Cielo in prevalenza nuvoloso con nubi basse e nebbia in parziale diradamento durante la giornata. Temperature minime senza variazioni significative, con valori compresi tra 5 e 9 gradi. Massime pressochè stazionarie con valori attorno agli 11 gradi. Venti deboli di direzione variabile sulla pianura, deboli sud-occidentali sui rilievi con rinforzi in tarda serata sui rilievi romagnoli. Mare quasi calmo o poco mosso.
Questa mattina, personale della Squadra Mobile di Modena ha dato esecuzione al decreto di fermo di indiziato di delitto disposto dalla Procura della Repubblica di Modena, nei confronti di tre cittadini albanesi gravemente indiziati della commissione di 17 furti in abitazione, compiuti nel mese di dicembre nei comuni di Sassuolo, Carpi e Modena, e nelle province di Ferrara (comune di Cento), Reggio Emilia (comune di Rubiera) e Bologna (comuni di San Giovanni in Persiceto, Budrio, Calderara sul Reno e Granarolo).
I tre indagati sono stati individuati a seguito di articolata e complessa attività d’indagine effettuata dalla Squadra Mobile, coordinata dalla Procura della Repubblica. In particolare l’indagine è scaturita a seguito dell’esecuzione dell’ordine di carcerazione emesso il 23 agosto 2022 nei confronti di un cittadino albanese condannato in via definitiva per furti in abitazione, e tratto in arresto il 17 novembre scorso, per un provvedimento definitivo a suo carico per l’espiazione della pena detentiva di anni 2 di reclusione. Quest’ultimo, precedentemente indagato sempre dalla Squadra Mobile di Modena nell’ambito delle indagini relative ad altro procedimento penale, in ordine ad una serie di furti in abitazione compiuti nella provincia di Modena nel marzo scorso, consentiva di notare che l’uomo era in compagnia di un connazionale il quale, durante le fasi relative all’esecuzione dell’ordine di carcerazione, veniva compiutamente identificato. Ciò consentiva ai poliziotti di risalire ad un parcheggio in località Rubiera (RE) in cui lo stesso, insieme ad altri 2 uomini albanesi, aveva in uso un’autovettura Alfa Romeo Giulietta nera, diverse volte segnalata da testimoni e persone offese dai furti, quale veicolo utilizzato dagli autori dei suddetti delitti.
L’attività d’indagine ha permesso di ricostruire la commissione di diversi furti aggravati in abitazione, avvenuti nelle prime due settimane di questo mese oltre ad altri consumati nel mese di marzo scorso, compiuti sempre durante le ore serali, mediante l’effrazione di infissi, o dopo aver tagliato le inferiate a protezione delle finestre, in occasione dei quali i ladri si impossessavano principalmente di denaro in contante, monili in oro, orologi, borse di valore ed apparecchiature elettroniche. Gli autori dei furti operavano sempre travisati indossando guanti al fine di non lasciare impronte o tracce biologiche utili alla loro identificazione. In un caso gli indagati erano riusciti ad aprire anche una cassaforte mediate l’utilizzo di un flessibile.
Le perquisizioni delegate eseguite, hanno consentito di rinvenire e sequestrare oggetti di valore verosimilmente provento di furto (monili in oro, orologi, denaro in valuta straniera e una apparecchiatura elettronica) tuttora al vaglio degli inquirenti al fine di individuarne la provenienza. In zona Albareto è stata recuperata una ulteriore autovettura in uso agli indagati al cui interno sono stati rivenuti arnesi atti allo scasso (cesoie) ed apparati ricetrasmittenti.
I tre fermati sono stati rintracciati rispettivamente a Modena, Carpi e Rubiera (Re). Alle attività esecutive hanno partecipato anche gli agenti del Commissariato di P.S. di Carpi
e della Squadra Mobile di Reggio Emilia.
Pochi giorni fa a Spezzano un numero considerevole di cittadini ha potuto ascoltare da alcuni rappresentanti di Hera come funzionerà il nuovo sistema di raccolta dei rifiuti nei nostri quattro comuni e quali ne siano le motivazioni.
È stato subito messo in chiaro che la Regione Emilia-Romagna ha semplicemente fissato due obiettivi: portare la raccolta differenziata dall’attuale 70% l’auspicato 84% e arrivare prima o poi alla fatturazione puntuale (cioè: più indifferenziato produci, più paghi).
Come arrivare a questi obiettivi è lasciato alle scelte politiche che ogni comune fa; nessun obbligo dall’alto, dunque, ma semplicemente scelte politiche delle amministrazioni comunali.
Mentre qualche comune ha attuato già da tempo la raccolta porta a porta integrale, i nostri quattro comuni hanno invece scelto un sistema misto che per il 90% della popolazione che vive nelle zone residenziali si traduce essenzialmente in due cambiamenti:
spariscono i cassonetti di carta e plastica
(per cui viene attivato il porta a porta settimanale);
vengono cambiati i cassonetti dell’indifferenziato
(apribili con badge personale per introdurre una quantità limitata di rifiuti).
Carta e plastica dovranno dunque essere raccolte dagli utenti in appositi sacchi di plastica (con barcode) e conservati in casa per un’intera settimana, fino al giorno previsto per la raccolta dello specifico materiale.
Chi ha un giardino o un portico o un balcone probabilmente già tende ad agire in quel modo e non avrà nuovi grossi disagi; chi ha invece un appartamento, magari piccolo, senza quelle dotazioni dovrà fare spazio anche ai rifiuti e potrebbe trovarsi in difficoltà.
Qualche difficoltà sorgerà invece sicuramente per i condomini, specialmente per quelli circondati da parcheggi: dove si poseranno decine di sacchi di plastica o di carta in modo un po’ decoroso? A questa specifica domanda Hera ha correttamente risposto di essere pronta a dare consulenze per i singoli casi; temiamo che queste consulenze dovranno essere parecchie.
Ci chiediamo – e l’abbiamo chiesto anche all’assessore fioranese all’ambiente – se valesse proprio la pena di introdurre il porta a porta per carta e plastica; visto che tutti gli altri cassonetti rimangono comunque, non si potevano lasciare anche quelli, magari svuotandosi più spesso e anche manutenendoli un po’ meglio di quanto non si sia fatto sinora? Un buon servizio, tutto sommato, si incentiva da sé.
Non si capisce bene come questo nuovo sistema possa concretamente aumentare la percentuale di differenziata; probabilmente una buona campagna informativa otterrebbe risultati migliori!
Per quanto riguarda i cassonetti dell’indifferenziata, a parte una piccola apertura laterale a disposizione del semplice passante, essi si potranno aprire solamente con un badge personale (o con uno smartphone), si potrà posare il proprio sacchetto dei rifiuti in un cassetto avente capienza di 30 litri e verrà conteggiato ogni utilizzo. Prima o poi – quando saremo diventati bravi, dice Hera; forse nel 2024, dice qualche altra voce; entro il 2024, dice la legge regionale – chi avrà aperto il cassetto meno volte verrà premiato e chi lo avrà aperto più volte verrà penalizzato.
A tale proposito si notino due cose:
a parità di rifiuti indifferenziati prodotti verrà premiato chi li tratterà in casa propria più a lungo per arrivare il più vicino possibile ai 30 litri;
premi e penalità deriveranno comunque dalla modulazione di una parte della bolletta e dunque non si sa bene quanto potrà essere vantaggioso e incentivante per il cittadino lavorare per Hera.
Sicuramente l’utilizzo di un badge per aprire il cassonetto sarà un problema per parecchi utenti poco avvezzi alla tecnologia. E c’è da sperare che tutto funzioni sempre a puntino e non si debba riportare in casa il proprio sacchetto di rifiuti perché il cassonetto non si apre (magari perché l’elettronica che dovrebbe leggere il badge si scalda troppo stando al sole in estate). Ci è stato infatti ricordato per bene che l’abbandono di rifiuti nei pressi dei cassonetti è un reato e non è mai giustificato, neppure se il cassonetto è pieno o non si apre. Insomma, la colpa non è mai di chi deve svolgere il servizio di raccolta; neppure se in qualche zona – ad esempio, a Nirano – passa veramente di rado per svolgerlo.
In fin dei conti ci pare che le nostre amministrazioni comunali abbiano voluto seguire la moda del porta a porta – che fa tanto green! – senza voler creare enormi disagi a tutti i cittadini come è chiaro sarebbe avvenuto se si fosse scelto il porta a porta integrale.
