Sono iniziati oggi i lavori di pulizia dell’area situata dietro ai campi da tennis di viale dello Sport a Formigine. Lo spazio, attualmente inaccessibile a causa dell’abbandono di materiale vario e della presenza di arbusti e alberi secchi, presenta infatti condizioni che ne compromettono la sicurezza e la fruibilità. L’intervento mira a restituire alla comunità un’area riqualificata, più decorosa e salubre, contribuendo altresì al miglioramento della vivibilità e della sicurezza per i residenti della zona.
L’opera rientra in un più ampio programma di rigenerazione urbana che coinvolge via Gramsci, in particolare nel tratto successivo all’incrocio con viale dello Sport. Dopo gli interventi già realizzati negli scorsi anni, il piano proseguirà con ulteriori lavori su questo tratto, dove successivamente si prevede anche il potenziamento dell’illuminazione pubblica e l’installazione di telecamere di videosorveglianza.
Dichiara l’Assessore all’Urbanistica, manutenzione del territorio e delle frazioni e alla Sicurezza Andrea Corradini: “Dopo la riqualificazione della Torre dell’Acquedotto, inaugurata lo scorso anno, e dell’impianto da tennis di viale dello Sport, proseguiamo con il progetto di riqualificazione di questa zona della città. In particolare, con riferimento a via Gramsci, nel tratto successivo all’incrocio con viale dello Sport in direzione ovest, oltre alla pulizia in corso dell’area posta dietro ai campi da tennis, successivamente l’intenzione è quella di potenziare l’illuminazione pubblica nel tratto iniziale e di installare telecamere di videosorveglianza. Interventi pensati anche per dare una risposta concreta alle richieste dei cittadini residenti, in una zona già colpita da furti nelle abitazioni. L’obiettivo è quindi migliorare la sicurezza, riqualificare il territorio e promuovere una maggiore qualità della vita urbana”.
Nel corso della Conferenza territoriale sociale e sanitaria di ieri sono stati presentati i bilanci economici preventivi 2025 delle Aziende Sanitarie modenesi, deliberati lo scorso 4 luglio.
La CTSS col voto contrario dei Sindaci di Pavullo e di Polinago e l’astensione dei Sindaci di Cavezzo e Fiumalbo, ha dato parere favorevole ai due documenti che, sulla base delle risorse assegnate ad oggi per l’esercizio, consentono la programmazione annuale per la complessiva gestione delle aziende. Al pari dello scorso anno, in questa fase non si è pervenuti, in sede di Conferenza Stato-Regioni, ad un’intesa in merito al riparto delle disponibilità finanziarie complessive per l’anno 2025. Inoltre la Regione Emilia-Romagna non ha ancora definito le ulteriori manovre di sostegno alle Aziende sanitarie. A livello di contesto generale, l’incremento dei costi che si prevede di sostenere continua a non essere compensato da un analogo incremento del finanziamento a livello nazionale.
La perdita complessiva stimata per l’anno 2025 risulta pari a 106.872.539 € per l’Azienda USL di Modena e 52.902.00 € per l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena. Nella lettura del documento occorre tenere presente che nel Bilancio Preventivo non sono registrati tutti i ricavi, che come detto sono in attesa di futura assegnazione, ma al contempo sono già iscritti tutti gli oneri sia di certa che di presunta realizzazione, come prevedono le norme di contabilità.
Concorrono in estrema sintesi al risultato di esercizio una forte contrazione dei contributi riconosciuti in sede di bilancio preventivo 2025 (a garanzia dell’equilibrio e a sostegno di specifiche progettualità); inoltre sul versante della spesa il 2025 si presenta particolarmente critico in ragione del sensibile impatto dei rinnovi contrattuali per il triennio 2025-2027 che gravano interamente sul livello di finanziamento del SSN; dei notevoli incrementi attesi per la maggior spesa farmaceutica sia ospedaliera che convenzionata dovuta all’aumento dei consumi soprattutto dei farmaci innovativi per la cura delle patologie croniche ed oncoematologiche e malattie rare; della maggior spesa dovuta all’impatto sull’anno 2025 del nuovo nomenclatore tariffario per le prestazioni di specialistica ambulatoriale e di assistenza protesica entrato in vigore il 30 dicembre scorso; nonché per la maggior spesa imposta dal permanere delle condizioni rilevanti sui costi energetici ed inflattivi che producono ricadute significative sui costi tecnico-logistici e manutentivi.
I bilanci si presentano dunque in deficit in linea con quanto già concordato dalle Aziende Sanitarie con la Regione nei periodici incontri di monitoraggio. Il potenziale disavanzo risulta in crescita rispetto allo scorso anno, visto che l’anno 2025 (come richiamato nella delibera regionale di programmazione e finanziamento), si presenta particolarmente critico, in ragione del fatto che il livello di finanziamento del fabbisogno sanitario standard incrementa complessivamente del +1,8% a fronte di una spesa sanitaria che aumenta in misura ben superiore (stimato un + 3,6%) per i notevoli incrementi attesi.
Il bilancio di Previsione 2025 dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena evidenzia la criticità dell’attuale situazione, nella quale ad oggi manca ancora l’intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni sul riparto delle risorse complessive del FSN, non ancora raggiunta né in merito alla distribuzione della quota indistinta, né della quota premiale, né degli obiettivi di piano. Le indicazioni del bilancio previsionale 2025 debbono, dunque, necessariamente ritenersi provvisorie e desinate ad essere riviste a seguito dell’Intesa Stato-Regioni e dei successivi atti regionali. In particolare, le risorse a garanzia dell’equilibrio economico-finanziario non sono ancora distribuite, così come le risorse che derivano dai meccanismi del pay-back farmaceutico saranno inserite nella programmazione in relazione agli effettivi incassi che si realizzeranno in corso d’anno.
Le principali dinamiche del bilancio economico preventivo 2025, illustrate dal direttore generale Luca Baldino, sono correlate – quanto al valore della produzione – a minori ricavi per 41,7 milioni circa, e – quanto ai costi della produzione – a maggiori costi per 11,2 milioni circa.
Come detto, i minori ricavi sono da collegarsi ai contributi non ancora assegnati, mentre i maggiori costi individuati per il 2025 rispetto all’esercizio 2024, si riferiscono ai seguenti fattori produttivi: acquisto ospedaliero di farmaci, acquisto di dispositivi medici, personale atipico, personale dipendente.
In questi ambiti sono state individuate azioni aziendali destinate sia al contenimento degli incrementi dovuti ad aumento di prezzi, a nuovi prodotti, ad adeguamenti inflattivi, sia al recupero di margini di efficienza. L’incremento ripartito sui Farmaci e sui Dispositivi Medici è coerente con i tetti economici assegnati all’Azienda dalla Regione e con le assegnazioni per farmaci innovativi e antibiotici reserve.
Sul personale, in particolare, preso atto dell’esigenza di mettere in campo operazioni di revisione della struttura dei costi, sono state impostate azioni che consentano di raggiungere gli obiettivi di budget salvaguardando i bisogni connessi con la garanzia di funzionalità delle strutture e di corretta gestione del personale.
“Si tratta di una situazione che appare oggi critica in ragione principalmente della mancata intesa Stato regioni e della conseguente non ancora avvenuta assegnazione dei contributi – ha chiarito il DG AOU -. In tale contesto l’Azienda ha introdotto un continuo monitoraggio dei costi e azioni specifiche al fine di garantire in ogni caso elevati standard di qualità nell’erogazione dei servizi. È possibile oggi prevedere, a valle dell’intesa Stato Regioni, un progressivo miglioramento del risultato oggi stimato. Sono auspicabili, in ogni caso, ulteriori azioni a livello nazione per rendere adeguato il livello di finanziamento nazionale a fronte delle nuove opportunità di salute che il sistema sanitario sempre più è in grado di offrire ai cittadini”.
Anche il bilancio di Previsione 2025 dell’AUSL di Modena conferma le difficoltà dell’attuale situazione economico finanziaria, nella quale ad oggi manca ancora l’intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni sul riparto delle risorse complessive del FSN, a fronte di notevoli incrementi di costo già concretizzatisi.
