Cielo sereno o poco nuvoloso. Temperature minime stazionarie, attorno a 21/23 gradi; massime senza variazioni di rilievo, comprese tra i 32 gradi della costa e 34/36 gradi sulle aree di pianura. Venti deboli di direzione variabile al mattino; da est nel corso della giornata, con temporanei rinforzi. Mare poco mosso; temporaneamente mosso durante le ore centrali della giornata.
Sulla Diramazione per Ravenna, per consentire lavori di manutenzione all’impianto di illuminazione, dalle 22:00 di questa sera, giovedì 30 giugno, alle 6:00 di venerdì 1 luglio, sarà completamente chiuso lo svincolo Fornace Zarattini, in entrata e in uscita.
In alternativa si consiglia di utilizzare lo svincolo di Bagnacavallo. Si ricorda che, nella stessa notte e sulla stessa Diramazione per Ravenna, sarà chiuso il tratto compreso tra lo svincolo Quadrifoglio e Bagnacavallo, verso la A14 Bologna-Taranto, per consentire lavori di pavimentazione.
Sempre sulla Diramazione per Ravenna, per consentire lavori di pavimentazione, dalle 22:00 di questa sera, giovedì 30 giugno, alle 6:00 di venerdì 1 luglio, sarà chiuso il tratto compreso tra lo svincolo Quadrifoglio e Bagnacavallo, verso la A14 Bologna-Taranto.
Nella stessa notte, ma con orario 21:00-6:00, sarà chiusa anche l’area di servizio “Sant’Eufemia ovest”, situata all’interno del suddetto tratto.
In alternativa si consiglia di percorrere la viabilità ordinaria: SS309 Dir, Via Sant’Alberto, Via Bisanzio, Via Fosso, Via Naviglio, Via Fuschini, SS16, Via Ravegnana ed entrare sulla A14 Bologna-Taranto alla stazione di Forlì. Si ricorda che, nella stessa notte e sulla stessa Diramazione per Ravenna, sarà completamente chiuso lo svincolo di Fornace Zarattini, in entrata e in uscita, per consentire lavori di manutenzione dell’impianto di illuminazione.
In Emilia-Romagna arriva la proroga fino al 31 dicembre 2022 per l’attività delle Usca, le squadre speciali di medici e infermieri impegnate fin dal marzo 2020 in prima linea nella lotta contro il Covid, fornendo cura e assistenza domiciliare ai malati che non necessitano di ricovero ospedaliero e ai pazienti in isolamento fiduciario.
Lo ha stabilito l’assessorato regionale alle Politiche per la salute, con una circolare inviata a tutte le Aziende sanitarie territoriali, nella quale si precisa che, in attesa della definizione di un nuovo modello organizzativo della rete di assistenza sanitaria territoriale, in via eccezionale si andrà alla proroga delle attività delle Usca fino al 31 dicembre 2022.
Una decisione maturata anche in considerazione della nuova crescita dei contagi registrata nelle ultime settimane, anche se la situazione dei ricoveri ospedalieri continua a non destare allarme, con numeri sotto controllo.
“L’Emilia-Romagna- sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini- è stata tra le prime ad attivare le Unità speciali di continuità assistenziale, équipe di professionisti – ai quali va il nostro ringraziamento – che hanno avuto in questi due anni un ruolo prezioso andando casa per casa per fornire assistenza ai malati. Una modalità di intervento che può essere ancora utile in questa fase in cui il virus rialza la testa e che bene si innesta sull’idea di sanità territoriale che abbiamo in mente per il futuro. Un modello che punta a fare del domicilio il primo luogo di cura e assistenza ai malati”.
Le Usca, attive sull’intero territorio regionale, hanno operato fin dall’inizio della pandemia in stretta collaborazione con i medici di base e i pediatri di libera scelta e hanno fin qui garantito oltre 520.000 prestazioni sanitarie, tra visite domiciliari (25%), triage telefonici (39%), visite nelle Cra (8%), somministrazioni di terapie (3%) e altre prestazioni.
Alessio Mammi (Copyright: Regione Emilia-Romagna A.I.C.G. – Autore: Ballardini Pietro)
Interventi diretti e soprattutto una precisa mappatura delle zone infestate dalle cavallette così da individuare i focolai e le ‘grillare’, cioè i luoghi in cui l’insetto depone le uova.
È quanto emerso dal Comitato fitosanitario nazionale tenutosi nei giorni scorsi, durante il quale è stato fatto un aggiornamento sulle infestazioni localizzate in Emilia-Romagna, unitamente all’emergenza vera e propria della Sardegna, devastata da sciami di grosse locuste che divorano la vegetazione spontanea e le colture.
Martedì 5 luglio a Meldola (FC) tecnici del Settore Fitosanitario regionale insieme agli amministratori delle aree colpite faranno il punto sulla situazione e coordineranno gli interventi.
Si tratta di popolazioni di Calliptamus italicus, conosciuta anche come ‘cavalletta dei prati’, una specie autoctona generalmente meno dannosa rispetto a quella che sta creando danni in Sardegna, ovvero il Dociostaurus maroccanus, grossa locusta estremamente vorace che quando presente in gran numero distrugge enormi quantità di piante coltivate e spontanee che incontra nel suo percorso.
“Nel recente Comitato fitosanitario nazionale abbiamo illustrato – ha spiegato l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi – le diverse strategie di intervento, che prevedono anche l’uso di droni per il monitoraggio e per i trattamenti localizzati, che potranno essere autorizzate dal Ministero della Salute. Il settore fitosanitario regionale, in collaborazione con gli enti locali e l’Ausl Romagna, sta monitorando puntualmente lo sviluppo delle infestazioni di cavallette ed elaborando una strategia operativa di contenimento di breve e di medio-lungo periodo”.