Il nostro timore è che il sistema di porta a porta moderato che ci aspetta dai prossimi mesi sia solamente l’inizio di un cammino che porterà al porta a porta integrale e – en passant – al controllo sistematico dei cittadini tramite barcode e badge vari.
Abbiamo chiesto in modo chiaro quali siano le intenzioni per il futuro. Hera ha vinto il servizio per i prossimi quindici anni; dobbiamo aspettarci che almeno per quindici anni il sistema di raccolta rifiuti non subirà ulteriori variazioni in peggio per i cittadini? A questa semplice domanda i rappresentanti di Hera hanno dato una risposta piuttosto evasiva; e più o meno nello stesso modo ci ha risposto l’assessore: i termini del servizio sono quelli illustrati e se si vorrà cambiare qualcosa nella raccolta dei rifiuti occorrerà rivedere gli accordi con Hera.
Noi non sappiamo che intenzioni abbiano in cuore gli attuali amministratori, se andare o meno e con che tempi verso il porta a porta integrale come vorrebbero gli estremisti dell’ideologia verde; chiediamo però, per il momento, che il nuovo metodo sia posto in sperimentazione e che si dia la disponibilità a fare un passo indietro se l’esperienza si rivelerà problematica per i cittadini.
Ai cittadini dei nostri quattro comuni chiederemo prossimamente di sottoscrivere una nostra petizione in tal senso.
Festa di Natale per il Sassuolo, in piazza Garibaldi, all’esterno dello store ufficiale neroverde. Presenti i tecnici della squadra maschile e femminile Alessio Dionisi e Gianpiero Piovani ed una delegazione mista formata da Andrea Pinamonti, Armand Laurientè e Davide Frattesi, oltre che da Lana Clelland, Benedetta Orsi e Refiloe Jane, che a lungo si è intrattenuta con i tifosi che non hanno voluto mancare per i selfies e per firmare maglie e gadget.
Foto di rito, per i neroverdi – c’erano anche, tra gli altri, il Presidente del Sassuolo Carlo Rossi, il Direttore Organizzativo Andrea Fabris, il Responsabile del settore femminile Alessandro Terzi – sotto il grande albero di piazza Garibaldi insieme al Sindaco Gian Francesco Menani e ad alcuni assessori.
L’Emilia-Romagna è sempre più Motor Valley: all’inizio del nuovo anno partiranno i lavori per il rinnovo completo della pista di motocross di Monte Coralli, a Faenza in provincia di Ravenna, che diventerà anche Centro tecnico nazionale. La Federazione Motociclistica Italiana ha scelto infatti di finanziare con i fondi PNRR del cluster “Sport e inclusione” un progetto del Comune di Faenza.
E c’è di più: a gestire per vent’anni il crossodromo sarà la società del motociclista di Forlimpopoli Andrea Dovizioso, campione del mondo della classe 125 nel 2004 e poi per 15 anni protagonista in MotoGP, già testimonial della Regione Emilia-Romagna sia per le iniziative di guida sicura dell’Osservatorio regionale per l’educazione e la sicurezza stradale che per le campagne in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
“Questa è sicuramente una bellissima notizia per Faenza e tutta l’Emilia-Romagna: aggiungiamo un altro importante tassello alla rete di circuiti e centri di formazione della Motor Valley, che sarà in grado di richiamare sportivi e appassionati delle due ruote grazie anche alla centralità della sua posizione- commenta l’assessore alla Mobilità e al Turismo Andrea Corsini-. Il nuovo crossodromo è un progetto di qualità che è stato in grado di intercettare i fondi nazionali del PNRR e che sarà ancora più impreziosito dalla gestione ventennale di Andrea Dovizioso, uno dei grandi campioni dell’Emilia-Romagna che ha sempre dato la sua disponibilità alla Regione per importanti iniziative nel sociale”.
Il progetto della nuova pista, che prenderà il nome di “04 Park – Monte Coralli”, prevede l’ampliamento delle strutture sportive e dei relativi servizi di ospitalità, oltre a una nuova pista con elevati standard di qualità per piloti di ogni livello: tutte caratteristiche che permetteranno la nascita di un futuro Centro tecnico federale FMI dedicato al fuoristrada, frutto di un protocollo d’intesa sottoscritto tra il Comune di Faenza e la Federazione. Il Centro ospiterà un ufficio, un’aula didattica e un ricovero moto che saranno utilizzati per la formazione di piloti e tecnici.
Via libera in Assemblea legislativa al Bilancio di previsione 2023 e triennale al 2025 della Regione, definito sulla base di un progetto di legge predisposto dalla Giunta e approvato oggi in Aula.
Una manovra complessiva da 13 miliardi e 337 milioni di euro, di cui 9 per la sanità in attesa dell’accordo sul riparto del Fondo sanitario nazionale, con 500 milioni di euro in più rispetto al 2022 per rafforzare servizi di cura e la rete territoriale.
Un bilancio che lascia invariate le tasse regionali per l’ottavo anno consecutivo, alleggerendo anzi il carico fiscale attraverso la conferma di diverse misure che comportano risparmi concreti pari a 100 milioni di euro l’anno per i cittadini.
E che assicura l’equilibrio finanziario e la tenuta del sistema sanitario regionale, con l’aggiunta di risorse regionali per 100 milioni, di cui 15 milioni già sul 2022 e 85 milioni proprio nel bilancio 2023, con la costituzione di un apposito fondo. Uno sforzo straordinario – complessivamente un miliardo di euro nel triennio 2020-22 – nel momento in cui è aperto il confronto col Governo per la copertura da parte dello Stato delle spese Covid sostenute dalle Regioni e lo stanziamento di fondi per far fronte al rincaro dei costi energetici, che pesa sulle strutture sanitarie e ospedaliere.
Manovra che esce rafforzata dal lavoro in Aula, a seguito delle proposte dei Gruppi consiliari e al confronto con la Giunta.
A partire dall’impegno per misure condivise, e risorse aggiuntive per 700 mila euro, per sostenere interventi urgenti a favore delle associazioni di volontariato, dei circoli culturali e ricreativi presenti sul territorio regionale e in difficoltà a causa del caro bollette.
Un bilancio di previsione che ha dovuto fare i conti, dopo lo shock dell’emergenza Covid degli anni scorsi, con costi energetici crescenti, un’inflazione a doppia cifra e scenari geopolitici ed economici internazionali tra i più instabili degli ultimi decenni.
“Una manovra che consideriamo virtuosa, un argine solido per l’intero sistema emiliano-romagnolo in un momento di grandi difficoltà comuni a tutti, dovute alle conseguenze della guerra scatenata dalla Russia in Ucraina e al dover uscire da due anni di pandemia- affermano il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e l’assessore al Bilancio, Paolo Calvano-. Col Bilancio investiamo nel lavoro e nelle reti di protezione sociale, sosteniamo le imprese che innovano e creano buona occupazione, perché non ci vogliamo arrendere alla crescita zero prevista nelle stime economiche per il 2023. Questo, nonostante il grande sforzo che siamo chiamati a fare sulla sanità, in attesa di definire col Governo, insieme a tutte le Regioni, la copertura dei costi Covid sostenuti e interventi sul caro bollette che colpisce anche ospedali e strutture sanitarie, così come i bilanci degli enti locali”.
“Tutto ciò- chiudono Bonaccini e Calvano– è stato reso possibile anche grazie a un’attenta e oculata gestione delle risorse regionali che abbiamo messo in pratica in questi anni. E al contributo di idee arrivato da tutti i Gruppi consiliari”.
I punti principali della manovra È un Bilancio che prevede nel triennio una spesa per investimenti (+500 milioni rispetto al 2022) pari a oltre 2,3 miliardi di euro (di cui oltre 1 miliardo solo il prossimo anno) sanità e welfare, transizione ecologica e digitale, imprese e lavoro, scuola e università, difesa del suolo e messa in sicurezza del territorio, turismo, cultura e sport.
Una spinta importante che arriva soprattutto dalla forte accelerazione nella spesa dei fondi europei nel triennio 2023-2025 (in questi 3 anni si concentra il 67% dell’intera programmazione settennale 2021-2027) con una dotazione di cofinanziamenti a carico del bilancio regionale che raggiunge i 408 milioni, che consentiranno di finanziare misure per quasi due miliardi di euro.
