasce di reddito imponibile, in attuazione del principio costituzionale di progressività del prelievo. Così, senza variare la pressione fiscale viene confermato interamente il gettito destinato al sostegno delle politiche regionali di welfare e di incentivi agli investimenti”.
Le aliquote
Il progetto di legge regionale varato dalla Giunta prevede la conferma delle aliquote dell’addizionale regionale per i primi tre scaglioni di reddito imponibile: allo 0,1% fino a 15mila, allo 0,7% dai 15mila ai 28mila, allo 0,8% dai 28mila ai 50mila euro, all’1,04% l’aliquota relativa allo scaglione di reddito imponibile superiore a 50 mila euro.
L’intervento complessivo proposto prevede, quindi, di mantenere inalterato sia il gettito totale dell’addizionale, circa 312 milioni di euro, sia il gettito per singolo scaglione.
Avviato in provincia di Modena lo screening sull’epatite C previsto in via sperimentale a livello nazionale, nell’ottica di rafforzare la prevenzione contro la malattia. Presso gli studi medici e nelle strutture sanitarie i cittadini troveranno i materiali della campagna regionale, mentre è on line sul sito aziendale la pagina dedicata con tutte le informazioni utili per i destinatari: www.ausl.mo.it/screening-epatite-c.
A differenza di ciò che accade in altre province, nel modenese il test di screening – un semplice esame del sangue – viene eseguito in accesso diretto, gratuitamente, in 29 Punti prelievi del territorio (l’elenco è consultabile tramite la pagina indicata sopra), sia come test singolo sia chiedendo al Punto prelievi di aggiungerlo ad altri esami già previsti (anche se prenotati). Il cittadino non ha bisogno di prenotare né occorre richiesta del medico.
Come stabilito da decreti ministeriali, lo screening – che ha portata nazionale – è rivolto in viasperimentale a tutta la popolazione iscritta all’anagrafe sanitaria (inclusi gli Stranieri temporaneamente presenti – STP), nata dal 1969 al 1989. Rientrano nei destinatari dello screening anche le persone seguite dai Servizi pubblici per le Dipendenze (SerD), indipendentemente dall’anno di nascita e dalla nazionalità; e i detenuti in carcere, anche in questo caso indipendentemente dall’anno di nascita e dalla nazionalità.
L’Ausl di Modena invia, in maniera progressiva, un SMS ai destinatari dello screening per invitarli a partecipare e informali sulle modalità per aderire. I primi messaggi (circa 12.000) sono stati inviati nei giorni scorsi ma si precisa che i destinatari dello screening possono eseguire il test anche se non ricevono l’SMS.
Perché aderire
L’epatite C è un’infezione pericolosa: molte persone infettate sviluppano una malattia epatica cronica, che può evolvere in forme molto gravi e progressive che vanno dalla cirrosi al cancro al fegato. La maggior parte delle persone con epatite C cronica non presenta alcun sintomo o presenta solo sintomi generali come stanchezza cronica e depressione. Lo screening, dunque, è l’unico modo per individuarla. La terapia disponibile da alcuni anni è semplice da assumere, sicura ed estremamente efficace. Circa il 95% delle persone trattate guarisce completamente eliminando l’infezione.
Come avviene l’analisi
Sul campione ematico viene effettuato un primo esame sierologico, ed eventualmente i successivi approfondimenti necessari. Il cittadino riceverà sul FSE l’esito dello screening se negativo.
In caso di esito positivo, verrà preso in carico dagli specialisti dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena.
I SerD, dal canto loro, continueranno l’attività già in corso per la ricerca di HCV nei soggetti che seguono, di qualunque età siano. In caso di esito positivo, verrà garantito, da parte del medico SerD, l’invio del paziente a una visita specialistica e il follow up del trattamento. Anche all’interno degli istituti penitenziari proseguirà l’attività di screening per HCV, già in corso, e la presa in carico specialistica per i casi risultati positivi.
Il sito dell’Azienda USL di Modena è invece di riferimento per i cittadini della provincia che, all’indirizzo www.ausl.mo.it/screening-epatite-c, possono trovare informazioni sullo screening e sulle modalità per aderire, l’elenco dei Punti prelievi in è possibile eseguire il test e la modulistica necessaria.