“Per ridurre le popolazioni di cavallette e contenerne i danni – ha concluso Mammi – non si può però prescindere da un’attenta azione di presidio del territorio che può essere effettuata soltanto coinvolgendo tutti, dagli enti pubblici ai tecnici e agli agricoltori che operano nelle zone, soprattutto collinari, in cui vengono registrate le infestazioni”.
Gli interventi
I principali interventi saranno di carattere preventivo come la lotta meccanica per distruggere le ooteche (l’involucro in cui sono contenute le uova deposte dalle cavallette) con lavorazioni superficiali, come l’erpicatura, nel periodo autunno-invernale e comunque entro aprile, esponendo le uova agli agenti atmosferici e ai predatori.
Interessante in prospettiva potrebbe essere l’impiego localizzato di volatili predatori come le faraone che anche nel passato hanno contribuito al controllo delle infestazioni di cavallette in prossimità dei centri aziendali.
Nelle zone infestate, prevalentemente destinate a colture foraggere biologiche, sono già in corso prove di campo per individuare i più efficaci trattamenti bio utilizzabili su erba medica. Nel territorio di Meldola è in corso, grazie alla disponibilità di una società specializzata nella produzione di questo tipo di agrofarmaci, una sperimentazione di campo per verificare l’efficacia di un nuovo formulato a base di funghi entomopatogeni che potrebbe avere un’autorizzazione per uso eccezionale già a partire dall’autunno prossimo.
Le zone colpite
Le infestazioni di Calliptamus italicus, seppur con diversi livelli di gravità, attualmente interessano l’intera fascia collinare e pedecollinare romagnola da Castrocaro fino alla valle del Savio. Le coltivazioni di erba medica sono quelle che subiscono le maggiori conseguenze dagli attacchi e il danno viene accentuato dal permanere di condizioni siccitose che, ostacolando il ricaccio vegetativo, aggravano la situazione di crisi nelle piante colpite.
Va precisato però che non siamo di fronte a invasioni di insetti esotici, ma ad un aumento anomalo del numero di esemplari di una specie naturalmente presente nel nostro territorio e che, anche nel recente passato, ha causato momentanee esplosioni demografiche.
Il Comune di Maranello, a dieci anni dalla scomparsa, rende omaggio a Pasquale Cassani (1927-2012), uno dei protagonisti dell’epoca d’oro dell’automobilismo sportivo. Maranellese, meccanico di professione, nel corso di una carriera pluridecennale Cassani ha corso con piloti del calibro di Fangio, González, Ascari e Villoresi: con quest’ultimo ha vinto l’edizione della Mille Miglia del 1951.
A ricordo di una figura fortemente radicata nella storia delle corse automobilistiche e della città, l’amministrazione comunale ha realizzato una targa commemorativa, che sarà scoperta ufficialmente domenica 3 luglio (alle ore 11.30): è collocata nei pressi della rotatoria, che gli sarà intitolata, all’incrocio tra Via Piero Taruffi e Via Michele Alboreto, strade dedicate a piloti. Un luogo anche simbolicamente denso di significato, dunque, per celebrare un personaggio come Cassani, poco noto al grande pubblico ma meritevole di essere ricordato per le tante imprese compiute nel mondo delle competizioni automobilistiche.
Entrato a soli sedici anni alla Ferrari di Maranello, dove ha lavorato dal 1943 al 1960, dal 1947 Cassani è nel Reparto Corse della Scuderia: negli anni successivi ha partecipato sulle auto del Cavallino a diverse gare, tra cui quattro Giri di Sicilia, la Corsa delle Dolomiti, la Carrera Panamericana e la Temporada Argentina. L’impresa più importante rimane legata alla Mille Miglia, la leggendaria competizione stradale tra Brescia a Roma disputata tra il 1927 e il 1957: Cassani ha preso parte a quattro edizioni e ha vinto quella del 1951, come co-pilota di Luigi Villoresi su una Ferrari 340 America Berlinetta Vignale. Dopo aver lasciato la Ferrari, ha continuato a lavorare nel mondo dei motori, fondando una scuderia di kart. Nel 1968 è stato il primo presidente della Società Ciclistica Maranello. La scopertura della targa avviene proprio in concomitanza con lo svolgimento del Memorial Ciclistico a lui intitolato, a sottolineare il legame tra Cassani, Maranello e lo sport cittadino.
Sulla Diramazione per Ravenna, è stata annullata la chiusura del tratto compreso tra Lugo Cotignola e l’allacciamento con la A14 Bologna-Taranto, che era prevista dalle 22:00 di questa sera, giovedì 30 giugno, alle 6:00 di venerdì 1 luglio
Era già in vigore dal 25 giugno scorso nelle cinque province centro-orientali della regione (Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini): a partire da sabato 2 luglio, e fino al 28 agosto, lo stato di grave pericolosità per il rischio incendi boschivi viene esteso a tutto il territorio dell’Emilia-Romagna. La situazione verrà rivalutata settimanalmente.
Emanato dall’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile, d’intesa con la Direzione regionale dei Vigili del Fuoco e il Comando Regione Carabinieri Forestale, il provvedimento stabilisce il divieto assoluto di accendere fuochi o utilizzare strumenti che producano fiamme, scintille o braci, e vieta gli abbruciamenti di residui vegetali e stoppie.
A motivare questa decisione, è l’aggravamento di una situazione già critica, esito di un bilancio idrico molto negativo, dopo un lungo periodo caratterizzato da scarsità di piogge e di neve, e da temperature superiori alle medie stagionali, sia in pianura che in quota.