Un’accelerazione volta a utilizzare entro il 2025 una quota consistente dei fondi comunitari, per dare una risposta strutturata alla crisi energetica, alla necessità di innovazione e investimento delle imprese e degli enti locali e all’implementazione di importanti politiche del lavoro, della formazione, della green economy, dell’agricoltura e dello sviluppo economico.
A questi si aggiungono gli investimenti del Pnrr che oggi in Emilia-Romagna hanno toccato 5,4 miliardi di euro di contributi, con una media per ciascun cittadino emiliano-romagnolo di oltre 1.200 euro.
Per l’ottavo anno consecutivo, invariate le tasse regionali alleggerendo anzi il carico fiscale attraverso la conferma di diverse misure che comportano risparmi concreti per i cittadini: uno sgravio per chi vive, lavora e studia in Emilia-Romagna superiore ai 100 milioni di euro per il prossimo anno. Questo grazie all’esenzione dal ticket nazionale da 23 euro sulle prime visite specialistiche per le famiglie numerose (8,5 milioni l’anno), Bus e treni regionali gratuiti per gli studenti fino a 19 anni con Isee familiare non superiore ai 30mila euro, e bus urbani sempre gratuiti nelle città di inizio e/o fine viaggio per i pendolari che hanno l’abbonamento annuale ai treni regionali (6 milioni). Quindi abbattimento delle rette dei nidi, fino alla copertura del 100% delle borse di studio universitarie, 30 milioni nel 2023, che saliranno a 34 milioni nel 2024 e a quasi 34 milioni di euro nel 2025.
L’Emilia-Romagna è la prima regione in Italia nell’assicurare le prestazioni sanitarie ai propri cittadini non solo nel decennio 2010-2019, come certificato dalla Fondazione Gimbe, ma conferma questa posizione anche nel 2020 e 2021, anni della pandemia, secondo i dati a disposizione dell’assessorato regionale alle Politiche per la salute. A certificare il primato per il 2010-2019 è appunto l’Osservatorio della Fondazione Gimbe che oggi ha reso pubblico il report “Livelli essenziali di assistenza: le diseguaglianze regionali in sanità”. Il report analizza la capacità di promuovere e garantire da parte delle Regioni l’effettiva erogazione dei servizi sanitari, valutandone l’uniformità sul territorio nazionale.
In questa particolare graduatoria l’Emilia-Romagna si posiziona in testa, con il 93,4% di adempimento (migliorando dello 0,6% il dato della precedente rilevazione del 92,8%), davanti alla Toscana (91,3%) e al Veneto (89,1%).
“Il report Gimbe certifica la qualità della sanità pubblica dell’Emilia-Romagna -commenta l’assessore alle politiche per la Salute, Raffaele Donini-. Una tendenza che si è confermata anche durante la pandemia nel 2020 e 2021. Nonostante il Covid abbia colpito l’Emilia-Romagna in misura maggiore rispetto alla quasi totalità delle altre regioni, infatti, siamo riusciti a mantenere un livello dei servizi superiore alla media italiana su tantissimi fronti, dai posti letto ai ricoveri urgenti, dalla vaccinazione agli screening, solo per citare i contesti più noti. Le difficoltà sono ancora tante, soprattutto in riferimento alla carenza di personale sanitario e alla sostenibilità politica del sistema – continua l’assessore – ma la sanità pubblica della nostra regione, grazie all’organizzazione delle Aziende sanitarie e alla competenza e alla dedizione dei nostri professionisti, sta dimostrando ancora una volta una grande capacità di rispondere ai bisogni dei cittadini anche in un periodo così complesso. Le difficoltà di bilancio delle regioni, in particolare quelle più colpite dal Covid e con maggiori costi energetici per la significativa diffusione sul territorio delle strutture di sanità pubblica come nel caso dell’Emilia-Romagna, devono essere affrontare e risolte insieme al governo per mantenere un adeguato livello dei servizi. Nei prossimi mesi concentreremo ogni sforzo per la riduzione dei tempi d’attesa per le visite specialistiche, prestazioni diagnostiche e interventi chirurgici, e promuoveremo riforme di sistema ad iniziare da quella dell’emergenza-urgenza”.
I dati regionali sugli anni della pandemia
Secondo i dati elaborati dall’assessorato sulla base del portale Covid-19 AGENAS, la Regione Emilia-Romagna ha fatto meglio della media italiana per 15 indicatori su 19, garantendo per esempio i servizi di screening, i ricoveri urgenti e gli interventi per tumori, nonostante sia stata colpita dal Covid per un 10% in più rispetto alla media nazionale. I medici impiegati dal SSN in regione (fonte: Ragioneria dello Stato) sono cresciuti del 4,2% (Italia:-2%), gli infermieri del 5,8% (Italia: +1%), gli operatori socio sanitari del 18,7% (Italia: -2%). All’orizzonte però c’è un turnover importante, che prevede nei prossimi dieci anni il 33% dei medici e il 19% degli infermieri in uscita.
Sul fronte della dotazione dei posti letto ospedalieri, nel 2021 la Regione è riuscita anche a garantire i livelli richiesti dal decreto ministeriale 70, quindi 3,21 posti letto per acuti ogni mille abitanti (la richiesta del decreto è 3,19, quindi la RER segna + 0,2).
Anche nella prevenzione vaccinale l’Emilia-Romagna fa sempre meglio della media nazionale (la copertura vaccinale antinfluenzale nella popolazione emiliano-romagnola over 65 anni è del 65,1% rispetto al 58,1% italiano). Nelle coperture vaccinali obbligatorie previste dalla L.119/2017 la Regione fa meglio della media nazionale 8 volte su 8. Si confermano ottimi anche i risultati relativi allo Screening del tumore della mammella, cervice uterina e colon-retto.
I dati sperimentali sul nuovo sistema di garanzia: Emilia-Romagna sempre al vertice
Dal 1^ gennaio 2020 la griglia utilizzata dal ministero per valutare i Lea è stata sostituita dal Nuovo sistema di garanzia (Nsg), con un nuovo gruppo di 22 indicatori fondamentali. Considerato che alla data di pubblicazione del report Gimbe non è ancora disponibile il report adempimenti Lea 2020, sono stati analizzati i risultati della sperimentazione 2019. Il Nsg considera adempienti le Regioni che raggiungono la sufficienza su tutte e tre le aree di assistenza: prevenzione, distrettuale e ospedaliera. Dalla sperimentazione, sommando i punteggi ottenuti nelle tre aree, secondo il Gimbe emerge una classifica in cui la Regione Emilia-Romagna si conferma in prima posizione.
Il Report dell’Osservatorio Gimbe “Livelli essenziali di assistenza: le diseguaglianze regionali in sanità” è disponibile al seguente link: www.gimbe.org/LEA_2010-2019
Accordo regionale tra Federfarma ER e Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UilTuCS dell’Emilia-Romagna sulle farmacie convenzionate per contrastare il caro bollette. I datori di lavoro riconosceranno al personale delle farmacie private dell’Emilia-Romagna un importo di 250 euro entro la prima mensilità utile, in proporzione ai mesi di servizio svolti nel 2022. Per i lavoratori part time l’importo sarà proporzionale alle ore contrattuali e comunque arrotondato a 100 euro per gli importi inferiori a tale cifra.
Un’intesa ritenuta dalle parti “indifferibile”, vista “l’esigenza di adottare interventi volti a fronteggiare i crescenti costi che gravano sulle famiglie anche a causa dell’aumento esorbitante delle bollette dell’energia elettrica e del gas naturale”.
Un modo – recita l’accordo – “per restituire, per quanto possibile, nell’immediato la necessaria serenità operativa ai farmacisti dipendenti e a tutto il personale che presta la propria attività lavorativa all’interno delle farmacie dell’Emilia Romagna”.
Il prossimo incontro tra le parti è previsto entro il mese di febbraio 2023. Appuntamento che servirà a verificare gli esiti dell’intesa, ma nello stesso tempo a sollecitare un nuovo accordo con la Regione in materia di distribuzione del farmaco e ad aprire il confronto per il rinnovo del contratto integrativo regionale, anche alla luce del recente rinnovo del CCNL.