Un romanzo ambientato durante la Seconda guerra mondiale che affronta tematiche come le leggi razziali, la lotta delle donne, la Liberazione. Una storia di coraggio, amore, amicizia e Resistenza.
Dedicato ai giovani lettori curiosi di scoprire le storie dei nonni e dei bisnonni, custodi della memoria, che hanno vissuto direttamente il dramma della guerra.
Eliselle: IL COLLEGIO (Einaudi Ragazzi – Collana Carta Bianca). In copertina illustrazione di JACOPO BRUNO
Sul mondo imperversa la Seconda guerra mondiale. Anna ha undici anni e un carattere impetuoso. La sua numerosa famiglia è stata divisa dalla guerra e, quando i bombardamenti del 1944 colpiscono la sua casa, deve spostarsi in un edificio per sfollati, il Vecchio Collegio di Sassuolo, una villa ottocentesca ormai lontana dai fasti dell’epoca. Qui stringe amicizia con Gabriella, una bambina che dice di vedere le anime dei morti, e si scontra con Carlo, capo di una banda di ragazzini. Un giorno, Anna e Gabriella, spinte dalla curiosità, decidono di esplorare la soffitta del vecchio edificio. Dopo averne forzato la porta chiusa a chiave, scoprono che una famiglia ebrea si nasconde tra quelle stanze. Così, quando un reparto di SS irromperà nella cornice un tempo idilliaca del Collegio, Anna, per salvare i suoi nuovi amici, dovrà affrontare con coraggio e amore una sfida pericolosa.
Alcuni stralci dalla Nota storica dell’autrice.
La villa del Collegio dei Nobili di San Carlo di Modena fu edificata tra il 1835 e il 1837, grazie all’ampliamento del precedente Casino Torelli, già Gazzoli, nella località Braida di Sassuolo: il Casino si trovava al centro di un’ampia possessione e venne scelto per la sua posizione e l’aria salubre che allora era una caratteristica del territorio.
L’ex Collegio fu requisito durante i due conflitti mondiali per i reparti di fanteria. Dunque nel periodo in cui è ambientato il romanzo, dal 1943 al 1945, era stato requisito in realtà dalle truppe tedesche. Solo al termine della Seconda Guerra Mondiale accolse le famiglie che necessitavano di una abitazione, e divenne un grande condominio ante-litteram, dove si crearono legami che sopravvissero al tempo. L’edificio fu poi definitivamente demolito nel 1973, dopo un incendio, e ora al suo posto scorre il traffico della circonvallazione e si trovano le imprese industriali e artigianali di Sassuolo.
Con la decisione dell’Ungheria di ostacolare le esportazioni nazionali di cereali, soia e girasole, in Italia è a rischio un allevamento su quattro che dipende per l’alimentazione degli animali dal mais importato da Ungheria e Ucraina che hanno di fatto bloccato le spedizioni e rappresentano i primi due fornitori dell’Italia del prezioso e indispensabile cereale.
E’ l’allarme lanciato dal presidente della Coldiretti Ettore Pradini che denuncia il comportamento irresponsabile di un Paese che fa parte dell’Unione Europea come l’Ungheria che ha bloccato anche l’export di grano e altri cereali come segale, orzo, avena e quello di semi di soia e di girasole fino al 22 maggio. “E’ stata notificata a Bruxelles una decisione che compromette il mercato unico e mina le fondamenta stesse dell’Unione Europea” afferma Prandini nel sollecitare “un opportuno intervento della Commissione europea per fermare comportamento assurdo ed assicurare il regolare funzionamento del mercato unico”.