Per quanto riguarda i venti, le previsioni meteo prevedono che resteranno deboli, limitando l’indice di propagazione degli incendi.
Lo stato di grave pericolosità è frutto di una valutazione tecnica, a cui concorrono vari soggetti: il centro funzionale Arpae E-R, che analizza la situazione climatica e le previsioni meteo a medio termine (piogge e temperature attese, intensità della ventilazione); i Carabinieri Forestale, che valutano lo stato della vegetazione, e i Vigili del Fuoco, che si occupano dei dati relativi agli incendi effettivamente registrati (circa cento nell’ultima settimana).
“Le condizioni meteorologiche e la particolare e grave condizione di siccità che l’Emilia-Romagna attraversa- hanno commentato le assessore all’Ambiente e Protezione civile, Irene Priolo, alla Montagna Barbara Lori e l’assessore all’Agricoltura, Alessio Mammi- accentuano la vulnerabilità del territorio verso il rischio di incendi, specie nelle aree montane. Una motivazione, questa, che deve se possibile aumentare ancora di più il livello di responsabilità individuale, per non aggravare ulteriormente una situazione complessa seppure da noi costantemente monitorata”.
Le sanzioni
All’aumento dei divieti corrisponde un inasprimento delle misure di deterrenza: chi viola le norme o adotta comportamenti pericolosi potrà subire sanzioni fino a 10mila euro.
Sotto il profilo penale, è prevista la reclusione da 4 a 10 anni se l’incendio è doloso (provocato volontariamente); ma anche se l’atto risulta colposo (causato in maniera involontaria), per negligenza, imprudenza o imperizia, si può essere condannati a risarcire i danni. Va ricordato che nei territori percorsi dal fuoco, nei successivi dieci anni sono vietate le attività agricole, la caccia e la pastorizia.
Le informazioni
Sul sito web dell’Agenzia per la sicurezza territoriale e la Protezione civile (https://protezionecivile.regione.emilia-romagna.it) viene pubblicato un Bollettino di informazione ai cittadini.
Da venerdì 1° luglio, presso la sede dell’Agenzia a Bologna, tutti i giorni compresi i festivi, dalle 8 alle 20, sarà attiva la Sala Operativa Unificata Permanente. Squadre dei Vigili del Fuoco, dei Carabinieri Forestali e del volontariato di Protezione civile saranno impegnate in attività di avvistamento, prevenzione, spegnimento incendi, e repressione delle violazioni.
In caso di avvistamento di un incendio boschivo, chiamare 115 (Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco). Per la segnalazione di illeciti e di comportamenti a rischio, il numero è 1515 (emergenza ambientale dell’Arma dei Carabinieri-specialità Forestale).
“Complessivamente, nei 6 distretti di Modena, Castelfranco Emilia, Carpi, Mirandola, Vignola, Pavullo nel Frignano e Sassuolo, la Regione Emilia-Romagna ha contato 72.104 bambini come potenziali beneficiari dei contributi per i centri estivi: peccato, però, che nei suddetti distretti della provincia di Modena siano arrivati complessivamente fondi per appena 1.002.740 euro, il che equivale a una media di 13.90 euro a bambino. Insomma, il contributo della Regione a favore delle famiglie alle prese con le spese da sostenere per mandare i propri figli nei centri estivi durante la chiusura delle scuole si è rivelato niente più di una mancetta”.
Così il consigliere regionale della Lega, Stefano Bargi ha commentato i roboanti annunci della Giunta regionale che ha assegnato, come detto dalla vicepresidente Schlein, risorse per complessivi 6 milioni di euro come contributo alle spese delle famiglie con bimbi di età compresa tra i 3 e i 13 anni iscritti ai campi estivi attivati nei vari comuni della Regione. “Una cifra ridicola, con l’aggravante che il contributo è arrivato ad attività avviata e molte famiglie, escluse dalle graduatorie realizzate dagli enti locali, sono state costrette a ritirare i loro ragazzi dai centri estivi” attacca il consigliere modenese.
“La Giunta ha ampiamente sottovalutato le mutate condizioni rispetto agli anni scorsi, quando sono intervenute anche altre contribuzioni, e tale negligenza ha finito per riversarsi sulle famiglie, lasciate a dovere gestire diversamente i propri figli, con le immaginabili difficoltà e problematiche, non solo economiche. Chiedo a questo punto – conclude Bargi– uno stanziamento straordinario ed urgente da parte della Regione, per rimediare alle gravi e colpevoli criticità manifestate”.
Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 1.571.638 casidi positività, 6.384 in più rispetto a ieri, su un totale di 20.189tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore, di cui 10.094molecolari e 10.095test antigenici rapidi.
Complessivamente, la percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti è del 31,6%.
Vaccinazioni
Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid. Alle ore 12 sono state somministrate complessivamente 10.584.989 dosi; sul totale sono 3.794.006 le persone over 12 che hanno completato il ciclo vaccinale, il 94,4%. Le dosi aggiuntive fatte sono 2.922.632.
Il conteggio progressivo delle dosi di vaccino somministrate si può seguire in tempo reale sul portale della Regione Emilia-Romagna dedicato all’argomento: https://salute.regione.emilia-romagna.it/vaccino-anti-covid, che indica anche quanti sono i cicli vaccinali completati e le dosi aggiuntive somministrate.
I pazienti attualmente ricoverati nelle terapie intensive dell’Emilia-Romagna sono 28 (-2 rispetto a ieri, –7%), l’età media è di 64,5 anni. Per quanto riguarda i pazienti ricoverati negli altri reparti Covid, sono 984 (+29 rispetto a ieri, +3%), età media 74,4 anni.
Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 1 a Piacenza (invariato rispetto a ieri), 1 a Parma (invariato); 1 a Reggio Emilia (-1), 13 a Bologna (-3); 3 a Imola (invariato); 3 a Ferrara (+2); 3 a Ravenna (invariato), 1 a Forlì (invariato); 1 a Cesena (invariato); 1 a Rimini (invariato).
Nessun ricovero in terapia intensiva a Modena (come ieri).
Contagi
L’età media dei nuovi positivi di oggi è di 46,6 anni.
La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 1.239 nuovi casi (su un totale dall’inizio dell’epidemia di 326.328), seguita da Modena (969 su 242.841); poi Ravenna (676 su 146.566), Rimini (648 su 147.290) e Reggio Emilia (633 su 176.951); poi Parma (506 su 132.604), Cesena (439 su 87.260) e Ferrara (436 su 109.251); quindi Forlì (351 su 72.722), Piacenza (262 su 80.686) e, infine, il Circondario Imolese, con 225 nuovi casi di positività su un totale dall’inizio dell’epidemia di 49.139.
I casi attivi, cioè i malati effettivi, sono 50.210 (+ 1.316). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 49.198 (+ 1.289), il 98% del totale dei casi attivi.
Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.
Guariti e deceduti
Le persone complessivamente guarite sono 5.061 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 1.504.325.
Si registrano 7 decessi:
1 in provincia di Piacenza (una donna di 80 anni)
1 in provincia di Parma (una donna di 55 anni)
2 in provincia di Reggio Emilia (un bambino di 4 mesi, affetto da gravi patologie congenite, e un uomo di 73 anni)
2 in provincia di Bologna (due uomini di 91 e 93 anni)
1 in provincia di Ferrara (un uomo di 92 anni)
Non si registrano decessi in provincia di Modena, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini e nel Circondario Imolese.
In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 17.103.
Rispetto a quanto comunicato nei giorni scorsi è stato eliminato 1 caso, positivo al test antigenico ma non confermato da tampone molecolare.
Sono tante le iniziative portate avanti dall’Associazione Tutto Si Muove (TSM) sul territorio. Attività principale di questa realtà, costituita nel 2012 a Formigine e attiva nel campo del disagio sociale, è la gestione del Centro del Riuso dell’Unione dei Comuni del Distretto ceramico “Le Radici”, di cui Formigine è Comune capofila.
Lo spazio, situato in via delle Radici 331 a Casinalbo, è strettamente connesso ad aspetti legati all’economia circolare e all’occupazione di persone disabili e si basa sul principio che tutto può essere riutilizzato previo un lavoro di sistemazione. E così i ragazzi speciali di TSM, sotto la guida di educatori, operatori e volontari specializzati, danno nuova vita agli oggetti che vengono donati al Centro attraverso laboratori di falegnameria, informatica e recupero di mobili, arredi ed elettrodomestici. Un lavoro che nel 2021 ha interessato circa 1.800 oggetti donati che sono tornati nuovi e pronti per entrare nelle case di qualcun altro. Tutti i cittadini possono accedervi nei giorni e orari di apertura: lunedì, mercoledì e venerdì dalle 14.30 alle 18.30 e sabato dalle 9 alle 13.
“Dopo tre anni dalla sua inaugurazione – spiega il presidente di TSM, Fabio Giovanardi – il bilancio del Centro è assolutamente positivo: in questi anni gli accessi sono aumentati, così come le donazioni e i ragazzi attivi. La nostra associazione ha da poco festeggiato un decennio di attività e non possiamo che essere soddisfatti di quello che abbiamo costruito. Ci auguriamo di proseguire su questa strada ancora per molto tempo insieme ai nostri ragazzi speciali”.
Oltre a questa fondamentale attività, TSM porta avanti da anni anche “I giovedì speciali”, ciclo di serate a tema culinario organizzate in collaborazione con il Comune di Formigine dove gli ospiti possono mangiare le specialità cucinate direttamente dai ragazzi del laboratorio “TSG – Tutto Si Gusta”. Gli appuntamenti hanno preso il via il 16 giugno registrando un sold out e proseguiranno ogni giovedì fino al 28 luglio con menù variegati, dalla serata a tema romagnolo a quella tirolese, e ancora da quella con menù tradizionale alla proposta di pesce. Le serate si tengono come da tradizione nel polo integrato di Sicurezza e Protezione Civile di via Quattro Passi 120 a partire dalle 20 con l’aperitivo e alle 20.30 con la cena. A seguire, animazione per bambini. Per maggiori informazioni e prenotazioni è possibile contattare Giovanardi al numero 339-3073443. Il programma completo è disponibile sulla pagina Facebook di Tsm.
“Siamo felici e orgogliosi – ha commentato il sindaco Maria Costi – di ospitare sul nostro territorio un’Associazione come Tutto Si Muove, caratterizzata da un’instancabile attività su più fronti. Un lavoro che nel corso degli anni si è adattato alle necessità del momento vedendo questi ragazzi speciali in prima linea anche durante la pandemia, quando hanno distribuito le mascherine e sistemato pc e tablet da donare agli studenti in difficoltà che senza uno strumento non avrebbero potuto seguire la didattica a distanza. Solidarietà, vicinanza al territorio, economia circolare: questi sono gli insegnamenti che impariamo ogni giorno dalla Onlus Tutto Si Muove”.
E’ allarme, a Pozza di Maranello, per la scomparsa di Filippo Cornia, 27enne del quale la famiglia non ha notizie da domenica. E’ stata la sorella Deborah, a spargere la voce con un post su Facebook, in risposta al quale sono arrivate più segnalazioni (l’ultima avrebbe individuato Filippo a Maranello, in via Caludia, in sella ad una bicicletta) tuttora al vaglio dei Carabinieri, presso la cui stazione i familiari di Cornia hanno presentato denuncia.