In particolare, le principali dinamiche del bilancio economico preventivo 2025, illustrate dal direttore amministrativo Luca Petraglia, sono correlate – quanto al valore della produzione – a minori ricavi per 54 milioni circa, (dovuti alla parziale assegnazione di finanziamenti regionali), e – quanto ai costi della produzione – a maggiori costi per 31 milioni circa, dovuti all’acquisto di beni sanitari (farmaci, dispositivi) e di servizi sanitari (prestazioni di ricovero e specialistica ambulatoriale). Contribuisce infine l’accantonamento per circa 21 ml per i rinnovi contrattuali sia del personale dipendente che del personale convenzionato. L’Azienda si impegna, per l’anno 2025, ad un contenimento complessivo dei costi operativi per efficientare i diversi fattori produttivi a maggior assorbimento di risorse, perseguendo l’equilibrio complessivo tra voci incrementali e decrementali.
In coerenza alla programmazione regionale, l’anno 2025 vede l’Azienda USL di Modena, pur a fronte dei prospettati minimi livelli di finanziamento, impegnata nella realizzazione del piano di contenimento dei tempi di attesa, nella riorganizzazione del sistema emergenza urgenza, nello sviluppo dell’assistenza territoriale pur nella difficoltà di reclutamento di risorse umane, nel mantenimento degli accordi di fornitura con Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, con l’Ospedale diSassuolo s.p.a. e con tutto il privato accreditato per la realizzazione di un potenziamento delle attività chirurgiche, al fine di potenziare la rete dell’offerta, nell’ulteriore e progressiva realizzazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. In particolare gli investimenti previsti nel Piano per il triennio 2025/2027 ammontano a circa 194 milioni per l’area dell’edilizia sanitaria, a circa 8 milioni per quanto riguarda le attrezzature biomediche e a circa 2,6 milioni per le attrezzature informatiche.
“L’anno 2025 si presenta particolarmente critico in ragione degli incrementi di spesa, anche per mantenere elevati standard di qualità nell’erogazione dei servizi, in un contesto di carenza di professionisti medici in alcune discipline ma anche delle professioni sanitarie – ha dichiarato il DG Mattia Altini -. Il contesto regionale è contrassegnato dalla limitazione delle risorse disponibili, in relazione alla situazione economico-finanziaria nazionale e al livello di finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale. Le Aziende si impegnano comunque a portare avanti tutte le attività e le progettualità in corso, secondo una logica di prossimità ed equità, a favorire l’innovazione del sistema sanitario e a monitorare con molta attenzione gli obiettivi economici di contenimento dei costi all’interno di budget definiti. In molte circostanze potremo rispondere ancora meglio ai mutati bisogni di salute, sfruttando la spinta positiva che deriva dalle nuove tecnologie e dalle giuste sollecitazioni professionali grazie anche al PNRR e alle risorse derivanti dalla manovra regionale. Su questo non cederemo di un millimetro, ma non chiedeteci di restare fermi, di guardare il modello di servizio cui siamo affezionati che si è stratificato nel tempo senza rimodernarlo, rivalutarlo, aggiornarlo. Rivalutare o cambiare la forma con cui si risponde ai bisogni non significa tagliare: è l’unico modo di rendere ancora sostenibile e quindi possibile la sfida di una sanità pubblica equa, universalistica, solidale. Non chiedeteci di fermare la storia evolutiva della medicina: chi ha tentato questa strada apparentemente più agevole è giunto al razionamento dei servizi o ha consegnato la sanità al mercato. L’auspicio è che a questo nostro grande impegno sia regionale che aziendale possa trovare un corrispondente senso di responsabilità nazionale sul livello di finanziamento, per garantire la continuità e lo sviluppo del sistema sanitario pubblico”.
Prima della votazione l’intervento di diversi Sindaci e del presidente dei Comitati consultivi misti Luciano Sighinolfi, che hanno espresso preoccupazioni rispetto alla situazione economica e alla conseguente difficoltà a programmare in assenza di risorse certe e hanno chiesto una maggiore attenzione alla pianificazione distrettuale dei servizi e degli investimenti, coinvolgendo i territori e aprendo tavoli di lavoro per capire dove intervenire per rimodulare le risorse per essere più efficaci.
Anche Fabio Braglia, Presidente della Provincia e Vicepresidente CTSS, ha sottolineato la preoccupazione degli amministratori, ma anche “la responsabilità di dare la possibilità alle Aziende sanitarie di continuare a lavorare. Mi auguro che ci prendiamo insieme questa responsabilità – ha osservato – e dall’altra parte da questa CTSS deve uscire un messaggio molto forte al governo perché giungano le risorse che mancano”.
Il presidente Massimo Mezzetti, associandosi alle preoccupazioni dei Sindaci intervenuti precedentemente, ha colto l’invito a richiedere pubblicamente come CTSS un adeguato livello di finanziamento per la sanità da parte del Governo: “Ancora una volta ci ritroviamo ad approvare i bilanci preventivi alla luce di un forte ritardo nella comunicazione del riparto nazionale, un elemento di incertezza molto forte che permane da anni. I dati che ci sono stati forniti rilevano che a fronte di un aumento nazionale della spesa sanitaria del 3,6%, dallo Stato arriva meno della metà del fabbisogno. La nostra Regione farebbe bene ad andare avanti con la proposta di un progetto di legge in Parlamento per portare la spesa sanitaria nazionale al 7,5% del Pil. Dobbiamo ripartire da qui per richiamare il Governo alle proprie responsabilità perché è evidente che non si sta investendo nella sanità pubblica. Io ringrazio i direttori generali per il lavoro svolto e per la direzione strategica che ci stanno fornendo alla quale aggiungo un contributo come sindaco di Modena nella consapevolezza che il grosso della spesa sanitaria della provincia è nella città capoluogo. Dobbiamo razionalizzare ed efficientare questa spesa, un argomento che ho già iniziato a porre e che riprendo: non significa tagliare i servizi ma compiere una razionalizzazione strategica che affronti il corpo grosso delle spese e superi un’organizzazione sanitaria in città che agisca su quella che spesso è una doppia offerta di prestazioni. Su questo io mi metto a disposizione per affrontare un tema non più rinviabile e lavorare in questa direzione con i direttori generali e i sindaci di tutto il territorio modenese“.
La Redazione giornalistica Under 25 di Néa Quotidiano prosegue nelle sue attività all’interno del Comprensorio Ceramico, vagando da un Comune all’altro mentre continuano le pubblicazioni su Instagram.
Dopo la festa di presentazione al Temple Bar, lo scorso marzo, e varie partecipazioni ad iniziative sul territorio – dalle moderazioni di rassegne culturali alla comunicazione del festival “Essenziale / Presente” a Fiorano – torna con un altro Néa Party a Maranello.
L’evento si terrà questo venerdì 11 luglio, dalle 20:00, all’Arena del Parco Ferrari (pochi metri a piedi dal parcheggio di Piazza Enzo Ferrari), in collaborazione con il Chiosco Ferrari, che somministrerà bevande e cibo con uno stand dedicato, e con il patrocinio del Comune di Maranello.
Prima di una serata all’insegna della musica di La Grüv DJ (nome d’arte di Gianluca Debbia), i coordinatori dei venti ragazzi che fanno parte della Redazione, Gabriele Arcuri e Alessio Bastai, terranno un breve ‘talk’ culturale, nel quale racconteranno in toto il progetto: dalla vittoria del Bando dell’Unione “GECO 13” al futuro del gruppo informale che, di qui a poco, diventerà associazione.
Un perfetto esempio di come lasciare libertà artistica alla Generazione Z, con il sostegno delle Amministrazioni Comunali, non può che far bene al tessuto associativo locale.
In Emilia-Romagna aumentano i posti disponibili per il servizio civile regionale, che sono 244 (27 in più rispetto al 2024) su tutto il territorio. E aumentano anche le risorse stanziate dalla Regione, che per la prima volta superano 1 milione di euro (1 milione e 33mila), contro i 933mila dello scorso anno.
Fino al 18 luglio le ragazze e i ragazzi tra i 18 e i 29 anni potranno fare domanda, esclusivamente online: un’importante opportunità, che si affianca al consolidato servizio civile universale, il cui prossimo bando è atteso in dicembre.
I progetti hanno una durata variabile tra gli 8 e gli 11 mesi, prevedono un impegno settimanale da 20 a 25 ore, con un assegno mensile fino a un massimo di 550,20 euro, e spaziano in diversi settori: dall’assistenza alla tutela ambientale, dalla cultura all’educazione, al patrimonio storico e artistico.