Dall’Ungheria sono arrivati in Italia ben 1,6 miliardi di chili di mais nel 2021 mentre altri 0,65 miliardi di chili dall’Ucraina per un totale di 2,25 miliardi di chili che rappresentano circa la metà delle importazioni totali dell’Italia che dipende dall’estero per oltre la metà del proprio fabbisogno, secondo le analisi della Coldiretti. “Siamo di fronte ad una nuova fase della crisi, dopo l’impennata dei prezzi arriva il rischio concreto di non riuscire a garantire l’alimentazione del bestiame” avverte Prandini nel precisare che “da salvare ci sono tra l’altro 8,5 milioni di maiali, 6,4 milioni di bovini e oltre 6 milioni di pecore”.
L’Italia è costretta ad importare materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti dalle industrie agli agricoltori che sono stati costretti a ridurre di quasi 1/3 la produzione nazionale di mais negli ultimi 10 anni durante i quali è scomparso anche un campo di grano su cinque con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati perché molte industrie per miopia hanno preferito continuare ad acquistare per anni in modo speculativo sul mercato mondiale, approfittando dei bassi prezzi degli ultimi decenni, anziché garantirsi gli approvvigionamenti con prodotto nazionale attraverso i contratti di filiera sostenuti dalla Coldiretti.
“Un errore imperdonabile che è possibile recuperare” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “ci sono le condizioni produttive, le tecnologie e le risorse umane per raggiungere in Italia l’autosufficienza alimentare”. Per questo oggi in Italia bisogna agire subito – continua Prandini – facendo di tutto per non far chiudere le aziende agricole e gli allevamenti sopravvissuti con lo sblocco di 1,2 miliardi per i contratti di filiera già stanziati nel Pnrr, ma anche incentivando le operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito delle imprese agricole a 25 anni attraverso l’ Ismea e fermando le speculazioni sui prezzi pagati degli agricoltori con un efficace applicazione del decreto sulle pratiche sleali”. E poi investire – conclude Prandini – per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità, contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica e le NBT a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici.
Il prezzo del grano – ricorda la Coldiretti – ha messo a segno un aumento del 40,6% in una settimana per un valore ai massimi da 14 anni di 12,09 dollari per bushel (27,2 chili) che non si raggiungeva dal 2008 ma su valori al top del decennio si collocano anche le quotazioni di mais mentre la soia sale del 5% nella settimana, secondo l’analisi della Coldiretti alla chiusura settimanale del Chicago Board of Trade, punto di riferimento per le materie prime agricole.
Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 1.200.538 casi di positività,1.853in più rispetto a ieri, su un totale di 9.794 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore, di cui 4.842molecolari e 4.952 test antigenici rapidi.
Complessivamente, la percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti è del 18,9%, un valore non indicativo dell’andamento generale visto il numero di tamponi effettuati, che nei giorni festivi è inferiore rispetto agli altri giorni e soprattutto i tamponi molecolari vengono fatti prioritariamente su casi per i quali spesso è atteso il risultato positivo.
Vaccinazioni
Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid. Alle ore 14 sono state somministrate complessivamente 10.186.449 dosi; sul totale sono 3.758.961 le persone over 12 che hanno completato il ciclo vaccinale, il 93,5%. Le terze dosi fatte sono 2.673.344.
Il conteggio progressivo delle dosi di vaccino somministrate si può seguire in tempo reale sul portale della Regione Emilia-Romagna dedicato all’argomento: https://salute.regione.emilia-romagna.it/vaccino-anti-covid, che indica anche quanti sono i cicli vaccinali completati e le dosi aggiuntive somministrate.
Per quanto riguarda l’autotesting con tampone rapido antigenico per l’apertura e la chiusura dell’isolamento riservato a chi ha fatto la terza dose ed è asintomatico, dall’avvio del servizio – il 19 gennaio scorso – i tamponi caricati sul Fascicolo sanitario elettronico sono 41.648.
Di questi, 21.449, pari al 51,5%, riguardano cittadini che, avendo determinato la propria positività al virus SARS-CoV-2, hanno ricevuto o riceveranno la comunicazione di avvio del periodo di isolamento. Dopo 7 giorni di isolamento queste persone potranno ripetere l’autotesting e in caso di negatività caricare il risultato sempre sul Fascicolo sanitario elettronico e ottenere entro 24 ore la certificazione di fine isolamento. 20.199 sono invece i tamponi con esito negativo (il 48,5%).