Il Comune di Fiorano Modenese ha aderito anche quest’anno al bando per il Servizio Civile Universale, per dare la possibilità a 6 ragazzi e ragazze tra i 18 e i 28 anni di partecipare ad attività in ambito educativo e culturale, sul territorio comunale.
Saranno cinque le collaborazioni, da avviare nel 2023, all’interno del progetto “Aiutare per crescere 2022”, che vedrà l’assegnazione di quattro giovani presso il Servizio Istruzione del Comune (codice sede 168066) e uno presso Centro Giovani Casa Corsini (codice sede 167869). La sesta collaborazione riguarderà il progetto “Biblioteche e musei luoghi della cultura 2022” e si svolgerà al BLA (codice sede 167799)
La sintesi dei progetti e maggiori informazioni si trovano nella sezione dedicata al Servizio Civile Universale del sito del Comune, raggiungibile dalla home page.
La durata del servizio è di 12 mesi, per complessive 1.145 ore. Ai volontari sarà riconosciuto un assegno mensile netto di 444,30 euro.
Il Servizio Civile Universale è la scelta volontaria di dedicare alcuni mesi della propria vita al servizio di difesa non armata e non violenta della Patria, all’educazione, alla pace tra i popoli e alla promozione dei valori fondativi della Repubblica italiana, attraverso azioni per le comunità e per il territorio.
Le domande si possono presentare, esclusivamente online tramite la piattaforma nazionale DOL, entro le ore 14.00 del 10 febbraio 2023, collegandosi al sito https://domandaonline.serviziocivile.it/, con credenziali SPID.
Per avere tutte le informazioni necessarie relative al bando è attivo il sito https://www.politichegiovanili.gov.it/.
Martedì 17 gennaio alle ore 18 si terrà un incontro online aperto a tutti i giovani che volessero maggiori informazioni: per iscrizioni e ricevere il link mandare un’email a reggioemilia@ascmail.it
Per informazioni rivolgersi al Servizio Istruzione: letizia.ciocci@fiorano.it, tel. 0536 833407.
Il Servizio Istruzione riceve su appuntamento dal lunedì al venerdì ore 8.30 -13.30, il giovedì orario continuato 8.30-18.00.
Nessun aumento di imposte e tariffe comunali, nemmeno per compensare l’aumento dell’inflazione (che costa oltre 300mila euro all’amministrazione): una scelta che nei fatti riduce l’incidenza relativa del costo dei servizi comunali sui bilanci delle famiglie. E’ un bilancio preventivo senza alcun aumento per l’ottavo anno consecutivo quello approvato dal Consiglio comunale di Formigine, che contiene anche alcune scelte precise per supportare le famiglie più bisognose in difficoltà: fra le altre, l’azzeramento completo dell’addizionale comunale all’IRPEF per i redditi fino a 10mila euro, oltre all’azzeramento dell’IMU per chi decide di mettere a disposizione alloggi per l’affitto sociale in convenzione con l’amministrazione comunale.
Il contesto in cui si è composto il conto economico preventivo di Comune e Formigine Patrimonio risulta complicato dal ben noto aumento dei costi per utenze, nonché dall’aumento degli oneri finanziari. Aumentano anche gli impegni per i nidi di infanzia che – in virtù dei nuovi posti attivati – salgono di circa 250mila euro rispetto alla previsione 2022. Sul fronte entrate, si rivelano più positivi del previsto gli andamenti e le previsioni del gettito di addizionale comunale, IMU su aree fabbricabili, sanzioni per violazioni al codice della strada e concessioni edilizie. Complessivamente il totale a pareggio del previsionale 2023 quota 47 milioni di euro, con l’indebitamento complessivo dimezzato in dieci anni (dal 2014 25 milioni di euro in meno, saranno circa 27 a fine 2023) e il patrimonio immobiliare della comunità che si consolida a 235,5 milioni di euro, con una crescita di 31,5 milioni (più 15%) in dieci anni. Molto sostanzioso anche il piano investimenti 23/25 che prevede di realizzare opere e progetti per 23 milioni in tre anni: nuove scuole Prampolini a Casinalbo, ristrutturazione di Casa del Custode a Villa Gandini e torre dell’acquedotto i tre principali investimenti del prossimo anno a cui si affiancano un milione per manutenzioni di strade, ciclabili, giochi e arredo urbano.
“Le condizioni economiche sono difficili, fra inflazione e caro bollette – sottolinea il Sindaco Maria Costi – ma questo bilancio contiene alcune scelte di supporto deciso alle famiglie in difficoltà come quelle su IRPEF e IMU, la centralità dei servizi alla persona con l’aumento dell’offerta per sociale e istruzione, l’aumento a 23 milioni nel triennio degli investimenti, con priorità chiara per sicurezza sismica e risparmio energetico negli edifici pubblici e scuole. Tutto cercando di tenere in ordine i conti, con il dimezzamento del debito in dieci anni e il contestuale aumento costante del valore del patrimonio del comune”. L’aula a fine lavori ha anche approvato una mozione a tema “sostegno alla petizione di Coldiretti contro il cibo sintetico”, il cui dispositivo richiede al Sindaco di “firmare e sostenere la petizione promossa da Coldiretti contro il cibo sintetico e tutte le iniziative di sensibilizzazione al riguardo sostenute dal mondo agricolo, accademico e scientifico finalizzate a richiamare l’attenzione sui rischi della diffusione del cibo da laboratorio”.
Dopo aver destinato fondi comunali per aiutare le famiglie a fronteggiare il caro bollette, l’amministrazione di Albinea ha pensato ai soggetti e alle associazioni del terzo settore, anch’essi in difficoltà di fronte all’aumento delle utenze di gas e luce.
Ecco allora che è stato pubblicato un bando al quale sono stati destinati 68.350 euro e che si svilupperà in forma di contributi la cui entità verrà stabilita in base al numero delle domande pervenute.
Il regolamento su chi sia autorizzato a presentare la domanda è disponibile sul sito del comune di Albinea (www.comune.albinea.re.it). La scadenza per fare richiesta del contributo sono le ore 12 di venerdì 30 dicembre 2022.
“Il caro energia’ sta mettendo in difficoltà tante famiglie, ma anche le realtà associative e del sociale. – spiega l’assessore al Sociale Roberta Ibattici – Si tratta di realtà che sono preziose per la nostra comunità, perché giocano un importante ruolo nell’offrire aiuto a chi si trova in condizione di maggiore fragilità, oppure perché sono punti di riferimento e luoghi di relazione tra le persone, come il caso dei circoli sociali. Questo stanziamento è significativo, e intende sostenere queste attività e luoghi che consideriamo patrimonio di tutta la comunità albinetana”.
Per ulteriori informazioni è possibile contattare gli uffici Area Finanziaria-Tributi 0522/590217 – 0522/590264 (E-mail: tributi@comune.albinea.re.it) e l’Area Servizi Culturali, Educativi e Sportivi 0522/590263 (E-mail: f.franceschini@comune.albinea.re.it).
Stefano Bonaccini (Copyright immagine: Regione Emilia Romagna A.I.C.G. Autore Pietro Ballardini)
Emilia-Romagna sempre più centro d’eccellenza internazionale per la ricerca, la scienza, l’intelligenza artificiale e i big data: il Consiglio dell’Università delle Nazioni Unite (UNU) ha accolto la proposta della Regione, presentata insieme al ministero degli Affari Esteri nel dicembre 2020, di istituire al Tecnopolo di Bologna una nuovo istituto della United Nations University dedicato ai Big Data e Intelligenza Artificiale per la Gestione del Cambiamento dell’Habitat Umano – IBAHC.
Lo ha annunciato, durante l’incontro di fine anno con i giornalisti, il presidente Stefano Bonaccini, a cui il rettore UNU, David M. Malone, ha comunicato ufficialmente in una lettera la decisione assunta nella 78esima seduta del Consiglio dell’Università Onu: un via libera che chiude con parere positivo l’istruttoria tecnica avviata sul progetto della Regione, definito insieme all’Ateneo di Bologna, e presentato dalla Farnesina per conto dell’Emilia-Romagna.