«Questo ragazzo è mio fratello, si chiama Filippo Cornia. È scomparso domenica 26 giugno a Spezzano, non abbiamo sue notizie dalle ore 14 di quel giorno. Ha i capelli corti e scuri, gli occhi azzurri ed è altro circa 1.75. Nel caso qualcuno dovesse sapere dove si trova o se sta bene contatti me, i miei famigliari o le forze dell’ordine. Vi chiedo di condividere il più possibile, grazie», così il post di Deborah, corredato da alcune foto di Filippo.
E’ scomparso ieri ad 85 anni Elio Ottani, tra gli storici fondatori di AVAP Formigine (Volontari di Pronto Soccorso), papà di Luigi Ottani, noto fotografo. I funerali di Elio Ottani, che oltre a Luigi lascia altri due figli, Daniela e Angelo, saranno celebrati domani – venerdì 1 luglio – alle 9:30 nella chiesa parrocchiale di Formigine.
“Una grande Uomo, un grande Volontario, un grande Amico. Era un uomo nobile d’animo, sensibile, gentile. Vogliamo ricordarti sorridente come sei sempre stato, ci mancherà la tua straordinaria umanità, la tua profonda sensibilità, il tuo affetto generoso. Sarai Sempre nei nostri Cuori”. Cosi Avap Formigine.
Il Sindaco Maria Costi: “Le mie più sentite condoglianze e quelle della comunità di Formigine alla famiglia di Elio, in particolare al figlio Luigi Ottani, e all’associazione AVAP Formigine, Corpo Volontari di Pronto Soccorso”.
Anche la Cisl Emilia Centrale piange la scomparsa di Elio Ottani: “È stato per molti anni delegato della Fim Cisl alla Ferrari e componente del consiglio di fabbrica a Maranello ricorda la Cisl – Dopo il pensionamento, ha continuato la sua attività sindacale nella Fnp, il sindacato dei pensionati Cisl di cui è stato a lungo componente del consiglio generale. Elio Ottani si è sempre fatto apprezzare per il suo altruismo, competenza e umanità. Gli saremo grati per sempre e ringraziamo la sua famiglia per averlo “condiviso” con noi in tutti questi anni”.
Valorizzare i luoghi di conservazione della memoria, sostenendo anche le attività di digitalizzazione degli archivi dei più importanti istituti storici in Emilia-Romagna, che si potranno avvalere della consulenza dei funzionari del Settore patrimonio culturale della Regione.
La Giunta regionale ha approvato la graduatoria degli Istituti storici ammessi a convenzione per il triennio 2022-2024, in risposta al bando di quest’anno e in attuazione della legge regionale sulla storia e memoria del Novecento. Nel complesso sono stati assegnati contributi per quasi 600 mila euro (579.500), determinati sia sulla base dei programmi di attività presentati, sia con riferimento al costo complessivo dei medesimi programmi.
“L’invasione dell’Ucraina con la quantità di memorie che si porta dietro, ma anche la discussione sulla globalizzazione e la sua ridefinizione, ma anche il tormentato processo di consolidamento dell’Unione europea, – commenta l’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori – obbligano tutti a dare una nuova importanza alla storia e alla geografia del mondo. Gli affari interni sono sopraffatti dalla politica internazionale, che ci obbliga ad alzare lo sguardo e allargare gli orizzonti delle nostre curiosità. Gli Istituti storici svolgono un ruolo fondamentale per la sopravvivenza e lo studio della nostra storia recente, di un XX secolo che è stato già un tempo di scontri mondiali. L’attività di ricerca, insieme a quelle di conservazione e didattica, sono importanti per comprendere appieno quanto accaduto e tramandare questo patrimonio di conoscenza alle giovani generazioni. Con questa convinzione la Regione continua a sostenere le attività di questi illustri centri dell’Emilia-Romagna, chiedendo loro di essere protagonisti di una nuova stagione di riflessioni e di essere centrali nei dibattiti di oggi”.
Sono stati ammessi al contributo regionale tutti e 13 gli Istituti che hanno presentato domanda per il sostegno ai rispettivi programmi di attività, che comprendono archivio storico e biblioteca, area multimediale e didattica, ricerca storica e organizzazione di iniziative culturali e di valorizzazione dei luoghi della memoria, a questo riguardo in particolare l’Istituto Cervi, col nuovo Museo di Casa Cervi, e la Fondazione Fossoli.
Un’attenzione particolare per il triennio 2022-2024 è dedicata all’attività di descrizione e digitalizzazione degli archivi dei singoli Istituti.
Gli istituti finanziati
Istituto “Alcide Cervi”, Gattatico (Re); Istituto storico “Parri”, Bologna; Istituto per la Storia della Resistenza e della società contemporanea, Reggio Emilia; Istituto per la Storia della Resistenza e della società contemporanea, Modena; Istituto di storia contemporanea di Piacenza; Istituto di storia contemporanea di Ferrara; Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea, Parma; Associazione culturale “Centro Studi per la stagione dei movimenti Aps”, Parma; Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea, Ravenna; Istituto storico della provincia di Forlì-Cesena per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea; Centro studi, iniziative e documentazione, con Museo permanente sull’Antifascismo, la Resistenza e la storia contemporanea, Imola (Bo); Fondazione per il recupero e la valorizzazione della memoria storica del campo di Fossoli (Mo); Istituto per la storia della Resistenza e dell’Italia contemporanea della Provincia di Rimini.