Ricoveri
I pazienti attualmente ricoverati nelle terapie intensive dell’Emilia-Romagna sono 71 (+3 rispetto a ieri), l’età media è di 65,1 anni. Per quanto riguarda i pazienti ricoverati negli altri reparti Covid sono 1.207 (+31 rispetto a ieri, +2,6%), età media 74,1 anni.
Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 1 a Piacenza (invariato rispetto a ieri), 6 a Parma (invariato); 5 a Reggio Emilia (-1); 8 a Modena (invariato); 27 a Bologna (+1); 5 a Imola (invariato); 5 a Ferrara (+1); 1 a Ravenna (-1); 2 a Forlì (+1), 1 a Cesena (invariato) e 10 a Rimini (+2 rispetto a ieri).
Contagi
L’età media dei nuovi positivi di oggi è di 40 anni.
La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 583 nuovi casi (su un totale dall’inizio dell’epidemia di 246.190), seguita da Modena (220 su 186.174); poi Reggio Emilia (207 su 132.264), Ferrara (168 su 82.210) e Ravenna (145 su 110.584); quindi Parma (144 su 98.006) e Rimini (144 su 118.425), Cesena (87 su 67.774), Piacenza (62 su 64.986); infine Forlì (61 su 56.731) e il Circondario imolese, con 32 nuovi casi di positività su un totale da inizio pandemia di 37.194.
I casi attivi, cioè i malati effettivi, sono 27.802 (-1.082). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 26.524 (-1.116), il 95,4% del totale dei casi attivi.
Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.
Guariti e deceduti
Le persone complessivamente guarite sono 2.922 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 1.156.724.
Purtroppo, si registrano 13decessi:
2 in provincia di Piacenza (una donna di 86 e un uomo di 86 anni)
3 in provincia di Reggio Emilia (una donna di 94 anni e due uomini di 92 e 94 anni)
5 in provincia di Bologna (due donne di 87 e 95 anni e tre uomini di 85, 86 e 88 anni)
1 in provincia di Ferrara (una donna di 96 anni)
1 in provincia di Forlì-Cesena (una donna di 86 anni)
1 in provincia di Rimini (un uomo di 63 anni).
Non si registrano decessi in provincia di Parma, Modena, Ravenna e nel Circondario imolese.
In totale, dall’inizio dell’epidemia, i decessi in regione sono stati 16.012.
Rispetto a quanto comunicato nei giorni scorsi sono stati eliminati 4 casi, positivi a test antigenico ma non confermati da tampone molecolare.
Andrea Corsini (Copyright: Regione Emilia-Romagna A.I.C.G. – Autore: Ballardini Pietro)
‘Autostrade d’acqua’ per trasportare le merci lungo il Po e per il rilancio turistico del territorio. Sono in arrivo 145 milioni di euro dal Mims, ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, destinate alle quattro Regioni – Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia e Piemonte – firmatarie dell’Intesa interregionale per la navigazione interna.
Di questi fondi, 45 milioni di euro sono assegnati direttamente all’Emilia-Romagna e serviranno a consentire il trasporto delle merci e la navigazione turistica sull’Idrovia ferrarese e il fiume Po, mentre 58 milioni di euro, assegnati alla Lombardia e gestiti da Aipo – Agenzia interregionale per il fiume Po – avranno ricadute importanti per la navigabilità del Po nel piacentino.
“Finalmente possiamo contare su risorse certe per opere sostenibili- afferma l’assessore regionale alle Infrastrutture, Andrea Corsini- che rientrano a pieno titolo nella transizione ecologica perseguita dall’Emilia-Romagna, nel quadro del Patto per il Lavoro e per il Clima. Il decreto del Mims arriva dopo oltre 17 anni dalle ultime assegnazioni nazionali sulla navigazione interna, un settore escluso da finanziamenti statali da troppo tempo. Il lavoro di squadra delle quattro Regioni dell’intesa ha permesso, nella proposta avanzata nel giugno scorso, di individuare il percorso più idoneo per dare nuovo impulso all’utilizzo delle vie d’acqua per il trasporto delle merci e il rilancio turistico dei territori”.