‘Il nostro intento è di ampliare le opportunità di accesso al servizio civile e valorizzare il protagonismo giovanile sul territorio per la collettività- dichiara l’assessora a Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia, Scuola, Isabella Conti-. Per questo abbiamo deciso di aumentare i fondi regionali, che per la prima volta superano il milione di euro. Il servizio civile è una delle esperienze più formative che un giovane possa intraprendere. Oggi più che mai, in un tempo attraversato da disuguaglianze, fragilità e conflitti, abbiamo bisogno di creare opportunità in cui le ragazze e i ragazzi possano ampliare le competenze ma anche fare un esercizio quotidiano di cittadinanza. Progetti concreti per formarsi, partecipare e costruire legami di comunità che vedono la luce grazie all’impegno e alla collaborazione con altri enti pubblici e organizzazioni non profit, a cui va il nostro grazie”.
Dei 244 posti disponibili in 110 sedi in tutta l’Emilia-Romagna, 54 sono riservati a giovani con minori opportunità (bassa scolarizzazione, neet, residenti o domiciliati nelle aree montane o interne, in disagio economico-sociale con presa in carico del servizio pubblico competente). Questa la distribuzione dei posti tra tutte le province: 18 a Piacenza, 39 a Parma, 33 a Reggio Emilia, 27 a Modena, 28 a Bologna, 12 a Ferrara, 3 a Ravenna, 66 a Forlì-Cesena e 18 a Rimini. I Co.Pr.E.S.C. (Coordinamenti provinciali Enti servizio civile) sono presenti sul territorio per promuovere la conoscenza e la partecipazione al servizio civile; possono essere contattati per orientare i giovani nella scelta del progetto e nella presentazione della domanda.
Quest’anno la proposta di cittadinanza attiva vede 2.487 ore complessive di formazione tra formazione generale sul senso del servizio civile (891 ore) e formazione specifica sulle attività (1.596 ore); oltre 194.000 ore di servizio civile regionale.
Come partecipare
Per iscriversi al servizio civile regionale basta essere domiciliati o residenti in Italia, senza distinzione di cittadinanza.
Le persone interessate, tra i 18 e 29 anni (30 non compiuti) entro le ore 14 del 18 luglio 2025 devono presentare online domanda di partecipazione all‛Ente titolare del co-progetto scelto, tramite la piattaforma HeliosERGiovani dove sono a disposizione tutte le proposte disponibili.
È possibile presentare una sola domanda per una sede d’attuazione di un unico progetto o co-progetto. L’Ente effettuerà la selezione tra le domande ricevute, secondo le modalità contenute nel progetto stesso, e i giovani selezionati saranno avviati al servizio civile regionale il 1^ settembre o il 1^ ottobre, in base al progetto scelto.
Il sindaco del Comune di Fiorano Modenese, Marco Biagini, ha firmato un’ordinanza che stabilisce possibili modifiche agli orari di lavoro (anticipo al mattino e prolungamento serale) per i lavoratori impiegati in attività all’aperto sia pubbliche che private, nei settori agricolo, florovivaistico, edile e in cantieri affini, in caso di esposizione prolungata al sole.
Le misure, che riguardano l’intero territorio comunale e sono valide dal 10 luglio al 15 settembre 2025, sono adottate in base all’ordinanza regionale 150/2025 e finalizzate a tutelare la salute dei lavoratori che lavorano all’aperto, prevenendo rischi legati allo stress termico e ai colpi di calore derivanti dalle elevate temperature estive, ma anche per consentire lo svolgimento di interventi pubblici e privati di manutenzione ordinaria e straordinaria, senza ritardi.
L’applicazione del divieto di lavoro in condizioni di esposizione prolungata al sole dalle ore 12.30 alle ore 16.00, nei giorni in cui il livello di rischio è “alto”, disposto dall’ordinanza regionale, potrebbe infatti portare a ritardi nelle opere pubbliche programmate, in particolare per gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria finalizzati alla messa in sicurezza del territorio, mettendo a rischio l’erogazione di servizi pubblici essenziali o fonti di finanziamento delle opere garantite da enti esterni. Il Sindaco di Fiorano Modenese ha deciso di adottare, tra le possibili soluzioni previste dalla Regione per evitare l’interruzione delle attività di pubblica utilità e, al contempo, garantire la massima sicurezza dei lavoratori, una modifica dell’orario di lavoro con l’anticipo mattutino e il prolungamento nelle ore serali, in deroga all’art. 27 del Regolamento comunale di Polizia Urbana.
“Il cambiamento climatico e le nuove frequenti ondate di calore che abbiamo imparato a conoscere ci impongono di riflettere su come conciliare le esigenze dei cantieri pubblici e privati e la qualità e sostenibilità per quelli che in quei cantieri lavorano. Dopo il salario minimo aggiungiamo un tassello a difesa del lavoro di qualità, questa volta sul versante della sicurezza”, dichiara il sindaco di Fiorano Modenese, Marco Biagini.
A partire dal 10 luglio e fino al 15 settembre 2025, limitatamente ai giorni in cui il livello di rischio “alto” è segnalato dal sito ufficiale Worklimate, sul territorio del Comune di Fiorano Modenese, le attività di concessionari di pubblico servizio o connesse a pubblica utilità e pronto intervento per l’erogazione di servizi pubblici essenziali, potranno essere svolte dalle 5:30 alle 12:30 e dalle 16:00 alle 21:00 nei giorni feriali, qualora i datori di lavori delle imprese nei settori agricolo, florovivaistico, edile e in cantieri affini, ne manifestino la volontà. Tali attività devono riguardare lavoratori impiegati all’aperto ed esposti al sole in interventi di manutenzione stradale e pubblica illuminazione; lavori per opere pubbliche finanziate con fondi europei, ministeriali, regionali che richiedano il rispetto di uno specifico cronoprogramma, interventi edilizi connessi alla distribuzione di acqua potabile, energia elettrica, reti fognarie; manutenzione del verde su aree pubbliche, messa insicurezza di alberature e contenimento del proliferare di animali nocivi.
Anche per le attività svolte su iniziativa di privati negli stessi settori, qualora i datori di lavori delle imprese impegnate nei cantieri ne manifestino la volontà, sono possibili le seguenti deroghe alla regolamentazione oraria nei giorni feriali, in base alla classificazione acustica del territorio: per le aree IV e V dalle 5:30 alle 12:30 e dalle 16:00 alle 21:00, per le aree I, II e III dalle 6:30 alle 12:30 e dalle 16:00 alle 21:00.
I datori di lavoro dovranno notificare all’Amministrazione comunale le deroghe agli orari stabiliti, utilizzando l’apposito modulo disponibile sul sito del Comune.
Partono i collaudi sulla linea ferroviaria Parma-Suzzara con l’obiettivo, entro inizio del prossimo anno, di far viaggiare i passeggeri a emissioni zero.
Si è conclusa l’elettrificazione dell’intera tratta, grazie a un finanziamento di 58 milioni di euro dal Piano nazionale complementare al Pnrr, i cui lavori erano partiti nel marzo 2022. Terminata la parte infrastrutturale, sono ora in corso i collaudi e la certificazione propedeutica all’autorizzazione di Ansfisa, che consentirà l’avvio del servizio commerciale totalmente elettrico entro gennaio 2026.
L’elettrificazione della Parma-Suzzara, circa 39 chilometri (88 km includendo l’intero corridoio fino a Poggio Rusco), rappresenta un tassello centrale del progetto di transizione ecologica che interesserà tutta la tratta Parma-Codigoro (Fe), portando entro il 2026 a una rete regionale FER completamente elettrificata, con oltre 300 km di binari green e una mobilità ferroviaria locale sempre più capillare e integrata.
Di questo si è discusso questa mattina, nella sede della Provincia, nell’incontro convocato dall’assessora regionale a Trasporti e Infrastrutture, Irene Priolo, con i sindaci e gli amministratori dei comuni coinvolti. Presente anche l’amministratore unico di Fer, Gianluca Benamati.
“Con questo intervento prosegue il nostro percorso verso una mobilità sempre più sostenibile ed efficiente- ha dichiarato Priolo-. Il completamento dell’elettrificazione della Parma-Suzzara è un passaggio importante della strategia regionale. Non solo miglioriamo la qualità del servizio per le cittadine e i cittadini, ma contribuiamo in modo concreto a ridurre l’inquinamento e a rafforzare la competitività del nostro tessuto produttivo. Entro gennaio 2026 avremo una linea completamente elettrica, più veloce, silenziosa e connessa ai grandi corridoi europei, a beneficio di pendolari, studenti, lavoratori e imprese. Un risultato che si inserisce in una strategia più ampia di riequilibrio infrastrutturale e transizione ecologica dell’intera rete ferroviaria regionale e, più in generale, del piano di riqualificazione del trasporto pubblico”.