Domenica prossima impegno in trasferta per la squadra maschile dello Sporting Club Sassuolo. I sassolesi, sui campi del CT Lecco, saranno chiamati a disputare la gara di andata del tabellone di playoff (ritorno domenica 10 luglio a Sassuolo) del campionato cadetto. Primo appuntamento per il sodalizio sassolese, in corsa per la promozione alla serie A2, dopo il primo posto conquistato nella fase a gironi.
Nessuna indiscrezione è trapelata in merito alla formazione che verrà schierata dal capitano, e maestro dello Sporting Club Sassuolo, Alessio Bazzani che avrà comunque a disposizione tutta la rosa da cui attingere.
L’inizio degli incontri è previsto per le ore 10 con i primi due singolari, a seguire toccherà ai rimanenti due singolari e a seguire sarà la volta dei doppi.
Sul sito della Federtennis sarà possibile seguire in diretta l’andamento dei singoli match, accedendo alla pagina del live-score.
dipendente officina meccanica (autore e copyright: Brancolini Roberto)
Nel primo trimestre 2022 la produzione dell’industria nel suo complesso è cresciuta del 6,4 per cento, mentre il volume d’affari delle costruzioni è salito del 6,3 per cento. Dal Registro Imprese: il calo è stato ridotto nell’industria (-1,1 per cento), mentre nelle costruzioni c’è stato incremento (+1,6 per cento).
L’artigianato continua sulla strada della ripresa. E’ quanto rileva l’indagine sulla congiuntura del settore di Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna relativa al primo trimestre 2022.
L’artigianato nell’industria
Nonostante il peso della pandemia e l’inizio del conflitto in Ucraina nel primo trimestre dell’anno le imprese artigiane della manifattura regionale sono riuscite a realizzare un ulteriore recupero della produzione (+6,4 per cento) rispetto al corrispondente periodo del 2021.
Il risultato consolida la tendenza positiva avviata, anche se è più contenuto rispetto al complesso dell’industria regionale (+8,0 per cento), il cui andamento è apparso chiaramente correlato alla dimensione aziendale.
Sostenuto anche dalle tensioni sui prezzi, l’andamento del fatturato valutato a prezzi correnti ha avuto un recupero superiore alla produzione (+8,1 per cento), trainato dal mercato interno, perché da quelli esteri è arrivato un contributo decisamente più ridotto, essendo ridotta la quota delle imprese artigiane che hanno sbocchi oltre frontiera.
La ripresa del processo di acquisizione degli ordini ha rallentato sensibilmente, ma è rimasta comunque sostenuta (+6,8 per cento), quanto basta per giustificare un tanto di cautela tenuto conto dei notevoli fattori di incertezza che gravano sull’evoluzione futura. Il supporto principale agli ordinativi è giunto dal mercato interno.
Le settimane di produzione assicurata dalla consistenza del portafoglio ordini sono lievemente aumentate e hanno raggiunto la quota elevata di 8,3 per cento. Inoltre, le imprese hanno mantenuto elevato il grado di utilizzo degli impianti al 74,5 per cento.
Il registro delle imprese
Le misure adottate a salvaguardia delle imprese prima e la ripresa in corso poi hanno contenuto l’emorragia delle imprese artigiane dell’industria in senso stretto. A fine marzo 2022 le imprese attive erano 26.457 in flessione dell’1,1 per cento rispetto allo stesso mese dello scorso anno, con un calo pari a 291 imprese.
La tendenza alla diminuzione è in tutti i settori. E’ stata determinata in particolare da industria ceramica, del vetro e dei materiali per l’edilizia (-2,5 per cento), poi meccanica, elettricità ed elettronica e dei mezzi di trasporto” (-58 unità, -1,1 per cento), moda (-57 imprese, -1,3 per cento), industria alimentare (-53 imprese, -1,7 per cento).
Riguardo alla forma giuridica, sono aumentate solo le società di capitale (+2,1 per cento, +896 imprese) giunte a rappresentare il 16,3 per cento. Si sono ridotte in modo sensibile le società di persone (-317 unità, -4,5 per cento) e hanno subito un calo le ditte individuali (-62 unità, -0,4 per cento).
L’artigianato nelle costruzioni
Tra gennaio e marzo ha trovato conferma la tendenza positiva per l’artigianato delle costruzioni emiliano-romagnolo, che è apparsa meno intensa rispetto ai trimestri precedenti. La spinta dei “bonus” si è forse scontrata con limiti d’offerta (disponibilità di imprese, lavoratori e materiali), con notevoli incrementi dei listini, sui cui hanno gravato anche le conseguenze del conflitto in Ucraina.
Il volume d’affari a prezzi correnti ha fatto registrare un buon incremento rispetto allo stesso periodo del 2021 (+6,3 per cento), dove però la tendenza era ancora lievemente negativa. Il dato appare appena superiore rispetto al totale delle imprese di costruzioni regionali (+ 5,2 per cento). Le piccole e medie imprese più attive nei lavori di ristrutturazione sono cresciute con un passo più rapido rispetto alle grandi.
Il registro delle imprese
A fine 2021 la consistenza delle attive nelle costruzioni è risultata pari a 51.596, vale a dire 1183 in più (+2,3 per cento). L’andamento risulta più dinamico rispetto al livello nazionale (+0,7 per cento), ma inferiore in confronto al totale regionale dell’industria delle costruzioni (+3,1 per cento). La tendenza positiva è legata alle imprese operanti nei lavori di costruzione specializzati (+2,5 per cento, +1074 unità), avvantaggiate dagli incentivi introdotti a favore del settore, mentre quelle attive nella realizzazione di edifici mostrano una crescita più contenuta (+1,6 per cento, +108 unità).