“Una notizia straordinaria, che giunge a due anni esatti dalla proposta avanzata d’intesa con il ministero degli Esteri di candidare l’Emilia-Romagna e il Tecnopolo di Bologna come sede dell’Università delle Nazioni Unite dedicata allo studio dei cambiamenti dell’habitat umano indotti dal cambiamento climatico- sottolinea il presidente Bonaccini-. Nella nostra regione e in Italia arriveranno ricercatori, esperti e conoscenze davvero uniche, che si aggiungeranno a infrastrutture già oggi di portata internazionale assoluta come il supercomputer Leonardo e il Data Center del Centro Meteo europeo. Un risultato di squadra, raggiunto grazie all’approfondito lavoro svolto con le tante istituzioni coinvolte e con il fondamentale supporto dell’United Nations University, e che conferma ancora una volta l’Emilia-Romagna come centro d’eccellenza a livello internazionale per le attività di ricerca, scienza, intelligenza artificiale e big data. E con la nostra regione il Paese”.
Secondo il presidente, è grazie all’ecosistema accademico, culturale e produttivo del territorio regionale – che mette insieme università, centri di ricerca, cluster per l’innovazione e infrastrutture- che la Data Valley dell’Emilia-Romagna diventa sempre più attrattiva e capace di mettere le proprie competenze a servizio delle sfide future.
“Insieme all’assessora Salomoni e allo staff tecnico dell’assessorato che ha attivamente contribuito al progetto, insieme al rettore Molari e all’Ateneo di Bologna- aggiunge Bonaccini- desidero ringraziare l’allora ministro Di Maio, il Consiglio di UNU, il rettore dell’Università e il Segretario generale delle Nazioni Unite per la fiducia che hanno dimostrato verso l’intero ‘sistema Emilia-Romagna’. E ringrazio l’attuale ministro degli Esteri, Tajani, col quale siamo già lavoro per realizzare le condizioni che adesso dovranno portare all’arrivo della Università Onu in Italia al Tecnopolo di Bologna”.
Cosa farà l’Istituto UNU “Big Data e Intelligenza Artificiale per la Gestione del Cambiamento dell’Habitat Umano”- IBAHC
Il nuovo istituto, che avrà come partner istituzionale l’Università di Bologna e opererà nel contesto accademico che comprende tutti gli Atenei con sede in Emilia-Romagna – l’Università di Ferrara, Modena e Reggio Emilia, Parma, Cattolica di Piacenza e Politecnico di Milano – potrà anche contare sul sostegno del Centro per la Conservazione del Patrimonio Sostenibile (SHeC) dell’Università per Stranieri di Perugia e della Rete delle Cattedre Unesco del Mediterraneo.
Utilizzerà il supercalcolo, i Big data e l’Intelligenza Artificiale per studiare i cambiamenti dell’habitat umano indotti dal climate change, con un’attenzione specifica ai complessi problemi del Global South e alle trasformazioni sociali, economiche e culturali che si stanno verificando come conseguenza di una serie di fattori quali l’urbanizzazione, le migrazioni internazionali e interne, le sfide e le opportunità sociali ed economiche generate dall’innovazione tecnologica.
Dinamiche complesse, che corrispondono a molti degli obiettivi dell’Agenda Onu 2030 per lo sviluppo sostenibile e che assumono un interesse particolare se riferite all’area del Mediterraneo, che costituisce un sistema ambientale unico a livello globale, per le sue caratteristiche geografiche, il suo ambiente naturale, le sue società e le sue culture.
Centrale per l’Istituto sarà lo sviluppo di attività innovative, intersettoriali e transdisciplinari di ricerca e istruzione superiore in una duplice prospettiva.
La prima riguarda la necessità di anticipare le conseguenze del cambiamento climatico sulle società e sulle comunità umane in tutti i suoi aspetti fisici, socioeconomici, culturali e sanitari.
La seconda chiama in causa il ruolo che le nuove tecnologie, in particolare l’elaborazione ad alte prestazioni (HPC) possono giocare nella comprensione e nella valutazione di complessi problemi globali, grazie a potenti simulazioni e analisi di grandi quantità di dati. La combinazione delle due prospettive consentirà agli scienziati di svolgere attività di ricerca e istruzione di alta qualità basata sui dati, nel campo della sostenibilità e dei cambiamenti climatici, per fornire consulenza scientifica indipendente e sostegno alle politiche per lo sviluppo sostenibile globale e affrontare le sfide delle transizioni verdi e digitali.
L’IBAHC esplorerà prospettive rivoluzionarie a supporto di nuove sinergie per il collegamento di competenze, laboratori e infrastrutture R&I a livello globale; l’obiettivo sarà quello di comprendere e anticipare l’impatto sociale dei cambiamenti climatici nel contesto delle sfide scientifiche, tecnologiche, industriali, ambientali, sociali ed economiche future ed emergenti legate alla transizione verso un pianeta più sostenibile per migliorare la sicurezza, il benessere e la prosperità globali.
Assieme al Centro delle Nazioni Unite per la resilienza delle coste ai cambiamenti climatici, che sarà ospitato nel Tecnopolo a partire dal 2024, l’infrastruttura bolognese si candida dunque a diventare motore di studio e di ricerca mondiale sul climate change, in perfetta sintonia con quanto previsto dal Patto per il lavoro e per il clima: la tecnologia, i big data e l’intelligenza artificiale vengono messi a disposizione per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030.
Il via libera dell’Onu
Nella lettera inviata al presidente Bonaccini, si sottolinea come lo studio di scopo presentato da Regione e Università degli Studi di Bologna non solo è stato approvato, ma elogiato dal Consiglio di UNU. Una proposta dettagliata che prendeva in esame tutti gli elementi necessari per la realizzazione dell’ambizioso progetto, dalla visione agli obiettivi, dai risultati attesi alla strategia di organizzazione e attuazione, dalle tipologie di attività al budget, fino alla valutazione e alla rendicontazione.
Così come sono stati espressi apprezzamento e gratitudine all’Emilia-Romagna e alle autorità nazionali per il forte interesse dimostrato nell’ospitare un Istituto dell’Università delle Nazioni Unite, per le attività svolte e l’impegno assunto, anche finanziario.
La Regione, infatti, ha già stanziato nel bilancio triennale 2023-2025 le risorse necessarie per garantire l’avvio dell’Istituto e la gestione per i prossimi tre anni: 5 milioni di euro, di cui uno per il 2023 e due sia il 2024 che per il 2025; la Regione, inoltre, ha stanziato i fondi per il recupero degli spazi all’ex Manifattura Tabacchi dove è sorto il Tecnopolo, futura casa dall’Università Onu. Dal canto suo, il ministero degli Affari Esteri ha ribadito la massima disponibilità ad assicurare i fondi per la sostenibilità a lungo termine della prestigiosa struttura universitaria.
Confermato naturalmente l’impegno, da parte dell’Università di Bologna, di CINECA, degli Atenei regionali e della Regione, a garantire un sito autorevole e funzionale proprio nel cuore del Tecnopolo, dove è già attivo il Data Center del Centro Meteo Europeo per le previsioni a medio termine e dove meno di un mese fa è stato inaugurato alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella il supercomputer europeo Leonardo: infrastruttura gestita da Cineca che offre una potenza di calcolo senza precedenti nel nostro Paese – l’80% di quella italiana e oltre il 20% di quella europea – e che è già al servizio non solo del territorio e dell’Italia, ma dell’Unione Europea.
Non solo, perché l’Università di Bologna all’interno del Tecnopolo ospiterà il ‘Decade Collaborative Center-DCC Coastal Resilience’ il Centro delle Nazioni Unite per la resilienza delle coste ai cambiamenti climatici, finanziato dalla Regione con 2 milioni di euro.
Approvato lo studio di scopo e il Protocollo di intesa tra Regione e Università delle Nazioni Unite, il Consiglio ha autorizzato il Rettore dell’UNU a negoziare un accordo con il Paese ospitante e un accordo bilaterale con le autorità italiane: questi saranno dunque i prossimi passaggi formali per la realizzazione del progetto.
La giunta di Sassuolo ha deciso di uscire dalla rete dei Comuni aderenti ad Avviso Pubblico, associazione che si occupa di antimafia, anticorruzione e legalità in tutta Italia. La scelta operata dalla giunta che governa la nostra città è incomprensibile considerando fra l’altro che tutti i report nazionali illustrano la forte probabilità di un aumento delle infiltrazioni mafiose per le opere legate al Pnrr e per la ripresa economica generale. Peraltro il territorio di Sassuolo e le province di Modena e Reggio sono tuttora coinvolte in indagini riguardanti il caso Aemilia, il processo Grimilde, le sue ramificazioni d’indagine e ad altre infiltrazioni mafiose più locali, comunque gravi.