Nel corso dell’incontro è stato illustrato anche il progetto pilota “Stazioni Sicure” e l’adeguamento dei marciapiedi. “Stazioni Sicure”, voluto da FER, partirà da Brescello (RE) per poi estendersi a tutta la rete, con miglioramento dell’accessibilità, videosorveglianza, LED, Wi-Fi, climatizzazione, sale d’attesa rinnovate e pulsanti di emergenza collegati alla control room in contatto diretto con le Forze dell’ordine. I lavori sui marciapiedi (per circa 500mila euro) interesseranno 12 località tra cui Chiozzola, Sorbolo, Brescello, Gualtieri, Luzzara, adeguandoli ai nuovi treni Pop ed ETR 350 per migliorare sicurezza e accessibilità.
La tratta Parma-Suzzara
Otto stazioni e cinque fermate che servono oltre 390mila passeggeri all’anno, più di mille al giorno, tra le province di Parma, Reggio Emilia e Mantova. L’elettrificazione della linea Parma-Suzzara porterà benefici tangibili: maggiore regolarità, puntualità e comfort di viaggio grazie a convogli elettrici più silenziosi e meno soggetti a vibrazioni, oltre a una significativa riduzione dell’inquinamento atmosferico e acustico. Il progetto migliora inoltre i collegamenti con l’Alta Velocità di Reggio Emilia e i principali poli industriali e portuali della regione, rafforzando la competitività delle aziende della logistica e del manifatturiero e interconnettendo la rete locale ai corridoi europei.
Tra le opere simboliche del progetto, spicca la riqualificazione del ponte sul Crostolo, tra Guastalla e Gualtieri, indispensabile per proseguire l’elettrificazione fino a Poggio Rusco. Il ponte è stato adeguato in soli due mesi: elevata la luce libera verticale a 5,90 metri, ridotti i controventi in acciaio e migliorata la stabilità complessiva della struttura.
Proseguiranno per tutta l’estate, sia lungo la Nuova Estense (SS12) che in Via Abetone Superiore (SP3), i controlli stradali straordinari della Polizia locale di Maranello finalizzati alla prevenzione, rimodulati e potenziati a partire dallo scorso mese di gennaio.
Più nel dettaglio, si tratta di servizi specifici che vanno ad integrare i presidi ordinari da parte degli agenti e la presenza degli autovelox ‘fissi’, e che hanno l’obiettivo di incrementare la deterrenza verso i comportamenti a rischio di automobilisti, autotrasportatori e motociclisti lungo due arterie particolarmente complesse da monitorare.
Nel tratto maranellese della Nuova Estense, nel primo semestre del 2025, i servizi straordinari sono stati effettuati soprattutto nei giorni feriali, sia al mattino che al pomeriggio, almeno due volte a settimana.
In Via Abetone Superiore, nello stesso periodo, la presenza della Polizia locale si sta invece concentrando nei fine settimana, in particolare al sabato – mattina e pomeriggio – e nelle fasce orarie in cui c’è un maggiore transito di motociclisti.
In entrambi casi, i controlli riguardano diversi tipi di violazioni eventuali al Codice delle Strada: su tutti, i comportamenti scorretti dei conducenti, le irregolarità amministrative e gli eccessi di velocità. Lungo le due arterie monitorate, negli ultimi sei mesi la Polizia locale ha fermato e controllato complessivamente 518 veicoli ed elevato 115 sanzioni, esclusi i provvedimenti legati agli eccessi di velocità rilevati dai due dispositivi fissi attivi H24.
“In Via Abetone, oltre ad effettuare i controlli in diversi punti – spiega Elisa Ceresola, comandante della Polizia locale di Maranello -, mettiamo spesso in campo azioni di prevenzione al sabato, nei momenti in cui il numero di motociclisti aumenta in modo sensibile. Ad esempio, percorriamo lunghi tratti di strada a bassa velocità con una delle nostre auto, innescando un effetto da ‘safety car’ per le moto, che ci seguono e che evitano i sorpassi”.
“La sicurezza stradale e la prevenzione sono ambiti nei quali occorre un impegno costante – aggiunge Elisabetta Marsigliante, assessore alla Sicurezza – e spesso i risultati arrivano sul medio e lungo periodo. Alle azioni di controllo, infatti, devono seguire cambiamenti che richiedono tempo, ad esempio nei comportamenti e nella percezione del pericolo da parte dei conducenti. Perciò continueremo ad insistere su questi temi, anche nelle scuole. Dove le iniziative della Polizia locale dedicate all’educazione stradale andranno senz’altro avanti”.
Una serata tra i racconti e l’osservazione dei pianeti alla Torre della Strega di Fogliano, uno dei luoghi più suggestivi del territorio maranellese. Sabato 12 luglio torna il classico appuntamento con “Streghe e Stelle”, con letture per bambini e l’osservazione guidata del cielo stellato.
Si parte alle 20.30 con “E quindi uscimmo a riveder le stelle”, lettura animata per bambini per conoscere e riconoscere Dante accompagnandolo attraverso un viaggio che ha dell’incredibile; a seguire spuntino offerto dal Gruppo Alpini di Maranello. Alle 22 l’osservazione guidata della volta celeste con l’orientamento notturno e l’identificazione di pianeti, asterismi e costellazioni della stagione estiva e alle 22.30 osservazioni guidate al telescopio dei rilievi lunari e di altri corpi celesti appartenenti al cosiddetto profondo cielo. Consigliati panno e torcia, in caso di maltempo l’iniziativa sarà annullata. La Torre della Strega si erge sulla sommità delle colline di Fogliano di Maranello: una collocazione che incoraggia a ipotizzarne una funzione di punto di osservazione e vedetta. Si tratta dei resti monumentali di un antico torrione quadrangolare di poco meno di sei metri di lato, attualmente alta circa 7 metri, edificato tra il XIII e il XV secolo d.C., che ricorda la presenza di una struttura fortificata utilizzata come torre di vedetta e di rifugio, appartenente ad un sistema di fortificazione che comprendeva i castelli di Maranello, Spezzano e Montegibbio. Il Planetario di Modena ha individuato questo sito come postazione ottimale per l’osservazione del cielo: per questo motivo sono state collocate in adiacenza alla torre due piattaforme circolari per lo stazionamento degli strumenti ottici.
Una serata dedicata alla prevenzione senologica, gratuita e accessibile: arriva a Sassuolo il progetto “Salute in Comune”, con una clinica mobile per visite ed ecografie mammarie riservate alle donne tra i 18 e i 44 anni, fascia di età non ancora inclusa nei programmi pubblici di screening mammario. L’iniziativa si inserisce nel calendario dei Giovedì di luglio e nasce dalla collaborazione tra il Comitato progetti sociali Ets, la Pro Loco Sassuolo, l’associazione Per Vincere Domani Onlus e il Comune di Sassuolo, che ha concesso il patrocinio ufficiale.
Questa sera, a partire dalle 19, in Piazza Roverella, sarà presente una moderna clinica mobile, dotata di due ambulatori ecografici privi di radiazioni ionizzanti, per offrire screening senologici in un contesto riservato, sicuro e tecnologicamente avanzato. Il progetto risponde all’allarme lanciato da dati nazionali e internazionali: una donna su otto si ammala di tumore al seno, con una mortalità a 10 anni del 20%. Secondo studi della Fondazione IEO–Monzino, l’incidenza è in crescita proprio tra le giovani donne, ancora escluse dagli screening istituzionali.
Obiettivi principali dell’iniziativa sono intercettare precocemente possibili fattori di rischio, promuovere la cultura della prevenzione tra le under 45. Le prenotazioni sono aperte sul sito: www.saluteincomune.com. Il progetto proseguirà nei mesi successivi con una campagna informativa via email rivolta a migliaia di donne modenesi e, da settembre, entrerà anche nelle scuole superiori, per rafforzare il messaggio educativo e sociale. L’iniziativa ha ottenuto il plauso anche del Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Istruzione e del Merito, per il valore strategico attribuito alla prevenzione come strumento di tutela e consapevolezza.
Cielo sereno o poco nuvoloso al mattino. Nel pomeriggio sviluppo di nuvolosità cumuliforme ad evoluzione diurna sui rilievi e alla foce del Po, con probabili rovesci o temporali sparsi. Nella sera-notte precipitazioni anche a carattere temporalesco in discesa da nord potranno interessare le zone di pianura centro-orientali.
Temperature in lieve aumento e in linea con la media climatologica, con minime comprese tra i 15/16 gradi delle zone interne e i 17/18 gradi della fascia costiera; massime attorno 30/31 gradi sulle zone di pianura interne e 27/28 gradi della fascia costiera. Venti deboli in prevalenza orientali con temporanei rinforzi in serata sulle zone di pianura settentrionali. Mare poco mosso con moto ondoso in aumento fino a mosso nella sera.