Osservando la forma giuridica, la crescita è stata determinata dall’ampio incremento delle società di capitali (+10,7 per cento, 397 unità), categoria che costituisce lo 8,0 per cento delle imprese artigiane attive nelle costruzioni. Ulteriore rafforzamento delle ditte individuali (+907 unità, +2,2 per cento). Si riducono le società di persone (-2,7 per cento, -124 unità), mentre il piccolo gruppo delle cooperative e consorzi segna un rapido aumento (+1,6 per cento).
Copyright immagine: Regione Emilia Romagna A.I.U.S.G. – Autore: Alan Tamburini
Ammonta a quasi 6 milioni di euro il pacchetto di risorse destinate alle persone con disabilità grave e alle loro famiglie rese disponibili dal Fondo nazionale per il “Dopo di noi”, per iniziare da subito a ideare e attuare progetti di vita autonoma per i propri figli, quando i genitori o i familiari non ci saranno più o non saranno più in grado di assisterli.
E’ la quota assegnata all’Emilia-Romagna per il 2022 sul monte complessivo che lo Stato ogni anno mette a disposizione delle Regioni per dar corpo alla legge 112/2016, la cosiddetta del ’Dopo di noi’: l’obiettivo è proprio quello di offrire strumenti concreti alle famiglie che hanno bisogno di preservare il futuro e la qualità della vita dei propri cari disabili, quando rimarranno soli.
Il via libera alla programmazione degli interventi e alla suddivisione dei contributi tra tutte le Aziende sanitarie dell’Emilia-Romagna, sulla base del numero di residenti tra 18 e 64 anni, è arrivato in questi giorni dalla Giunta regionale.
“Da anni- sottolineano la vicepresidente con delega al Welfare, Elly Schlein, e l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini- la nostra Regione è impegnata, con un’attenta programmazione, nell’attuazione della legge sul ‘Dopo di noi’, anche attraverso una concertazione decentrata inter-istituzionale fra Regione, Comuni, Aziende sanitarie e con il coinvolgimento del Terzo settore, sia a livello regionale che territoriale. Siamo impegnati a dare risposte concrete ai bisogni delle persone più fragili che devono essere accompagnate nel corso della loro esistenza, e lo facciamo sostenendo progetti di vita adulta a loro destinati, capaci di valorizzare e rafforzare il più possibile le autonomie e l’indipendenza”.
L’intera cifra (esattamente 5.951.020 euro) servirà infatti a sostenere le persone con disabilità soprattutto in percorsi di autonomia abitativa assistita, affinché possano decidere da soli dove, come e con chi vivere la loro vita adulta, in maniera gradualmente indipendente dai famigliari, in una casa che sia una vera casa e non necessariamente un istituto.
I beneficiari
Per accedere agli interventi previsti dal Dopo di noi è necessaria una valutazione multidimensionale, effettuata da équipe di operatori sociali e sanitari dei Comuni e delle Aziende Usl, che prevede la presenza in ogni distretto di una specifica Unità di valutazione incaricata di accertare gli effettivi bisogni e formulare proposte di progetti personalizzati impostati sulle necessità, desideri, aspettative e interessi delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare.
Interventi finanziabili
Tra gli interventi che potranno essere finanziati con le risorse assegnate alle Ausl, ci sono quelli di sostegno alla permanenza nel proprio domicilio (2.677.959); programmi per rafforzare l’autonomia e sviluppare le competenze per la gestione della vita quotidiana, dalla cura della propria persona a quella della casa (1.487.755 euro); interventi di accompagnamento all’uscita dal nucleo famigliare, che prevedono l’alternanza di periodi in famiglia e periodi di permanenza presso alloggi alternativi al domicilio abituale (1.190.204 euro); realizzazione di soluzioni abitative alternative al ricovero nelle strutture, come la propria casa di origine, o l’accoglienza in abitazioni, gruppi-appartamento e co-housing (476.082 euro, per oneri di acquisto di nuovi alloggi, ristrutturazione e messa a norma degli impianti in quelli preesistenti).
In base alla legge sul “Dopo di noi” in via residuale possono essere finanziati anche interventi di permanenza temporanea in strutture residenziali, nel caso per esempio si verifichi un’emergenza non gestibile dai familiari (119.020 euro).
Infine, almeno 1.173.000 euro dovranno essere destinati all’assistenza delle persone con disabilità di maggiore gravità o perché già privi dei genitori, o i cui genitori non sono più in grado di offrire adeguata assistenza, oppure per le persone ricoverate in strutture non appropriate.
La ripartizione delle risorse per Azienda sanitaria
Le risorse vengono suddivise tra le Ausl del territorio in proporzione al numero dei residenti di età compresa tra 18 e 64 anni al 1^ gennaio 2021. All’Ausl Romagna, con oltre 674 mila cittadini residenti in questa fascia di età, sono assegnati 1.489.495 euro; all’Azienda sanitaria di Bologna 1.185.416 euro (536.557 residenti); Ausl Modena 946.911 euro (428.602 residenti); Ausl Reggio Emilia 716.935 euro (324.508 residenti); Ausl Parma 612.860 euro (277.400 residenti); Ausl Ferrara 444.604 euro (201.242 residenti); Ausl Piacenza 379.100 euro (171.593 residenti) e Ausl Imola che ha ricevuto risorse per 175.699 euro (79.527 residenti).