Giudichiamo quindi inopportuna e deleteria la decisione della giunta, la quale a sua giustificazione ha addotto l’assenza di tempo da dedicare al tema. La criminalità si combatte prima di tutto con la diffusione della cultura della legalità, con la prevenzione e con la collaborazione continua fra reti locali e nazionali specializzate al contrasto di questi fenomeni.
Questa è l’ennesima decisione isolazionista della giunta che impoverisce e indebolisce la nostra comunità. Nell’ultimo Consiglio comunale di Sassuolo, peraltro, sono state pronunciate dal sindaco Menani parole oltraggiose nei confronti dell’associazione Avviso Pubblico e nei confronti anche della ex sindaca di Capo Rizzuto. Il sindaco ha pubblicamente dichiarato che l’associazione è politicamente schierata e che è composta da ‘trombati politici che hanno bisogno di lavoro’. Le sue parole sono state registrate nel corso del Consiglio e possono essere ascoltate da chiunque. Sono parole e giudizi inaccettabili, ancor più perché pronunciate da chi riveste un ruolo istituzionale rappresentativo di tutti i cittadini.
Ad Avviso Pubblico partecipano Comuni di tutta Italia guidati da giunte politicamente variegate. L’antimafia non è né di destra né di sinistra. Combattere la cultura mafiosa dovrebbe essere un valore condiviso da tutte e da tutti, perché è nell’interesse dello Stato e di tutti i cittadini, a prescindere dall’appartenenza politica. Tutti i partiti quindi e le associazioni hanno il dovere di fare squadra contro la malavita organizzata senza se e senza ma. Il sindaco Menani ha rivendicato come decisione politica la scelta di uscire da Avviso Pubblico, peraltro ponendosi in contrasto con amministratori locali di destra e anche appartenenti al suo partito. Il silenzio degli altri membri della giunta è inquietante.
Il sindaco Menani, a giustificazione della scelta, ha richiamato anche il caso della ex sindaca di Capo Rizzuto Carolina Girasole, un tempo partecipante ad Avviso Pubblico che a dire del sindaco Menani è stata arrestata in quanto collusa con la mafia. Carolina Girasole dopo sette anni di macchina del fango è stata assolta in via definitiva dalla Cassazione, ma questo il sindaco non lo ha precisato. Il sindaco Menani ha pure richiamato la questione che aveva coinvolto un ex consigliere del Pd lanciando velate allusioni verso i banchi dell’opposizione, dimenticando volutamente che l’ex consigliere è stato assolto con formula piena da tutte le accuse ‘perché il fatto non sussiste’.
Il Pd Sassuolo ritiene che associazioni come Avviso Pubblico e la collaborazione continua fra le amministrazioni e le reti civiche siano fondamentali per prevenire e per acquisire strumenti utili per combattere attività illegali sul territorio. Chiediamo fermamente che la giunta riveda la propria decisione e che il sindaco Menani si scusi per le sue parole offensive e irrispettose nei confronti dell’associazione e verso le persone che ha citato, ma anche verso quelle che prestano il loro tempo e le loro energie al contrasto quotidiano alla criminalità non solo politici, magistrati e forze dell’ordine, ma anche associazioni ed imprenditori che sono parte fondamentale per il contrasto alla mafia.
Super droniper missioni civili “impossibili”, ad alte prestazioni, con caratteristiche superiori agli standard commerciali di mercato. Velivoli controllati da remoto, in grado di effettuare ispezioni e rilievi in ambienti critici, per esempio nucleari, muniti di capacità innovative per il monitoraggio ambientale e supportati da avanzati sistemi di acquisizione e archiviazione di big data. Ma anche un’Accademia di volo per l’addestramento teorico e pratico di Apr, Aeromobile a pilotaggio remoto, aperta anche al pubblico, con relativo campo scuola, autorizzata e certificata dall’Enac.
Sono i risultati del progetto Exadrone, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna con 581.000 euro su un totale di 775.000 euro, nell’ambito di un protocollo d’intesa sottoscritto tra Enea, Regioni Emilia-Romagna e Toscana. L’attività è stata svolta nei laboratori del Centro di Ricerca Enea del Brasimone di Camugnano, sull’Appenino bolognese, dove è anche stata realizzata l’Accademia di volo.
“L’utilizzo dei droni è la grande sfida della mobilità futura ma già oggi consente rilevazioni in settori impensabili fino a pochi anni fa. I risultati della ricerca sul progetto Exadrone- ha commentato l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla– rappresentano una svolta per le indagini in ambiti critici, confermando il Brasimone come un centro di ricerca tecnologica avanzata di livello internazionale, capace di sperimentazioni in grado di portare innovazione sia in ambiti civili che industriali. Qui vogliamo continuare ad attirare le migliori intelligenze e lavorare su progetti di qualità per lo sviluppo futuro dell’Emilia-Romagna e del nostro Paese”.
L’iniziativa nasce nell’ambito di un protocollo d’intesa sottoscritto tra Enea e le Regioni Emilia-Romagna e Toscana. Intesa che punta a favorire lo sviluppo del Centro Brasimone con la prospettiva di un più ampio utilizzo delle sue strutture nonché stimolare l’attivazione di accordi di collaborazione con Università e centri di ricerca locali e internazionali. Ma anche attrarre investimenti di istituzioni di ricerca e imprese operanti nella ricerca scientifica e nello sviluppo di tecnologie avanzate in sinergia con gli ambiti di ricerca del Centro, per lo sviluppo di un Polo scientifico e tecnologico di elevato rilievo internazionale.
Il progetto Exadrone è stato sviluppato in collaborazione da Enea e Metaprojects, un laboratorio di ricerca privato con sede nell’Appennino emiliano. Il progetto ha portato alla realizzazione di un Laboratorio automazione e controllo in cui realizzare e testare strumenti Lidar (Laser imaging detection and ranging) per monitoraggio ambientale e sensori per il monitoraggio nucleare e che comprende anche uno spazio dimostrativo interattivo fruibile anche per attività di didattica, di comunicazione e informazione al pubblico e a soggetti imprenditoriali.
Internamente al Centro Enea del Brasimone, inoltre, è stata realizzata l’infrastruttura per una Accademia di volo per l’addestramento teorico e pratico di pilotaggio di droni per operazioni critiche, aperto anche al pubblico con relativo Campo scuola di volo (1500 metri quadrati) e aree didattiche all’interno delle aree di proprietà Enea.
Enea, con il progetto Exadrone, è stata riconosciuta da Enac come “Unmanned aircraft system – Recognized entity (Uas-Re), potendo lavorare su tutti gli scenari critici e svolgere così una grande varietà di corsi sia alla Pubbliche amministrazioni che ai privati. A oggi è l’unica Uas-Re afferente alla Pa che riesce a coprire il più ampio spettro di scenari critici di addestramento, potendo sfruttare un campo scuola unico in Italia.
Metaprojects che dall’avvio del Progetto è presente stabilmente nel Centro Enea Brasimone come sede operativa, ne condivide con specifici accordi le attrezzature e le attività svolte nel ‘Laboratorio automazione e controllo’.
E’ online sul sito della Provincia di Modena il questionario rivolto agli Enti locali modenesi aderenti al progetto, che potranno così far conoscere alla Provincia di Modena i propri fabbisogni di assistenza tecnica e supporto operativo nell’ambito del protocollo “Italia Domani-Modena” per l’erogazione dei fondi Pnrr.
In particolare, lo scopo del questionario è quello di individuare e quantificare i fabbisogni di assistenza tecnica e supporto operativo, in termini di servizi volti a supportare la gestione e la rendicontazione dei progetti cofinanziati dal Pnrr e da altre fonti di finanziamento aggiuntive e i servizi di informazione, formazione e sostegno alla progettazione tecnica di nuovi interventi, nell’ambito della programmazione dell’Unione europea, nazionale e regionale 2021-2027.
Gli enti aderenti, che sono i 47 Comuni della provincia e sei Unioni comunali, potranno accedere al questionario direttamente dal sito della Provincia di Modena al link www.provincia.modena.it/enti-e-territorio/bando-italia-domani-modena/il-questionario-on-line-sui-fabbisogni-degli-enti-locali/ e compilarlo entro il 15 Gennaio 2023, così da fornire le indicazioni necessarie allo sviluppo di una seconda fase del bando Italia Domani-Modena, permettendo di individuare le tipologie di servizi e di sostegno finanziario necessario sia per gestire i progetti in corso sia per preparare nuovi progetti in vista di futuri bandi.