Gli interventi sull’Idrovia ferrarese e il fiume Po
Le risorse statali assegnate all’Emilia-Romagna consentiranno per l’Idrovia ferrarese, di portare a termine l’adeguamento alla V classe di navigazione di quattro ponti lungo il Boicelli – Betto, Confortino, Mizzana e ferroviario merci – per arrivare alla quota di navigazione prevista dalle norme (circa 19,3 milioni) e di risolvere i fondali bassi attraverso risezionamenti straordinari della ‘cunetta’ di navigazione (1,5 milioni).
Gli altri fondi, per 24,2 milioni di euro, saranno destinati invece alla sistemazione a corrente libera, ovvero a interventi di miglioramento della navigabilità dell’alveo di magra del fiume Po. In pratica le opere serviranno per consentire la navigazione delle navi di V classe europea – chiatte per il trasporto fino a 2mila tonnellate di merci -, tra la foce del Mincio e Ferrara. Un intervento cui si aggiungono 15 milioni di euro già finanziati dalla Regione Emilia-Romagna.
Altri 58 milioni di euro sono invece destinati alle opere per la sistemazione a corrente libera dell’alveo di magra del Po nel tratto tra Cremona e la foce del Mincio. Le risorse, assegnate alla Lombardia, verranno gestite da Aipo.
Tra gli interventi previsti, per l’Emilia-Romagna è significativo quello relativo al piacentino. Le opere finanziate permetteranno infatti di raggiungere la città di Piacenza sia con le chiatte per il trasporto merci che con le crociere turistiche anche attraverso il passaggio della nuova conca di Isola Serafini inaugurata pochi anni fa dalla Regione.
“Inaccettabile, bisogna agire subito: l’impatto pandemia si sta abbattendo soprattutto sulle donne, con un mercato del lavoro che rischia di ampliare ulteriormente il divario di genere, soprattutto in termini di precarietà. Un lavoro che risulta meno stabile anche perché le imprese sembrano scaricare le incertezze del momento in particolare sul genere femminile”.
Così Filippo Pieri, segretario generale della Cisl Emilia Romagna, ha commentato i dati scaturiti da un focus sull’occupazione femminile realizzato da Via Milazzo.
In generale il saldo occupazionale dei rapporti a tempo indeterminato è sfavorevole, in particolare dal 2017 al 2021. È un fenomeno che si deve soprattutto alla curva delle nuove assunzioni a tempo indeterminato: dal 2017 al 2021 in Emilia Romagna il dato medio delle assunzioni a tempo indeterminato sul totale assunzioni è stato appena del 12,4%. Dato che però diventa ancora più preoccupante se si analizzano anche le differenze di genere: nel 2021 il tempo indeterminato ha interessato appena il 9,6% delle assunzioni femminili e il 14,2% delle assunzioni maschili.
“Il fronte delle mancate trasformazioni da rapporti di lavoro ‘altri’ a rapporti a tempo indeterminato (il 61,65% delle trasformazioni riguarda gli uomini, il 38,35% le donne) mostra come il lavoro non standard per le donne non sia propedeutico alla stabilizzazione occupazionale. Questo aspetto rende ancora meno accettabile la netta prevalenza femminile tra le tipologie contrattuali meno stabili”, ha rincarato la dose Pieri.
Forti criticità presenta anche il dato del part-time. In regione, nel 2021, sono stati circa il 44% i contratti attivati per le donne (50% nel resto d’Italia). Tuttavia anche questo dato rimane però fortemente sbilanciato, visto che, in base alle stime, circa il 19% dei part-time sembra essere involontario per le donne, contro il 6% degli uomini.
Aspetti che naturalmente si riversano sulla retribuzione pro capite: il gap di genere (gender pay~gap) in valore assoluto si attesta intorno al 30%, forbice che può ampliarsi ulteriormente in alcuni settori.