Il Porto di Torricella, nel Comune di Sissa Trecasali (PR), sul fiume Po, visto dal drone aereo del giornalista Marco Epifani
A seguito di quanto emerso dalla seduta dell’Osservatorio crisi idriche odierno, l’Autorità Distrettuale del fiume Po-Ministero della Transizione Ecologica, al fine di sostenere le portate del Po nel tratto di valle per assicurare l’uso idropotabile della Provincia di Ferrara, della Provincia di Ravenna e della Provincia di Rovigo; e per contrastare la risalita del cuneo salino nelle acque superficiali e sotterranee riducendo, al contempo, i rischi di potenziali impatti negativi sullo stato ambientale dei corpi idrici ai sensi della Direttiva 2000/60/CE, comunica che sono state definite le seguenti misure:
Riduzione del 20% dei prelievi irrigui a livello distrettuale rispetto ai valori medi dell’ultima settimana;
Aumento dei rilasci dai grandi laghi alpini (Maggiore, Como, Iseo, Idro e Garda) pari al 20% rispetto al valore odierno;
Verifica da parte della Regione Piemonte (con particolare riguardo al bacino del Toce) e della Regione Valle d’Aosta della possibilità di rilasci aggiuntivi giornalieri dagli invasi idroelettrici, in analogia a quanto già effettuato in Regione Lombardia e nella Provincia autonoma di Trento.
L’Autorità Distrettuale del fiume Po invita pertanto le Regioni ad assumere, nelle opportune sedi decisionali, provvedimenti adeguati per l’attuazione delle misure.
La siccità con il mare che entra nel Po facendo avanzare nelle aree interne il cuneo salino minaccia il 30% dell’agroalimentare Made in Italy prodotto nel bacino della Pianura Padana e la metà dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo. È l’allarme lanciato dalla Coldiretti in relazione all’ultima ondata di caldo e siccità che stringe d’assedio l’Italia con 19 città da bollino rosso e il mare avanzato nel Delta del Po per una lunghezza record di 30 chilometri.
Siamo di fronte – spiega la Coldiretti – a un impatto devastante sulle produzioni nazionali che fanno segnare cali del 45% per il mais e i foraggi che servono all’alimentazione degli animali, meno 20% per il latte nelle stalle con le mucche stressate dal caldo afoso, meno 30% per il frumento duro per la pasta nelle regioni del sud che – sottolinea la Coldiretti – sono il granaio d’Italia, cali per oltre 1/5 delle produzione di frumento tenero, crolla di 1/3 la produzione di riso, meno 15% frutta ustionata da temperature di 40 gradi, meno 20% cozze e vongole uccise dalla mancanza di ricambio idrico nel Delta del Po, dove – evidenzia la Coldiretti – si allargano le zone di “acqua morta”, assalti di insetti e cavallette che solo in Sardegna hanno già devastato quasi 40mila ettari di campi.
E tutto in un momento in cui – sottolinea la Coldiretti – l’Italia è dipendente dall’estero in molte materie prime e produce appena il 36% del grano tenero che serve per pane, biscotti, dolci, il 53% del mais per l’alimentazione delle stalle, il 56% del grano duro per la pasta e il 73% dell’orzo. Si tratta – afferma la Coldiretti – di una situazione di assoluta emergenza che riguarda la natura, le popolazioni e le produzioni agricole messe a dura prova da una siccità che non si registrava da tempo che si prefigura addirittura peggiore di quella del 2003. Uno scenario drammatico in un 2022 – continua la Coldiretti – è segnato fino ad ora da precipitazioni praticamente dimezzate nonostante le ultime piogge e grandinate in alcune zone del nord che non hanno risolto la situazione ma, per violenza e intensità, hanno invece fatto salire il conto dei danni ormai pari a 3 miliardi di euro
Nonostante una risalita dei livelli di appena 30 centimetri al Ponte della Becca (Pavia) il Po è praticamente irriconoscibile – evidenzia Coldiretti – con una grande distesa di sabbia che occupa la gran parte del letto del fiume, mentre i grandi laghi del nord che servono come riserve di acqua per le popolazioni e l’agricoltura sono ancora ai minimi, con il Maggiore pieno solo al 26% e quello di Como sceso a poco più dell’11% con una tendenza al calo dei livelli che riguarda anche il Garda che resiste a poco più del 54% di riempimento. La conseguenza è che più di ¼ del territorio nazionale (28%) è a rischio desertificazione e siccità con la tendenza all’innalzamento della colonnina di mercurio che è ormai strutturale in Italia dove – precisa la Coldiretti – la classifica degli anni più caldi negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo periodo e comprende nell’ordine il 2018, il 2020, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2003.
“La situazione di fiumi e laghi, l’aumento delle temperature e l’impatto della siccità sulle produzioni agricole nazionali dimostra l’esigenza di accelerare sulla realizzazione di un piano per i bacini di accumulo, poiché solo in questo modo riusciremo a garantirci stabilmente in futuro le riserve idriche necessarie al nostro Paese” afferma il presidente di Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “l’Italia recupera solo l’11% dell’acqua piovana ma con un sistema nazionale di invasi potremmo arrivare al 50% evitando così situazioni di crisi come quella che stiamo soffrendo anche quest’anno”.
Cielo sereno o poco nuvoloso. Temperature minime in aumento, tra 22 e 25 gradi, di qualche grado inferiori nelle aree fuori dai principali centri urbani; massime in ulteriore lieve aumento, comprese tra i 30 gradi sulla costa e i 36-37 gradi sulle aree di pianura. Venti deboli, meridionali, con temporanei rinforzi sulle aree collinari centro-orientali nelle ore pomeridiane. Mare poco mosso, localmente mosso nel pomeriggio.
Questa notte poco dopo le 3 i Vigili del fuoco sono intervenuti a Sassuolo per incendio di mezzi pesanti nel piazzale di una ditta di autotrasporti in via Muraglie.
Il lavoro degli uomini del 115 si è concluso dopo le 6. Danni ingenti da un trattore stradale e due semirimorchi.
Le cause del rogo sono corso di accertamento da parte dei Carabinieri.