Il progetto “Italia Domani – Modena” è nato da un protocollo siglato lo scorso 11 febbraio dalle Fondazioni di Modena, Cassa di Risparmio di Mirandola e Vignola con la Provincia, a cui ha fatto seguito la pubblicazione del bando Italia Domani Modena per la presentazione di domande da parte degli Enti Locali sulle due linee di finanziamento: progettazione autonoma e progettazione assistita. Il bando, che non ha una scadenza predefinita e prevede una procedura di valutazione “a sportello” fino ad esaurimento dei fondi, è ancora attivo.
A un anno di distanza dalla presentazione di EBUS, il video broncoscopio con tecnica ultrasonografica, l’Ospedale presenta EUS, il corrispettivo video eco-endoscopio per l’Endoscopia Digestiva, che completa il sistema tecnologico donato dalla Fondazione. EUS sarà messo a disposizione dell’intera area Sud, dove questa particolare tecnica diagnostica e interventistica non è ancora presente.
Alla presentazione, avvenuta stamattina in ospedale, hanno preso parte alcuni sindaci del Distretto Ceramico (Maria Costi, Francesco Menani, Francesco Tosi e Luigi Zironi), il Presidente della Provincia di Modena Gian Domenico Tomei, la Direttrice Generale dell’Azienda USL di Modena Anna Maria Petrini e la Direttrice del Distretto Sanitario di Sassuolo, Federica Ronchetti oltre alla Presidente della Fondazione Ospedale di Sassuolo Onlus, Micol Pifferi, e alla Direzione dell’Ospedale.
Semplificando, si tratta di una nuova tecnica endoscopica molto versatile che migliora la diagnosi delle patologie gastro intestinali. Questa tecnica permette di eseguire una ecografia ad alta risoluzione “dall’interno” del tratto gastro intestinale grazie all’utilizzo di strumenti simili ai gastroscopi ma muniti di sonda ecografica sulla sommità, così da avere a disposizione – simultaneamente – l’immagine endoscopica e il corrispettivo ecografico. Grazie ad EUS è possibile studiare in modo molto accurato anche alcuni organi adiacenti, con un unico esame strumentale e poco invasivo per i pazienti. Il nuovo strumento garantirà l’esecuzione di almeno 200 procedure l’anno, intercettando le richieste di tutto il comprensorio Sud della provincia modenese. Grazie a un investimento di 70 mila euro da parte dalla Fondazione Ospedale di Sassuolo Onlus, EUS è già entrato in funzione.
Il suo utilizzo, in prevalenza, è destinato alla diagnosi e alla sorveglianza delle patologie oncologiche, ma anche allo studio di patologie benigne del pancreas e delle vie biliari e alla caratterizzazione delle cosiddette lesioni di parete. EUS, inoltre, può essere usato come strumento interventisticoper eseguireago-aspirati e ago-biopsie, ma anche drenaggi di raccolte fluide o infiammatorie o particolari trattamenti antidolorifici mirati. È disponibile, infine, un mezzo di contrasto specifico che migliora l’identificazione delle lesioni più piccole e contribuisce così ad una diagnosi sempre più accurata.
“Il nostro è un territorio ricco di imprese e imprenditori – dichiara il Sindaco di Sassuolo, Francesco Menani – che anni fa hanno saputo trasformare la terra rossa in posti di lavori, il lavoro quotidiano in ricchezza per tutta la comunità. Imprenditori che non si sono mai voltati dall’altra parte: hanno sempre vissuto in prima persona la città, coi suoi vantaggi ma anche con i suoi problemi, contribuendo in maniera determinante a risolverli. Quando il mondo produttivo, racchiuso nella Fondazione Ospedale di Sassuolo, guarda al benessere della città ed investe sulla salute, ottiene enormi risultati come questo nuovo strumento diagnostico unico in tutta l’area sud; a loro non può che andare la più sincera riconoscenza da parte dell’intera città di Sassuolo”.
“È un onore – sottolinea Micol Pifferi, Presidente della Fondazione Ospedale di Sassuolo Onlus – essere qui in questo momento di festa, ed è fortemente simbolico che oggi il nostro Ospedale si arricchisca di una nuova strumentazione. Natale è dono non di cose ma di Vita; diagnosi più puntuali e accurate significano vita. Un grazie a tutti colore che hanno donato tenendo caro il principio della cura”.
“Proprio in questi giorni, nel lontano 1978, nacque il Servizio Sanitario Nazionale – ricorda Stefano Reggiani, Direttore Generale dell’Ospedale di Sassuolo SpA. Si tratta di una data simbololica che oggi assume un valore particolare. Mai come ora, infatti, il sistema sanitario locale affronta sfide enormi e ostacoli veramente importanti. Investire in tecnologia, così come nella professionalità degli operatori sanitari, è una risposta efficace. Questo strumento conferma, inoltre, che il gioco di squadra è sempre vincente e che l’ospedale è un riferimento importante per i cittadini e la loro salute soprattutto quando fa ‘rete’ con gli altri servizi presenti sul territorio”.
«La casa dei rider dimostra che i protocolli sindacati-Comuni sono utili per migliorare le condizioni di lavoro di categorie tradizionalmente meno tutelate».
Lo afferma la segretaria generale della Cisl Emilia Centrale Rosamaria Papaleo commentando l’apertura del punto Città sicura, lo spazio in piazzale Natale Bruni a disposizione dei circa 400 ciclo-fattorini di Modena da dopodomani – venerdì 23 dicembre.
«Anche se si tratta di una sperimentazione limitata a tre sere la settimana e attiva fino alla fine di febbraio 2023, crediamo che la casa dei rider sia un primo importante passo –dichiara Papaleo – Per troppo tempo le condizioni di lavoro dei rider non sono state dignitose e per molti di essi non lo sono nemmeno oggi, visto che sono pagati sostanzialmente a cottimo in base al numero di consegne effettuate.
Proprio per migliorare le condizioni di lavoro noi della Cisl, insieme a Cgil e Uil, abbiamo firmato l’anno scorso dei protocolli d’intesa con alcuni Comuni.
Quello di Modena è il primo a dare attuazione pratica a questi accordi, offrendo ai rider uno spazio attrezzato al coperto particolarmente utile nella stagione fredda.
Ci auguriamo – conclude la segretaria generale della Cisl Emilia Centrale – che anche i Comuni di Carpi e Sassuolo possano presto mettere dei locali a disposizione dei rider, come prevedono i rispettivi protocolli sottoscritti l’anno scorso sul modello di quello con il Comune di Modena».
“I modenesi stanno riscoprendo il piacere di vivere il centro storico, il proprio quartiere e le vie dello shopping e che stanno raccogliendo l’invito di Confcommercio, rivolto anche quest’anno attraverso una massiccia campagna, a servirsi, per i regali di Natale, della rete di oltre 5 mila negozi della nostra Provincia: attività che garantiscono qualità, cortesia, tengono vive e sicure le nostre città, e sono un argine a possibili situazioni di degrado oltre che un punto di riferimento aggregativo e sociale per le nostre comunità”
Modena, 21 dicembre 2022 – Quattro modenesi su cinque faranno i regali di Natale, ma c’è oltre il 20% che non farà acquisti principalmente per risparmiare a causa del peggioramento della propria condizione economica o per l’aumento delle spese fisse a partire da quelle della bolletta energetica, che assorbirà una parte importante delle tredicesime; il 65% spenderà tra 100 e 300 euro, mentre 1 consumatore su 3 non supererà i 100 euro; in cima alla lista dei regali più diffusi si confermano i prodotti enogastronomici (70%), seguiti da giocattoli (50%), libri ed ebook (45%), abbigliamento (44%), prodotti per la cura della persona (40%); tra i regali che registrano l’incremento maggiore rispetto all’anno scorso si segnalano i prodotti per animali (+9%); per chi sceglierà di acquistare online i regali, si confermano in cima alla lista anche quest’anno carte regalo (78%) e abbonamenti streaming (75%).
E’ quanto emerge da un’indagine effettuata nei giorni scorsi da Confcommercio Modena.