Cosa fare? La Cisl Emilia Romagna, attraverso la responsabile del Coordinamento donne Elisa Fiorani, ribadisce alcune proposte cardine:
intervenire prima dell’ingresso nel mercato del lavoro con progetti per avvicinare le ragazze al digitale e alle materie STEM e colmare il deficit di competenze che si riscontra sul mercato del lavoro in questi ambiti, legati alle professionalità emergenti.
Rafforzare l’infrastruttura sociale e l’accessibilità (economica, in primis) dei servizi di supporto alle famiglie, lavorando culturalmente ad un riequilibrio dei carichi di lavoro e cura tra uomo e donna;
aumentare (sia a livello regionale sia nazionale) il gender procurement, ovvero le premialità per le aziende che si impegnano a garantire parità di genere;
Istituzioni e corpi intermedi siano apripista, adottando innovative politiche interne tese a valorizzare la gender equality;
implementare e incentivare fiscalmente il Welfare aziendale contrattato in modo da incidere positivamente sull’impiego femminile e sul bilanciamento vita-lavoro.
Garantire la trasparenza delle aziende in termini di retribuzioni e percorsi di carriera, anche attraverso le disposizioni della recente legge sulla parità retributiva, per poter agire sul gender pay gap e sul cosiddetto ‘tetto di cristallo’.
Per lavori su rete idrica, previsto restringimento stradale con senso unico alternato in via Malmusi n.6 e in via Torrente Dragone, dalle 8.00 alle 18.00 del 9 marzo. A ciò si aggiunge la chiusura di via Brascaglia n.3 dalle 8.00 alle 18.00 del 10 marzo. Tali divieti saranno evidenziati al pubblico mediante apposita segnaletica verticale.
Dopo una serie di prove preselettive, organizzate dalla Direzione Regionale Emilia Romagna presso il polo didattico regionale, che hanno visto la partecipazione di circa duecento Vigili del Fuoco dei Comandi della regione, un primo contingente di 24 unità ha concluso il corso USAR-M (Urban Search and Rescue Medium – Ricerca e Soccorso in ambiente urbano).
I Vigili, provenienti dai Comandi Bologna, Modena, Forlì-Cesena, Parma e Ferrara, superate le prove preselettive, hanno sostenuto il corso della durata di due settimane presso il Polo Nazionale USAR di Pisa. Il periodo formativo si è articolato in lezioni teoriche e pratiche sul campo macerie e in simulatori di crollo, mettendo in pratica operazioni di unità cinofile, movimentazione di carichi ed utilizzo di attrezzature per l’individuazione di vittime. Il corso si è concluso con un esame pratico e teorico superato con grande impegno da tutti i partecipanti i quali hanno dimostrato elevato spirito di dedizione e hanno gettato le basi per un solido gruppo. Si prevede che entro l’autunno altre 24 unità possano partecipare ad analoga formazione.
Le squadre USAR-M intervengono in supporto alle normali squadre Vigili del Fuoco nelle operazioni di ricerca e soccorso su macerie, apportando tecniche e attrezzature particolari. Scenari tipici dell’intervento degli USAR-M possono essere eventi di grandi dimensioni come quelli sismici o situazioni puntuali particolarmente complesse come accaduto per l’albergo di Rigopiano, travolto da una slavina.
Il 3 marzo 2022 a Maranello si è costituito il comitato “Per il treno”, con lo scopo di proporre, almeno nella zona pedemontana modenese, la realizzazione di un treno o comunque di un sistema pubblico di trasporto sia delle persone che delle merci ecosostenibile, che utilizzi le rotaie per ridurre fortemente sia le emissioni di CO2 che i gas inquinanti provocati dalle auto private, nel nostro territorio.
Il comitato coinvolgerà prima di tutto le amministrazioni comunali interessate dal passaggio di tale infrastruttura di comunicazione, l’ente Regione Emilia Romagna, la propria controllata FER, nonché tutte le organizzazioni ambientaliste, sindacali, datoriali, politiche e culturali della zona affinché sostengano il progetto, in quanto rappresenta un beneficio per tutti.