E’ stata approvata con un solo astenuto l’ipotesi di accordo sull’integrativo aziendale per il triennio 2025-2027 negli stabilimenti Graniti Fiandre di Castellarano.
Il nuovo accordo interessa circa 250 dipendenti e garantirà incrementi salariali sia sul premio variabile sia sul premio di produzione, maggiore occupazione stabile e di qualità, e più diritti.
Nel merito, l’accordo prevede sul piano normativo, l’assunzione di cinque lavoratori a tempo indeterminato entro giugno 2026, con la possibilità di ulteriori stabilizzazioni nell’arco della vigenza contrattuale.
Sono previsti permessi retribuiti aggiuntivi per visite specialistiche e per i casi previsti dall’art. 4 legge 53/2000, più ore disponibili per le assemblee sindacali e nuove causali per richiedere l’anticipo del TFR.
Prevista l’integrazione dell’azienda fino al raggiungimento del 100% della retribuzione per tutta la durata della malattia nei casi dialzheimer, parkinson, sla e malattie rare invalidanti.
Migliorato anche il sistema classificatorio definendo archi temporali e passaggi di categoria.
In via sperimentale sono previste agevolazioni anche sui pre-pensionamenti oltre ad un integrazione al reddito a carico azienda in caso di sospensione delle attività con utilizzo degli ammortizzatori sociali.
L’accordo prevede un premio di partecipazione che verrà incrementato di ulteriori 60€ mensili nel triennio oltre al consolidamento, alla scadenza, dell’intero valore del premio su base mensile pari a 208€ .
Aumentano anche le indennità di mansione, di turno e il contributo mensa a carico azienda, estendendolo anche per le giornate domenicali e/o festive.
“Siamo molto soddisfatti per l’esito delle assemblee – dichiarano la Filctem Cgil e la Rsu aziendale – riteniamo possibile, attraverso un sistema di buone relazioni sindacali, riuscire a dare risposte alle necessità e al miglioramento delle condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori garantendo maggiori diritti e rafforzandoil loro potere di acquisto tramite anche il riconoscimento di ulteriore salario fisso”.
FILCTEM-CGIL REGGIO EMILIA e RSU GRANITI FIANDRE SPA – Stab. Castellarano
L’U.S. Sassuolo Calcio comunica di aver prolungato il contratto del calciatore Filippo Romagna fino al 30 giugno 2026, con rinnovo automatico per la stagione successiva al verificarsi di determinate condizioni contrattuali.
Il numero 19 neroverde, nella scorsa stagione di Serie BKT, ha collezionato 23 presenze per un totale di 1870 minuti giocati. Con il suo impegno, la sua serietà e la sua professionalità, ha dato un contributo fondamentale al successo del club e ora il suo percorso con la maglia del Sassuolo continuerà anche nella prossima stagione di Serie A Enilive.
La nuova ricerca commissionata da ANCE Emilia-Romagna al CRESME stima nei prossimi dieci anni una domanda di quasi 70.000 nuovi alloggi nei dieci capoluoghi della regione. Un dato che evidenzia un divario strutturale con l’attuale capacità produttiva, ferma a 1.230 abitazioni all’anno. L’Edilizia Residenziale Sociale (ERS), soprattutto in locazione, risulta oggi economicamente insostenibile con i modelli tradizionali. ANCE lancia un appello per aggiornare le regole e costruire, insieme alle istituzioni e al mondo del lavoro, un nuovo modello fondato su trasparenza, partenariato pubblico-privato e strumenti economici innovativi.
“Il sistema attuale rende sempre più difficile per le imprese realizzare nuove abitazioni, sia a mercato libero sia di Edilizia Residenziale Sociale (ERS) nei capoluoghi dell’Emilia-Romagna. Servono regole aggiornate, strumenti urbanistici più efficaci e una strategia condivisa per rispondere alla crescente domanda abitativa delle famiglie più fragili e dei giovani”.
È questo l’appello che il presidente di ANCE Emilia-Romagna, Maurizio Croci, rivolge alle istituzioni regionali e locali, alla luce dei dati emersi dalla ricerca “Residenza e occupazione in Emilia-Romagna: costruire risposte per generare futuro”, commissionata al CRESME per analizzare il fabbisogno abitativo e la sostenibilità economica degli interventi.
Domanda abitativa in crescita: quasi 70.000 alloggi in dieci anni
Tra il 2013 e il 2023, nei dieci capoluoghi emiliano-romagnoli la popolazione è cresciuta di 16.500 abitanti, mentre le famiglie sono aumentate di quasi 50.000 unità. Per il prossimo decennio si stimano altre 46.000-67.000 nuove famiglie, con una previsione centrale di 55.000. La domanda abitativa è quindi alimentata non solo dalla crescita demografica, ma soprattutto dalla frammentazione dei nuclei familiari, sempre più piccoli e bisognosi di nuove abitazioni.
Secondo la ricerca realizzata da CRESME, nei prossimi dieci anni nei capoluoghi dell’Emilia-Romagna potrebbe generarsi quindi una domanda teorica di circa 69.000 nuovi alloggi. Una cifra che supera di gran lunga l’attuale ritmo annuo di produzione edilizia, che è oggi nei dieci capoluoghi di 1.230 nuove abitazioni, mentre la domanda stimata per il decennio 2023-2033 richiederebbe almeno 6.900 nuovi alloggi l’anno, ovvero cinque volte di più. Questo divario evidenzia un problema strutturale, che rischia di aggravare ulteriormente l’accesso alla casa, sia per chi è alla ricerca di alloggi nel mercato libero sia per chi, con redditi medio-bassi, può rivolgersi all’ERS.
Studenti e affitti brevi: pressioni crescenti sul mercato
Agli squilibri strutturali si somma la pressione determinata da fattori specifici. Gli studenti fuori sede, aumentati del 30% in dieci anni fino a 115.000 nel 2023/24, con soli 4.200 posti letto disponibili, generano una domanda potenziale di 44.000 alloggi. Le case occupate ad oggi dagli studenti e le case utilizzate per gli affitti brevi, coprono il 37% dello stock di patrimonio non occupato da residenti stimato dall’ISTAT (a Bologna si arriva al 92%). Secondo il censimento dell’ISTAT, il patrimonio non occupato da residenti è pari a 141.132 alloggi in tutta la regione, perciò la sola domanda aggiuntiva potenziale degli studenti è pari al 31,4% di questo patrimonio.
Prezzi delle compravendite in aumento e mercato della locazione in trasformazione
Tra 2019 e 2024 i prezzi di vendita in Emilia-Romagna sono cresciuti in maniera generalizzata ma in modo disomogeneo (dal +25% a Reggio Emilia al +22% a Parma fino al +2,1% di Forlì-Cesena), mentre Ferrara resta la città più economica. Il livello dei prezzi molto diverso mette in evidenza le difficoltà nel portare avanti delle politiche omogenee, in particolare nel campo della risposta alla domanda abitativa più debole.
Il mercato della locazione mostra segnali di ripresa dell’offerta, accompagnati però da profondi cambiamenti: crescono gli affitti temporanei, i contratti parziali (con il proprietario che mantiene una stanza), le richieste di garanzie come assicurazioni e fideiussioni, e in alcuni contesti torna competitivo anche il canone concordato. Nel 2025 queste dinamiche risultano in ulteriore accelerazione.
ERS in locazione: un equilibrio economico ancora lontano
A tutte queste dinamiche si aggiunge l’aumento dei costi di costruzione, spinti da inflazione e crisi delle materie prime, che rende difficile realizzare ERS con i modelli tradizionali: simulazioni su interventi tipo evidenziano tassi di rendimento negativi o inferiori al costo del debito, rendendo l’investimento non più realizzabile perché non conveniente.
La Regione Emilia-Romagna ha avviato un percorso di formazione e sperimentazione per valutare la fattibilità concreta di nuovi modelli per l’Edilizia Residenziale Sociale (ERS), soprattutto in locazione, dove è più difficile rendere sostenibili i progetti per gli operatori privati.
Dalle simulazioni emerge che per ottenere un equilibrio economico sarebbe necessario un forte aumento dei prezzi di vendita (+20%) e dei canoni di affitto (+50%, da 80 a 120 euro al mese).
