Tra l’”archivio dei sensi” e il “teatro della ragione” esiste una potenza intermedia che consente all’uomo, “divino camaleonte” – secondo la definizione di Gian Francesco Pico della Mirandola – di proiettarsi nel futuro,
inventare il nuovo e costruire miti collettivi. E’ la fantasia, potenza evocatrice e creatrice, capace di anticipare ciò che ancora non si vede, di
rivaleggiare con la natura nella creazione di cose artificiali e mondi di finzione, di immaginare l’inimmaginabile.
Sarà questo il filo conduttore delle lezioni magistrali dell’ottavo Festival filosofia, in programma a Modena, Carpi e Sassuolo dal 19 al 21
settembre. Nelle piazze e nelle chiese delle tre città, grandi maestri del pensiero contemporaneo si confronteranno con il pubblico su alcuni grandi temi che spaziano dai neuroni a specchio alle grandi utopie collettive,
dall’architettura come luogo dell’immaginazione sociale alle ragioni di chi rifiuta le figure fino alla immaginaria fondazione celtica della Padania. Ma
anche dal jazz al cinema, dalla letteratura alla moda maschile, dalla profezia alla qabbalah.