“Il nostro territorio – scrive per il Comitato Giuseppe Borghi, coordinatore di ‘Maranello in comune’ che pur in presenza di importanti distretti produttivi, dalla ceramica, alla metalmeccanica all’agroalimentare, indicato come una delle zone manifatturiere più importanti d’Italia, è una delle poche zone che non possiede una infrastruttura su rotaia, utilizzabile sia dalle persone che per trasporto merci. Abbiamo il treno che arriva da Reggio a Sassuolo e Da Bologna a Vignola. Manca il collegamento Sassuolo–Vignola, inoltre la ferrovia arriva a Formigine ma non raggiunge Maranello. Proprio questo collegamento di soli 5 Km, permetterebbe una forte riduzione di emissione di CO2, e sarebbe di facile realizzazione”.
“Una infrastruttura bene organizzata, con passaggi frequenti, realizzata in modo da non costituire ostacolo per altri sistemi di mobilità, può permettere di abbattere in poco tempo inquinamento atmosferico, malati oncologici sul territorio e emissione di CO2”.
Il Comitato confida nell’aiuto e nella collaborazione di tutti.
Nell’omelia di ieri, il parroco di Fiorano Don Antonio Lumare ha informato che nei prossimi giorni arriveranno alcune famiglie di Ucraini che saranno ospitate nella Casa di Spiritualità presso il Santuario, gentilmente messa a disposizione dalla proprietà. Già nel 2012 vi erano stati ospitati 30 anziani non autosufficienti provenienti dai comuni terremotati della Bassa modenese. Si ripete la solidarietà dei Fioranesi e non solo materiale.
Come scrive la Carista Parrocchiale: “La comunità vorrebbe assicurare l’accoglienza umana, cristiana, l’integrazione e anche il sostentamento alimentare, in base agli accordi con il comune”.
Si chiede ai Fioranesi di accogliere le famiglie ucraine cominciando con un gesto di solidarietà portando alimenti presso le suore, nel Centro Parrocchiale, Via Vittorio Veneto 26. Servono: latte a lunga conservazione, olio oliva e semi, biscotti, farina, legumi in scatola, tonno, riso, pasta, formaggio, pomodoro, zucchero, fette biscottate, orzo, the, caffè.
Maranello celebra l’8 marzo, giornata internazionale dei diritti della donna, con una serie di iniziative che proseguono anche nei prossimi giorni. Martedì 8 marzo il Centro Giovani propone una “passeggiata di parità” per le strade cittadine intitolate a donne famose (Via 8 Marzo, Via Virginia Woolf, Via Elsa Morante, Via Ada Negri, Via Sibilla Aleramo, Via Gabriela Mistral) con partenza alle ore 15 al Centro Giovani e arrivo in Piazza Libertà. In serata alle ore 21 all’Auditorium Enzo Ferrari la proiezione gratuita del film “Il matrimonio di Rosa”.
L’Auditorium Ferrari propone anche tre spettacoli teatrali dedicati alle “Vite di donne straordinarie”, il 9 marzo su Frida Kahlo, il 15 “I semafori rossi non sono Dio”, il 16 su Alda Merini. Nei centri sportivi, palestre e piscine ingressi gratuiti per le donne per le attività sportive, in biblioteca proposte di letture per approfondire.
Cielo irregolarmente nuvoloso con tendenza ad ampi rasserenamenti durante il corso della giornata. Temperature minime comprese tra 0 e -1 gradi con gelate notturne diffuse. Localmente nelle aree di aperta campagna si potranno raggiungere anche valori inferiori; fra 3 e 4 gradi invece sulla costa. Massime tra 7 e 9 gradi. Venti sul mare, costa e rilievi orientali moderati da nord-est con rinforzi e raffiche, in attenuazione dal pomeriggio; deboli variabili altrove. Mare inizialmente mosso o molto mosso con moto ondoso in attenuazione.
Dopo i tavoli tematici di fine 2021, il progetto “Il sistema camerale per lo sviluppo infrastrutturale e la ripresa dell’economia” prosegue.
Unioncamereregionale e le Camere di commercio dell’Emilia-Romagna, in collaborazione con Uniontrasporti, promuovono, da marzo a giugno, un ciclo di webinar (seminari informativi on line), dedicati alle imprese, su temi di grande attualità: opportunità offerte dalla Banda Ultra Larga, la rete 5 G, i nuovi servizi digitali e l’innovazione in azienda sostenuta dalla cultura digitale. La partecipazione è gratuita.