A Bologna, il Comune ha fissato obiettivi ambiziosi con 7.500 alloggi di ERS in dieci anni, prevedendo almeno il 20% di edilizia sociale nelle nuove costruzioni private. È un piano che, se dispiegato, cambierebbe di molto la capacità attrattiva di Bologna, in particolare per i giovani e le categorie più fragili. Per raggiungere questo traguardo servirebbero però complessivamente 37.500 abitazioni in un decennio, ovvero 3.750 alloggi l’anno, un ritmo molto superiore all’attuale incremento medio dello stock abitativo nell’area metropolitana (circa 800 abitazioni annue).
La Regione guida l’innovazione, ma servono nuove regole per far tornare i conti
La Regione Emilia-Romagna sta promuovendo un approccio innovativo alla sostenibilità economica degli interventi di edilizia sociale, basato su trasparenza e nuove “matrici di convenienza”. Fare i conti, come sottolinea la stessa Regione, significa usare strumenti aggiornati per valutare la fattibilità reale dei progetti, puntando sulla qualità dei numeri e su un salto di scala culturale nella pianificazione. Dai casi analizzati emerge però che l’edilizia residenziale sociale è possibile solo se accompagnata da condizioni aggiuntive che ne rendano sostenibile la realizzazione.
Per rendere l’Edilizia Residenziale Sociale realmente attuabile – propone la ricerca commissionata da ANCE Emilia Romagna – servono parametri chiari che definiscano cos’è l’ERS, tenendo conto delle differenze territoriali nei prezzi e nei redditi. La locazione resta centrale, ma richiede operatori e modelli gestionali sostenibili. Sono inoltre necessari strumenti concreti: premialità urbanistiche misurate, contributi pubblici adeguati, possibilità di monetizzare la quota ERS per il privato, e criteri trasparenti per calcolare costi e convenienze, oggi molto variabili da un territorio all’altro.
Il presidente Croci: “Un nuovo modello per coniugare sostenibilità economica e diritto alla casa”
“Questa ricerca – sottolinea Maurizio Croci, presidente di ANCE Emilia-Romagna – fotografa con chiarezza una situazione che richiede un intervento urgente: la crescita del numero di famiglie e la necessità di alloggi a costi accessibili non trovano risposte efficaci nell’attuale sistema. Con i prezzi di costruzione odierni e le regole vigenti, le imprese non riescono a realizzare alloggi sociali. Se vogliamo garantire un futuro alle nostre città, dobbiamo costruire un nuovo modello che renda possibili interventi in grado di coniugare sostenibilità economica, qualità urbana e diritto alla casa. La Regione ha avviato percorsi innovativi, come i corsi di formazione per amministratori locali e operatori sullo sviluppo dei piani finanziari per l’edilizia, dimostrando grande lungimiranza e la volontà di ragionare come un sistema territoriale integrato. Tuttavia, è fondamentale definire insieme alle amministrazioni comunali regole e strumenti chiari, affinché la partita dell’ERS non resti solo sulla carta. La Legge Regionale 24 del 2017 stabilisce che edilizia a libero mercato e ERS sono intrinsecamente connesse, ma la loro connessione è realizzabile solo con la tenuta del Piano Economico Finanziario: senza l’una non si ottiene l’altra”.
Sui ruoli da assumere in questo sistema, Croci propone di arrivare a una strategia comune: “Il lavoro è essenziale per le persone e per avere un lavoro è fondamentale avere una casa: sono due aspetti inscindibili. ANCE condivide il Piano Casa presentato oggi da Confindustria: gli imprenditori edili ci sono e condividono la preoccupazione nel riuscire a fornire accesso alla casa a tutti i lavoratori. Riteniamo quindi auspicabile un piano regionale a cui partecipino tutti gli attori coinvolti e che possa rendere concrete le proposte presentate oggi, al fine di mantenere alta l’attrattività e la produttività del nostro territorio regionale”.
Federica Minozzi, Chief executive officer di Iris Ceramica Group, ha ricevuto la Laurea Magistrale honoris causa in Ingegneria Gestionale dall’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. La cerimonia si è svolta mercoledì 9 luglio presso l’Aula Magna del Polo Digitale, all’interno del Parco Innovazione di Reggio Emilia, alla presenza delle autorità accademiche, dei rappresentanti istituzionali e del mondo produttivo.
La proposta di conferimento è stata avanzata dal Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria su iniziativa del Direttore, prof. Massimo Milani, e accolta con voto unanime dal Consiglio di Dipartimento. Il Senato Accademico ne ha successivamente deliberato il conferimento, attribuendo il titolo per meriti acquisiti nel campo della gestione industriale, della ricerca applicata e della cooperazione tra impresa e università.
La laudatio è stata affidata alla prof.ssa Monia Montorsi, presidente del Corso di Laurea in Ingegneria Gestionale. La lettura delle motivazioni è stata eseguita dal direttore del Dipartimento. Il Rettore prof. Carlo Adolfo Porro ha presieduto il conferimento del titolo accademico, consegnando la toga, il tocco, la pergamena e il sigillo dell’Ateneo. A seguire, la dott.ssa Minozzi ha tenuto una Lectio Magistralis.
Laureata in Giurisprudenza, Federica Minozzi ha oltre 26 anni di esperienza come Amministratore Delegato all’interno di Iris Ceramica Group, azienda fondata dal padre Romano Minozzi. Personalità dinamica e creativa, può contare su una solida esperienza internazionale e su spiccate doti di networking professionale. Tra le attività, segue la gestione dei processi economici e finanziari dell’azienda, con particolare focus sulle aree strategiche dell’innovazione e del change management coordinando la riorganizzazione industriale, l’ampliamento della rete globale e la transizione verso modelli produttivi incentrati su innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale.
La sua visione, ossia reingegnerizzare la ceramica per migliorare l’interazione tra le persone e l’ambiente, si contraddistingue per lo spirito audace e innovativo, e pone alla base del suo agire una cultura che si esplicita attraverso l’innovazione, la sostenibilità e l’eccellenza nella qualità. A maggio 2025 è stata insignita del titolo di Cavaliere del Lavoro dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a riconoscimento dello spirito di iniziativa, del coraggio e dell’intelligenza imprenditoriale.
Nel corso degli anni ha promosso relazioni continuative con università, centri di ricerca e istituzioni pubbliche. In ambito gestionale, ha sviluppato modelli organizzativi fondati sulla digitalizzazione, sulla valorizzazione delle competenze interne e sul rapporto con i territori. Ha inoltre sostenuto attività di ricerca industriale e progetti di trasferimento tecnologico con particolare attenzione ai temi ambientali e all’impatto sociale.
“Il conferimento della Laurea Magistrale honoris causa a Federica Minozzi – commenta il Magnifico Rettore Unimore, Prof. Carlo Adolfo Porro – riguarda un percorso imprenditoriale che ha integrato con continuità competenze gestionali, scelte tecnologiche avanzate e grande responsabilità organizzativa. L’esperienza maturata alla guida di un gruppo industriale internazionale ha posto le basi per un’interlocuzione stabile con il mondo della formazione e della ricerca, in particolare nei settori legati all’ingegneria, alla sostenibilità e all’innovazione dei modelli produttivi. Siamo quindi molto lieti di avere conferito questo titolo a una figura che interpreta con chiarezza il rapporto tra cultura tecnica, universo scientifico e sviluppo industriale”.
“Ricevere una laurea ad honorem in Ingegneria Gestionale – commenta Federica Minozzi, CEO di Iris Ceramica Group– rappresenta per me un grande onore. È il riconoscimento di un percorso fatto di impegno, passione e di una visione che coniuga strategia organizzativa e cultura d’impresa. Desidero esprimere la mia più sincera gratitudine all’Università per avermi conferito questa prestigiosa onorificenza. L’heritage valoriale e l’identità pionieristica che mio papà ha saputo imprimere all’azienda sono per me fonte di ispirazione, nonché le fondamenta della visione imprenditoriale del Gruppo: Reingegnerizzare la ceramica per migliorare l’interazione tra le persone e l’ambiente. Un approccio che va oltre la concezione tradizionale della ceramica, valorizzandone la capacità di unire bellezza e funzionalità e incarnando appieno il concetto di beautility: sintesi armoniosa tra estetica e utilità, tra emozione e concretezza.”
Un cittadino marocchino di 35 anni, irregolare sul territorio nazionale, è stato arrestato ieri dalla Polizia di Stato di Sassuolo per il reato di detenzione ai fini spaccio di sostanza stupefacente.
Intorno alle ore 3:00, nel transitare in via Radici in Piano, una pattuglia del Commissariato ha notato un uomo con il cappuccio della felpa indossato che alla vista dell’auto della Polizia ha cambiato repentinamente direzione accelerando l’andatura. Fermato per un controllo il 35enne ha tentato di scappare ma è stato subito bloccato. Nascoste in una tasca dei pantaloni sono state rinvenute tre dosi di cocaina pronte per la cessione.