“Il Natale 2022 – sottolinea Tommaso Leone, Presidente provinciale di Confcommercio Modena – sarà come gli ultimi due “figlio” di una eccezionalità: se nel caso del 2020 e del 2021 il Covid aveva fortemente condizionato l’andamento dei regali, quest’anno a pesare in modo decisivo ci sono l’inflazione e la crisi energetica”.
CANALI DI ACQUISTO
Internet, dopo il boom dello scorso anno, quest’anno rallenta per la prima volta dopo oltre 10 anni di crescita, confermandosi comunque il canale di acquisto principale per i regali di Natale (65%), seguono la distribuzione organizzata (60%) ed i negozi dei centri storici e dei quartieri, che fanno un balzo nelle preferenze dal 40 al 46%.
“Un dato positivo, quello dell’incremento degli acquisti presso i negozi di vicinato – sottolinea Leone – , segno che i modenesi stanno riscoprendo il piacere di vivere il centro storico, il proprio quartiere e le vie dello shopping e che stanno raccogliendo l’invito di Confcommercio, rivolto anche quest’anno attraverso una massiccia campagna, a servirsi, per i regali di Natale, della rete di oltre 5 mila negozi della nostra Provincia: attività che garantiscono qualità, cortesia, tengono vive e sicure le nostre città, e sono un argine a possibili situazioni di degrado oltre che un punto di riferimento aggregativo e sociale per le nostre comunità”.
BUDGET
Con riferimento al budget stanziato per i regali, aumentano i consumatori che hanno deciso di spendere meno di 300 euro (sono il 97% del campione a fronte del 94% dello scorso anno) e diminuisce dal 6% al 3% la quota di chi spenderà oltre 300 euro. Risultati che confermano l’attuale clima di incertezza dovuto ad aumenti dei costi energetici e dell’inflazione.
UTILIZZO DELLA TREDICESIMA
Tra coloro che percepiscono la tredicesima (il 70% dei consumatori modenesi), quasi un terzo la userà per affrontare spese per la casa e la famiglia, il 25% la metterà da parte, il 20% la userà per pagare tasse e bollette e solo il 15% la utilizzerà per acquistare i regali di Natale.
È stato ricevuto ieri pomeriggio in Municipio dalla Giunta Mattia, il giovanissimo volontario della Cri Sassuolo che, domenica mattina, ha salvato la vita ad una donna in centro.
Mattia, vista la donna in difficoltà, si è precipitato dalla signora che non riusciva a respirare, portandole soccorso. Ha iniziato subito il primo ciclo delle manovre di disostruzione, ma niente da fare, il boccone non si muoveva. Al secondo ciclo durante le manovre di Heimlich, ovvero le compressioni allo stomaco, finalmente il pezzo di brioche è uscito e la signora ha ripreso a respirare.
A Mattia, ricevuto in Municipio assieme al Presidente della Cri Sassuolo Carlo Alberto Venturelli, è stata consegnata una pergamena da parte della Giunta con i ringraziamenti a nome di tutta la città di Sassuolo.
Sovrappeso e obesità sono considerati fattori di rischio importanti per la salute che, se accompagnati ad altre patologie, peggiorano la qualità di vita e ne possono ridurre la durata.
Prevenire e curare queste malattie è l’obiettivo dell’Accordo di collaborazione siglato dalla Regione Emilia-Romagna con il ministero della Salute insieme ad altre otto Regioni italiane (Piemonte, Lombardia, Veneto, Lazio, Toscana, Campania, Puglia, Sicilia) per realizzare il progetto “Applicazione di percorsi preventivi diagnostico-terapeutico-assistenziali (PPDTA) per la gestione integrata dei soggetti in sovrappeso/obesi attraverso interventi mirati efficaci, appropriati e sostenibili partendo dalla rete sanitaria già esistente”.
Obiettivo del progetto è applicare una strategia di contrasto a sovrappeso e obesità basata su un approccio multidisciplinare, con un’ampia gamma di interventi coordinati ai differenti livelli delle patologie per prevenirne l’insorgenza, assicurare la precoce presa in carico dei soggetti a rischio o ancora allo stadio iniziale, e rallentarne la progressione. Inoltre, nel percorso proposto si prevede che anche i Dipartimenti di Prevenzione delle singole Regioni – in collaborazione con i Distretti sanitari e la medicina di base e specialistica – accanto alle misure di prevenzione e controllo delle malattie infettive e alle sorveglianze sugli stili di vita, abbiano un ruolo nella programmazione, attuazione e coordinamento di interventi utili a individuare le persone a rischio o già affette da obesità.
L’accordo prevede anche l’assegnazione all’Emilia-Romagna, in qualità di ente capofila, di un finanziamento di 415mila euro, da ripartire tra le Unità operative che partecipano, come enti attuatori, alla realizzazione del progetto: Azienda Usl di Reggio Emilia, Azienda Usl di Bologna e Irccs Azienda ospedaliero-universitaria di Bologna – Policlinico di Sant’Orsola.
“Il sovrappeso e l’obesità sono patologie che incidono profondamente sullo stato di salute delle persone, colpendo in maniera crescente anche le fasce più fragili della popolazione come bambini e anziani- sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini -. Vere e proprie malattie che richiedono interventi urgenti e incisivi per contrastarne la diffusione e favorire cure mirate per le diverse fasce di età. Con questo nuovo progetto- prosegue l’assessore- la Regione rafforza il proprio impegno in termini di prevenzione e presa in carico dei pazienti con gravi problemi di peso, mettendo a disposizione anche di altre regioni l’esperienza già maturata con il modello di intervento sui bambini, che ha ottenuto dall’Oms il riconoscimento di buona pratica europea”.
Oltre alle azioni progettate per rispondere ai differenti bisogni del paziente in sovrappeso o obeso nelle diverse fasce d’età, è prevista l’attività di formazione, che rappresenta un intervento trasversale e strategico essenziale. Elementi necessari dei percorsi formativi dedicati alla prevenzione del sovrappeso e dell’obesità riguardano la promozione di sani stili di vita, con particolare riferimento alla dieta mediterranea, competenze comunicativo-relazionali e tecniche di base del counselling motivazionale.
Nek tra la Direttrice Martone e il Presidente Pagano
Nella casa di reclusione di Castelfranco Emilia Babbo Natale ha il volto e la voce di Filippo Neviani, in arte Nek. Il celebre cantante sassolese, che quest’anno festeggia cinquant’anni di vita e trenta di carriera musicale, ha fatto visita ieri alla struttura in provincia di Modena in cui sono reclusi detenuti che devono scontare una pena superiore ai cinque anni.
Per queste persone il periodo natalizio è spesso un momento difficile, in quanto avvertono maggiormente la lontananza dai familiari e il peso dei propri errori.
«Come ha ricordato papa Francesco, è giusto che i detenuti paghino per gli sbagli commessi, ma è altrettanto giusto dare loro la possibilità di redimersi senza essere esclusi dalla società – afferma Francesco Pagano, presidente della cooperativa sociale Giorni Nuovi di Modena (aderente a Confcooperative Modena), costituita nel 2015 da cinque persone che prestano volontariato nelle carceri modenesi da una decina d’anni – Abbiamo pensato che in questi giorni di festa sia bello che personaggi famosi si rechino in luoghi come le carceri, mangino insieme ai detenuti e facciano sentire loro che sono vicini nel percorso di recupero».
A Castelfranco Giorni Nuovi ha collaborato con Prison Fellowship Italia, l’associazione che da alcuni anni realizza in contemporanea in venti carceri italiane il progetto “L’altra cucina” con camerieri di eccezione: attori, cantanti e sportivi.
Nek ha visitato gli spazi e i laboratori della casa di reclusione di Castelfranco (compreso l’ostificio gestito dalla cooperativa), ha premiato i detenuti che si sono distinti per le attività svolte, cantato e suonato con loro.
«Sono molto felice di essere qui e aver potuto finalmente accettare un invito ricevuto tanto tempo fa – dichiara Nek – Non sono io ad aver fatto un regalo ai detenuti, ma sono loro che l’hanno fatto a me».
«La vera finalità di questo evento è far trascorrere una giornata di allegria e spensieratezza ai nostri detenuti – conclude la direttrice della casa di reclusione Maria Martone – Vogliamo ricordare loro che esiste una vita oltre le sbarre e che è sempre possibile ricominciare».