Il primo appuntamento è in programma martedì 10 marzo (ore 10-12) con la collaborazione in particolare delle Camere di commercio di Ferrara e Ravenna, sul tema “Agricoltura 4.0. l’innovazione digitale nella trasformazione delle imprese agroalimentari”. Relatore sarà il professor Tito Caffi (associato di Patologia vegetale Università Cattolica del Sacro Cuore in Piacenza) con l’intervento della dottoressa Sara Elisabetta Legler (responsabile dei progetti di ricerca e sviluppo di servizi di supporto alle decisioni per la filiera vite presso Horta srl, spin-off dell’Università Cattolica).
Le tecnologie digitali stanno portando anche nell’agricoltura, e in particolare nelle piccole e medie imprese della filiera, molteplici trasformazioni di portata assolutamente straordinaria in un settore fino a non molto tempo fa a “zero digitalizzazione”. Vale la pena quindi capire, partendo da un quadro di insieme storico economico del settore, come le attuali soluzioni digitali basate su droni, Internet of Things (IoT), analisi di Big Data, simulazioni software e Cloud permettano di soddisfare sia vecchie che nuove esigenze. Oggi in Italia il mercato delle nuove tecnologie digitali applicate all’agricoltura vale 540 milioni di euro.
Gli argomenti del seminario on line sono: come sta cambiando il mondo dell’agricoltura (agricoltura 4.0); le tecnologie che stanno modificando produzioni, trasformazioni, distribuzione della filiera agroalimentare; come cogliere i vantaggi, gestendo le criticità, nell’adozione delle tecnologie 4 0; esempi e casi di successo. Per iscriversi compilare il modulo on line al link: https://conference-web-it.zoom.us/webinar/register/WN_Es-IkbvxSuGmi8FdvKY-kA
I successivi incontri di marzo sono in calendario giovedì 17 (ore 11-13) “Big Data e Analytics: come estrarre valore dai dati” e mercoledì 30 (ore 15-17) “Cybersecurity: meglio pensarci prima”
Programmi dettagliati, informazioni e iscrizioni alla pagina web: https://www.ucer.camcom.it/siti-tematici/infrastrutture/seminari?fbclid=IwAR2KRrzlU7D1cE4_I30wVnr40zGiuKJn8Xc5BL_PKAVeVxFLEHDwSPar7ag
La Green Warriors Sassuolo non riesce nell’impresa di fermare la capolista Brescia e nell’ultima giornata di Regular Season si arrende 0-3 (Parziali 15-25 21-25 19-25).
Nonostante il turn over tra le sue fila, Brescia parte subito forte, trascinata da Sironi e Piva. Sassuolo prova a rimanere a contatto con una Gardini subito in grande spolvero ma le neroverdi fanno fatica in fase di muro e di difesa e le attaccanti ospiti hanno vita facile (15-25).
Il secondo set è più equilibrato, con la Green Warriors che cresce a muro ed in difesa e trova maggior efficacia ed alternative in attacco. Per le attaccanti bresciane diventa più complesso mettere la palla a terra rispetto al primo set ed il match cresce di spettacolarità, con scambi lunghi e belle difese da entrambe le parti. Le due formazioni procedono a braccetto, poi Blasi dai nove metri spezza l’equilibrio (18-20). A nulla servono le due palle set annullate nel finale: di nuovo sono le ospiti a chiudere, portandosi sullo 0-2.
Coach Venco prova a scuotere le sue cercando soluzioni young in panchina (Mammini in regia per Balboni e Semprini in per Busolini), ma Brescia parte spedita e trova subito un vantaggio rassicurante, con le sue centrali a fare la voce grossa a muro. Sassuolo però non ci sta e con una Gardini on fire riporta il set in parità (14-14). Nel finale sono però di nuovo le ospiti a trovare l’allungo decisivo (17-21), che di fatto condanno la Green Warriors allo 0-3 finale.