All’esito dell’udienza svoltasi nella giornata di ieri, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Modena ha convalidato l’arresto e disposto nei confronti dell’indagato la misura cautelare del divieto di dimora a Modena e provincia.
Prosegue il cammino del progetto europeo Simul (Stimulate Innovative MUltigrade Learning with STEAM Education), promosso dall’Associazione Lumen insieme al Fablab Junior del Comune di Fiorano Modenese e sostenuto dal programma Erasmus+. Si è conclusa positivamente la fase di formazione e sperimentazione che ha coinvolto insegnanti e scuole in diversi Paesi europei.
Il progetto Simul nasce per valorizzare le potenzialità delle pluriclassi come luoghi educativi fertili, capaci di accogliere la sfida delle competenze STEM e di promuovere una cittadinanza digitale attenta, inclusiva e consapevole.
In Italia la sperimentazione è stata condotta all’Istituto Comprensivo Francesco Berti di Prignano, partner ufficiale del progetto, e all’Istituto Comprensivo di Montefiorino, che ha aderito con entusiasmo e disponibilità a questo aspetto progettuale. Anche in Romania e Repubblica Ceca – Paesi coinvolti nel progetto – sono stati formati gli insegnanti e testati i laboratori, ora completati e in fase di rifinitura finale.
“La sperimentazione si è chiusa in tutte le scuole europee coinvolte – spiegano dall’Associazione Lumen – e abbiamo raccolto feedback preziosi che ci aiuteranno a finalizzare i laboratori. Questi ultimi saranno presto disponibili gratuitamente sul sito del progetto, tradotti in cinque lingue: inglese, italiano, tedesco, rumeno e ceco.”
I laboratori testati hanno toccato temi strategici per l’educazione contemporanea: dalla programmazione con Scratch e Micro: bit all’uso di ambienti digitali per affrontare argomenti complessi come la sicurezza online, la privacy e la protezione dei dati.
Nei contesti delle pluriclassi – specifica realtà alla quale è dedicato il progetto – la particolare composizione intergenerazionale ha favorito forme spontanee di tutoraggio tra pari: gli alunni più grandi hanno sostenuto i più piccoli in un clima di cooperazione, rafforzando il senso di responsabilità e appartenenza.
Nel primo trimestre 2025 le imprese artigiane attive nella manifattura in Emilia-Romagna: hanno diminuito la produzione del -3,7%, il fatturato del -3,6%, gli ordini del -3%. Sono cresciute all’estero: fatturato estero +7,8%, ordini da oltre frontiera, +2,2%. Sono numericamente diminuite del 2,8%, con una perdita di 697 imprese. A ridursi soprattutto le imprese della moda (-5%). Le imprese artigiane del settore delle costruzioni hanno registrato una diminuzione del volume d’affari del -0,6%.
È quanto risulta dalla congiuntura dell’artigianato di Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna.
L’artigianato nell’industria: produzione, fatturato e ordini
I primi tre mesi del 2025 la produzione dell’artigianato manifatturiero regionale è diminuita del -3,7%, più del totale dell’industria regionale assestato a -3,2%.
Il fatturato complessivo è diminuito del -3,6%, ma quello estero ha realizzato un notevole recupero (+7,8%), risultato che surclassa ampiamente la leggera crescita del fatturato estero per il complesso dell’industria regionale (+0,7%).
Gli ordini sono diminuiti del -3%, risultato leggermente peggiore di quello del complesso dell’industria regionale (-2,5%).
Per la prima volta dopo 21 mesi gli ordini dai mercati esteri hanno registrato un incremento (+2,2%).
Il periodo di produzione assicurato dalla consistenza del portafoglio ordini è risultato pari a 7,1 settimane, sostanzialmente invariato rispetto allo stesso trimestre del 2024. Coerentemente con la tendenza negativa della produzione, il grado di utilizzo degli impianti delle imprese artigiane si è ridotto sostanzialmente rispetto allo stesso trimestre del 2024 scendendo al 67,9%.
La dimensione delle imprese
Nelle piccole imprese la produzione è diminuita del -3,2% e il fatturato del -3,3%, gli ordini si sono fermati a -2,5%. Il grado di utilizzo degli impianti è rimasto sostanzialmente invariato rispetto alla fine del 2024 al 72%.
Le imprese minori hanno realizzato risultati inferiori con la produzione scesa del -4,2%, il fatturato del -3,9%, gli ordini a -3,4% ed un grado di utilizzo degli impianti sceso al 64% della capacità produttiva
Il numero delle imprese artigiane industriali
A fine marzo le imprese attive nell’artigianato ammontavano a 24.236 con una notevole riduzione del 2,8% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, pari a una perdita di 697 imprese.
La riduzione della base imprenditoriale artigianale ha determinato oltre quattro quinti della diminuzione della base imprenditoriale dell’industria regionale.
La riduzione della base imprenditoriale è stata determinata soprattutto dall’ampia e rapida caduta nel settore della moda (-204 imprese, -5,1%).
Più contenuto e meno veloce la riduzione delle imprese della metallurgia e delle lavorazioni metalliche (-142 unità, -2,3%), cioè il settore della subfornitura regionale, e l’aggregato dell’ “altra manifattura” (-112 unità, -3,4%).
In diminuzione anche le imprese del legno e del mobile (-73 imprese, -3,2%) e quelle alimentari e delle bevande (-62 imprese, -2,2%).
La forma giuridica
Stabili le società di capitale giunte a rappresentare il 18,4% delle imprese artigiane attive dell’industria in senso stretto.
Diminuiscono le società di persone (-343 imprese, -5,6%) e le ditte individuali (-343 unità, -2,4%).
L’artigianato nelle costruzioni
Nei primi tre mesi del 2025 il volume d’affari a prezzi correnti dell’artigianato delle costruzioni è sceso solo leggermente al di sotto dei livelli dell’inizio del 2024 (-0,6%).
Poco meno del 30% delle imprese del settore ha dichiarato un aumento dell’attività.
L’artigianato nelle costruzioni: quante imprese
A fine marzo 2025 il numero delle imprese artigiane delle costruzioni è sceso a 48.680 unità con una diminuzione di 613 imprese (-1,2%) rispetto a un anno prima.
A ridursi sono soprattutto le imprese dei lavori di costruzione specializzati (-459 unità, -1,1%), ma quelle attive nella costruzione di edifici hanno subito una diminuzione più rapida (-127 unità, -2%).
La forma giuridica delle imprese artigiane delle costruzioni
Continua la rapida crescita delle società di capitali (+16,4%, 315 unità), che ora sono il 10,8% delle imprese artigiane attive nelle costruzioni.
Diminuiscono le ditte individuali (-706 unità, -1,8%) e le società di persone (-4,8%, -202 unità).
La Regione Emilia-Romagna conferma anche per il 2025 il proprio impegno per garantire il Reddito di libertà destinato alle donne vittime di violenza. E lo fa con stanziando 1,3 milioni di euro dal bilancio regionale, risorse che vanno a integrare e a incrementare i 763mila euro assegnati dal Governo, già interamente esauriti. Grazie a questo ulteriore finanziamento, sarà possibile dare risposta a oltre 200 nuove richieste e garantire complessivamente il contributo a più di 450 donne su tutto il territorio regionale.
Dal 2022, anno in cui la misura è diventata pienamente operativa, la Regione ha stanziato complessivamente oltre 4,3 milioni di euro, che si sono aggiunti ai fondi nazionali permettendo di pagare oltre la metà delle domande presentate.
“Rinnoviamo il nostro impegno per il Reddito di libertà perché vogliamo continuare a offrire un sostegno concreto alle donne che stanno affrontando il difficile percorso di uscita dalla violenza, per aiutarle a riconquistare la propria autonomia– afferma l’assessora alle Pari opportunità, Gessica Allegni –. È un intervento che da solo non può risolvere tutte le difficoltà, ma rappresenta un aiuto reale in una fase delicata, in cui è fondamentale poter contare su un supporto economico per affrontare spese necessarie come l’alloggio, le utenze, la formazione o la cura dei figli. Per questo, anche nel 2025, confermiamo con convinzione il contributo regionale, che integra e rafforza le risorse nazionali, ormai esaurite, raddoppiando così il numero delle donne beneficiarie: vogliamo e dobbiamo dare risposte a chi si trova in una situazione di forte fragilità”.
Come funziona il Reddito di libertà
Il Reddito di libertà è un assegno mensile fino a 500 euro destinato alle donne vittime di violenza che si trovano in una situazione di difficoltà economica e sono seguite da un Centro antiviolenza riconosciuto.
Cumulabile con altre misure di sostegno, come ad esempio il reddito di inclusione, viene erogato dall’Inps in un’unica soluzione per un massimo di 12 mensilità, pari complessivamente a 6mila euro. Tra le spese che possono essere coperte anche quelle per l’istruzione e la formazione dei figli minori.
Sulla A1 Milano-Napoli, per consentire lavori di manutenzione delle barriere di sicurezza, dalle 00:00 alle 5:00 di sabato 12 luglio, sarà chiuso il tratto compreso tra l’allacciamento con il Raccordo di Casalecchio e l’allacciamento A14 Bologna-Taranto, verso Milano.
In alternativa, chi proviene da Firenze ed è diretto verso Milano, potrà uscire alla stazione di Bologna Casalecchio, al km 0+800 del Raccordo di Casalecchio, proseguire sulla Tangenziale, verso San Lazzaro di Savena/A14 Bologna-Taranto, uscire allo svincolo 3 Ramo Verde, immettersi poi sul Ramo Verde ed entrare in A14 alla stazione di Bologna Borgo Panigale.
Contestualmente, sarà chiuso il ramo che dal Raccordo di Casalecchio immette sulla A1 Milano-Napoli, per chi proviene da Ancona e dall’entrata della stazione di Casalecchio ed è diretto verso Milano.
In alternativa si consiglia di utilizzare la stazione di Bologna Borgo Panigale, al km 4+800 della A14 Bologna-Taranto.
Prosegue l’ampliamento della rete dei punti di facilitazione digitale, che in Emilia-Romagna ha raggiunto la cifra di 275 sportelli attivi in tutte le province. Luoghi dove i cittadini possono trovare supporto e consulenza per utilizzare al meglio i servizi online privati e della Pubblica amministrazione, semplificando le procedure e rafforzando l’uso autonomo e consapevole delle nuove tecnologie.
Obiettivo: accedere ai servizi pubblici dal proprio pc, utilizzare la Pec e lo Spid, saper riconoscere una truffa online e muoversi nel web con la massima sicurezza.
“Stiamo lavorando per dare un ulteriore impulso al progetto”, ha dichiarato l’assessora all’Agenda digitale, Elena Mazzoni, annunciando l’estensione delle attività di facilitazione e formazione ai minorenni, dai 14 anni in su, e una nuova fase del progetto in cui azioni specifiche potranno essere svolte coinvolgendo gli studenti delle scuole superiori.
“Si tratta- chiude Mazzoni- di un punto di forza dell’Agenda digitale dell’Emilia-Romagna, che investe risorse per 200 milioni di euro, in sinergia con il Patto per il Lavoro e per il Clima a livello regionale e con il Piano nazionale di ripresa e resilienza in ambito nazionale”.
L’iniziativa rientra nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza e di bandi successivi che hanno messo a disposizione risorse oltre 8 milioni di euro per l’Emilia-Romagna per l’apertura dei punti di facilitazione digitale in quasi 400 sedi fisiche, in cui viene fornito il servizio, anche grazie alla presenza di oltre 700 facilitatori volontari a disposizione delle persone per il tutoraggio.
I Punti Digitale Facile nelle province dell’Emilia-Romagna
Nel dettaglio, in provincia di Bologna nelle 75 sedi dei Punti Digitale Facile a cura del Comune di Bologna e delle Unioni Nuovo Circondario Imolese, Terre di Pianura, Terre d’Acqua, Reno-Galliera e Appennino bolognese, i cittadini e le cittadine possono usufruire delle attività gratuite di supporto per l’accesso ai servizi digitali della Pubblica amministrazione e di formazione all’uso degli strumenti digitali di base per tutti cittadini, compresa la disponibilità di un corso online.
Stessa opportunità nella provincia di Modena: i Punti Digitale Facile sono 47 promossi dai Comuni di Modena, delle Unioni Terre d’Argine, Terre di Castelli, Area Nord, Distretto ceramico, del Sorbara e Frignano.
A Reggio Emilia le sedi sono 47, a cura dei Comuni di Reggio Emilia, delle Unioni Bassa Reggiana, Pianura Reggiana, Val d’Enza, Tresinaro Secchia e Appennino Reggiano.
In provincia di Parma, sono attive 12 sedi organizzate dai Comuni di Parma, Fidenza e Salsomaggiore, mentre in provincia di Piacenza i Punti attivati sono 12 sempre grazie al supporto dei Comuni di Piacenza, dell’Unione Montana Valli Trebbia e Luretta e dell’Unione Valnure e Valchero.
Infine, a Ferrara, sono stati aperti 16 Punti Digitale Facile in collaborazione con i Comuni di Ferrara, Cento, Comacchio e dell’Unione Terre del Delta.
Per quanto riguarda le province romagnole, a Ravenna sono attive 25 sedi a cura dei Comuni di Ravenna, Cervia, Russi e dell’Unione Bassa Romagna.
In provincia di Forlì-Cesena i punti sono 22 gestiti dai Comuni di Forlì e delle Unioni Valle del Savio e Rubicone-Mare.
Mentre a Rimini le sedi sono 19 a cura dei Comuni di Rimini e dell’Unione Valconca.
Massimo Fabi, Assessore alle Politiche per la salute
Prendersi cura, soprattutto dei più piccoli, affetti da patologie anche gravi. La Regione Emilia-Romagna conferma anche quest’anno il proprio impegno a favore dei pazienti provenienti da Paesi extra Ue, consentendo loro di accedere a prestazioni sanitarie di alta specialità.
La Giunta ha infatti approvato il “Programma assistenziale per prestazioni sanitarie di alta specialità a favore di cittadini stranieri provenienti da Paesi extra Ue”, mettendo 800.000 euro a disposizione delle Aziende Usl del territorio, che per conseguire gli obiettivi possono aggiungere risorse proprie.
Sono oltre 2.200, dal 2001, le persone curate in Emilia-Romagna grazie a questo Programma, delle quali più di 1.600 under 14. Nel 2024 sono stati presi in carico 63 casi, riguardanti prevalentemente, ben 48, minori di 14 anni. Gli interventi hanno riguardato per lo più persone affette da patologie importanti nell’ambito della cardiopatia, della chirurgia pediatrica, dell’ematologia oncologica e dell’ortopedia. Albania, Zimbabwe, Marocco, Saharawi, Kosovo e Senegal i Paesi di provenienza più frequentemente interessati.
“L’Emilia-Romagna- sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Massimo Fabi- è terra accogliente e solidale per storia e tradizione. Anche quest’anno abbiamo voluto rinnovare l’impegno del servizio sanitario regionale a favore dei pazienti, soprattutto i più piccoli, bisognosi di cure che i loro Paesi non sono in grado di garantire. Perché sono territori colpiti dalle guerre o in condizioni di estrema povertà. La Regione mette a disposizione strutture e professionisti della sanità pubblica per dare una speranza ed un futuro a questi bambini, siamo orgogliosi e contenti di poterlo fare ogni anno”.
Il Programma di assistenza sanitaria
I territori che possono accedere al Programma, come previsto dalla deliberazione dell’Assemblea legislativa n. 63/2022, sono: Albania, Bosnia-Erzegovina, Macedonia del Nord, Montenegro, Kosovo, Serbia, Burundi, Burkina Faso, Camerun, Costa D’Avorio, Kenya, Etiopia, Mozambico, Senegal, Tunisia, Marocco, Campi profughi saharawi in Algeria e Territori liberati del Sahara Occidentale, Territori Autonomia Palestinese, Libano, Bielorussia, Ucraina, Brasile. Inoltre, in un’ottica di sviluppo sostenibile e tenendo conto degli obiettivi dell’Agenda 2030, oltre che delle relazioni consolidate tra le Aziende sanitarie emiliano-romagnole e alcuni Paesi dell’Africa, a questi si aggiungono anche lo Zambia, lo Zimbabwe e l’Eritrea.
Il Programma prevede interventi di alta specialità, soprattutto a favore di pazienti in età pediatrica, che non possono essere erogati nei Paesi di provenienza.
Non sono inclusi, invece, i trapianti di organi – per la complessità e la durata del percorso assistenziale, oltre che le modalità di eventuale attesa del paziente per l’organo e del periodo, piuttosto lungo, di follow up post-trapianto – e le cure per i disturbi neurologici/comportamentali, che richiedono una presa in carico multiprofessionale e interdisciplinare, oltre a valutazioni ripetute nel tempo.